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"Un incontro per costruire l'Arezzo di domani", i ragazzi di Futuro Aretino lanciano un appello a Bertelli

Tema centrale dell'incontro è quello dell'università: "È arrivato il momento di poterne parlare con chi sta dimostrando con i fatti di tenere a questa città". Nasce così l'invito al patron di Prada

Ha sottratto dall'oblio due locali aretini. Ha salvato una storica edicola. E proprio a lui, l'imprenditore Patrizio Bertelli, hanno deciso di rivolgersi i ragazzi di Futuro Aretino. Un appello accorato, perché riguarda il loro domani e quello della città di Arezzo.

"È passato quasi un anno dalla nostra richiesta di confronto, ma nessuno ci ha ascoltati - scrivono i ragazzi dell'associazione di under 30 impegnata nella promozione di corretti stili di vita tra i più giovani - Più volte abbiamo tentato di mettere sul tavolo l’argomento Università, perché crediamo che avere un proprio polo di formazione sia fondamentale per una città che voglia cambiare e crescere in meglio. È arrivato il momento di poterne parlare con chi sta dimostrando con i fatti di tenere a questa città: chiediamo gentilmente al signor Patrizio Bertelli un colloquio per poter esporre il nostro progetto di città per giovani. Non sapevamo in quale altro modo poterlo raggiungere e ci scusiamo se lo abbiamo fatto tramite la stampa". 

Una richiesta raccolta e rilanciata, accompagnata da un comunicato stampa che illustra il panorama sul quale si affacciano i ragazzi aretini e per cambiare il quale chiedono un incontro. 

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"Troppo spesso l'istruzione in questo Paese è stata materia sottovalutata. Ancor più se si pensa che esistono province come quella di Arezzo, che conta più di 340mila abitanti, quarta tra le province toscane per popolazione ed estensione territoriale, che hanno nei distaccamenti di altre università - seppur prestigiosissime, come l'Università di Siena nel caso aretino - il massimo dell'offerta formativa." E' quanto i ragazzi dell'associazione hanno sostenuto lo scorso anno, proprio durante la campagna elettorale. L'obiettivo di allora ricalca quello di quest'anno: non creare nuovi atenei ma piuttosto costruire "un'argine alla dispersione studentesca e giovanile che da anni allontana da Arezzo e dalla sua provincia eccellenze, giovani volenterosi, risorse fondamentali per quel ripensamento globale del territorio che è necessario e la cui evidenza è sotto gli occhi di tutti". Parlano di una città che "necessita di una scossa, di un ricambio generazionale che sia in grado di formare una nuova classe dirigente che guardi al futuro e al presente, valorizzando le peculiarità di un territorio che ha radici profonde ma che deve, volente o nolente, adeguarsi e adattarsi ai nuovi orizzonti che la tecnologia, l'informazione, la programmazione, la promozione richiedono".

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