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Confagricoltura: "Stop ai danni degli ungulati: incrementare gli abbattimenti"

Bartolini Baldelli: "Le devastazioni subite dalle incursioni sono giornaliere e a breve anche l'uva sarà presa d’assalto"

Oltre alla siccità che sta danneggiando i raccolti di mais e girasole, anche il sovrannumero di ungulati, e in particolarmodo dei cinghiali è un pesante fattore di rischio per l’economia agricola: la densità di questi animali in Toscana è 4 volte superiore alla media nazionale.

"È assolutamente necessario incrementare gli abbattimenti e dare tutti gli strumenti necessaria chi deve fare attività di contenimento e controllo - dichiara il presidente di Confagricoltura Arezzo, Carlo Bartolini Baldelli - Le devastazioni subite dalle incursioni sono giornaliere e a breve anche l'uva sarà presa d’assalto".

Confagricoltura Arezzo chiede alla Regione di velocizzare e semplificare ulteriormente gli adempimenti necessari per gli abbattimenti; di rafforzare il personale (sia di Polizia provinciale sia di guardie volontarie) poiché quello attuale non riesce talvolta a sopperire a tutte le richieste di emergenza e infine di verificare l'efficacia degli interventi posti in atto che, in molti casi, si concludono con un nulla di fatto. 

"Prendiamo le distanze da chi dichiara l'inutilità degli abbattimenti - prosegue Bartolini Baldelli - chiediamo al contrario la possibilità di incrementarli al fine di raggiungere una presenza di ungulati compatibile con il territorio. Se si pensa che recintare ogni singolo campo coltivato possa essere una soluzione, si dovrebbe considerare da un lato l'impatto economico per gli agricoltori, ma dall’altro anche l'impatto paesaggistico di un territorio che vive della sua bellezza".

Finora le soluzioni messe in atto non sembrano aver sortito un effetto risolutivo. La presenza di cinghiali provoca incidenti stradali spesso anche gravi, causa devastazione delle colture agricole, impatta sulla biodiversità e sulla fauna autoctona. "A tutto questo - conclude il presidente di Confagricoltura Arezzo - si può e si deve porre rimedio riportando la popolazione ad un numero compatibile con il sistema antropico ed ecologico del nostro territorio".

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