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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Il Vesuvio chiude dopo 15 anni. Ma il titolare rilancia: "Slow food e grandi eventi, punto tutto sul Billi's"

Giù la saracinesca per un ristorante molto frequentato. Salvatore Billi: "Scelta dolorosa ma obbligata. Con gli hamburger invece siamo in ascesa: la nostra carne al concerto degli Iron Maiden, all'autodromo di Monza e all'Allianz Stadium della Juventus"

Il ristorante Il Vesuvio di viale Michelangelo, ad Arezzo, ha chiuso i battenti. Da un mese ormai in quei 350 metri quadrati non vengono più serviti i piatti di pesce che avevano richiamato ai tavoli, per quasi quindici anni, aretini e turisti. 150 i posti autorizzati nel locale, adesso in cerca di nuovi affittuari armati di coraggio, buone idee e abilità in cucina, come testimonia il cartello appeso alla cancellata d'ingresso.

Salvatore Billi, titolare del Vesuvio (da non confondere con l'omonimo ristorante di Pieve al Toppo) però non molla. Anzi, rilancia. E' sua la gestione del Billi's in via Romana, sempre ad Arezzo, un posto che strizza l'occhio allo stile americano e che attira una clientela trasversale, dove si mangiano pane e hamburger di vitella maremmana prodotti in proprio. Ci sono anche la pizza e il grill, che fanno quasi da contorno al piatto forte, lanciato in città nel 2017 sotto l'insegna con il nome di famiglia.

"Lasciare il Vesuvio è stata una scelta dolorosa - ha raccontato. Il ristorante aveva 15 anni di vita molto intensa alle spalle, ma il periodo del covid è stato complicato. Quello era un locale per famiglie che non poteva reinventarsi con l'asporto. Ci abbiamo provato, ma non andava. Poi i costi fissi e i rincari delle materie prime ci hanno messi di fronte a un bivio: alzare i prezzi in un momento in cui la gente non può spendere, oppure puntare tutto sull'altra attività. Ho scelto la seconda opzione e sono riuscito a convincere i miei fratelli".

Salvatore, 37 anni, lavora insieme a Giovanni, 35, Domenico, 27, e al cognato Marco 28, che ha sposato la sorella Anna. Origini napoletane, sono in Toscana dal 1995. 

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"Arrivammo a Chianciano grazie a mio zio. Poi un fornitore ci propose di aprire a Badia al Pino. Era il 2000. Cinque anni più tardi ci siamo spostati a Pieve al Toppo, quindi nel 2007 l'approdo in città, in viale Michelangelo. Nel 2017 abbiamo avviato il Billi's a Gragnone e nel 2019 ci siamo spostati in via Romana. Il locale durante il covid è decollato: l'asporto ha funzionato alla grande, abbiamo sfruttato i social e la app, c'è stato un salto di qualità generale che ci ha convinto a puntare anche sullo slow food. Siamo entrati nel giro giusto con coraggio e sacrificio, abbiamo acquistato i food truck, camioncini itineranti dotati di cucina per la preparazione e la vendita del cibo, per portare i nostri hamburger all'autodromo di Monza, a grandi eventi come i concerti di Blanco, Zucchero, degli Iron Maiden. Dalla metà di agosto saremo all'interno dell'Allianz Stadium per tutte le partite di campionato, Champions League e Coppa Italia della Juventus. Noi tifiamo Napoli, ma non potevamo rifiutare un'occasione del genere".

Quello di Billi's è stato votato a marzo come il miglior hamburger della Toscana da una giuria tecnica di 70 persone e da una giuria popolare formata dai lettori del sito specializzato Il Forchettiere. Nel locale lavorano in pianta stabile 13 persone, che diventano 20 con gli stagionali. Tutto ciò, escludendo i truck.

"Siamo attentissimi alla qualità di ciò che serviamo. La carne viene frollata per 45 giorni prima di essere macinata, cerchiamo di accontentare i clienti in tutto e per tutto. La fatica c'è, le difficoltà non mancano, bisogna anche prendere decisioni sofferte come quella di chiudere il Vesuvio. Ma io sono sereno. Questo non è il mio lavoro, è la mia passione".

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