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Quanto conosciamo le aree protette del nostro Paese?

Quali sono le leggi a tutela dell’ambiente? Scopriamo i dati da un sondaggio del WWF Italia

In un recentissimo sondaggio realizzato da EMG per il centro Studi del WWF Italia, si è chiesto agli italiani quanto conoscono i parchi e le aree protette sul nostro territorio e le leggi a tutela dell’ambiente.

I risultati sono stati resi noti lo scorso 12 gennaio a Roma, in occasione dell’incontro “Valore Natura” promosso da Marevivo e WWF Italia.

Il sondaggio si è basato su un campione di 1000 italiani, di età compresa tra 18 e 70 anni.

Tra i temi trattati vi erano:

  • conoscenza dei parchi e delle aree protette
  • come viene percepito l’impegno delle istituzioni
  • dati di conoscenza.

Cosa è emerso? Innanzitutto, circa il 60% degli intervistati ritiene che l’impegno delle istituzioni nella protezione del territorio è nulla o insufficiente.

E il 77% è favorevole a un aumento degli investimenti a tutela dell’ecosistema, per arrivare entro il 2030 a circa il 30% di territorio nazionale protetto.

Inoltre, i dati sottolineano che soltanto pochi italiani conoscono la riforma costituzionale del 2022, con cui è stata inserita la tutela della biodiversità e degli ecosistemi all’interno dei principi generali.

Gli italiani conoscono le aree protette?

Dal sondaggio è emerso che i cittadini italiani conoscono in particolar modo i parchi nazionali e regionali, le OASI WWF e le riserve naturali regionali. Meno conosciute sono, invece, le aree Natura 2000 e le Riserve dello Stato.

Nonostante questi numeri, dal sondaggio risulta chiaro che per tutti è necessario agire a favore della tutela dell’ambiente, e che in prima linea in questa battaglia deve esserci lo Stato con nuove leggi e interventi volti a proteggere il territorio e il suo ecosistema.

A tal proposito, il Presidente WWF Italia Luciano Di Tizio ha dichiarato:

“La stragrande parte degli Italiani ignora la riforma costituzionale sull’ambiente. Una percentuale ancor più alta di persone non sa che il nostro Paese deve porre sotto tutela almeno il 30% della superficie terrestre e marina entro il 2030. Obiettivo possibile ma molto difficile se non si aumenta la consapevolezza dell’importanza della conservazione della natura e se non si rendono più efficienti ed efficaci le attuali aree protette, sia terrestri sia marine, istituendo anche quelle già previste per legge. Il 2030, scadenza prevista dall’unione Europea è tra sette anni: di questo passo non riusciremo a centrare un obiettivo indispensabile a proteggere la nostra natura, il nostro mare e il nostro benessere. Serve un impegno straordinario, che i cittadini chiedono e che deve vedere protagoniste – sin da subito – le istituzioni.”

Articolo originale su Today.it

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