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Domenica, 28 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Via Benedetto Varchi

Doppio femminicidio, "quel velo di tristezza che segnava Sara". Autopsia sulle vittime e interrogatorio per Hicham

Indetto il lutto cittadino nel giorno dei funerali della 35enne e della madre che sono state uccise con venti fendenti dal compagno della giovane

Sara Ruschi era una ragazza dal cuore grande. Gli amici e i conoscenti la ricordano così: dolce e disponibile. Nonostante quel velo di tristezza che in alcuni periodi della sua vita era comparso sul suo volto. È morta insieme alla madre Brunetta Ridolfi, per mano del compagno, Jawad "Jaguar" Hicham, l'uomo che aveva amato e con il quale aveva avuto due figli. Una relazione che negli anni però si era logorata e nella quale i momenti di tensione si sarebbero fatti ogni giorno più pesanti. Fino all'epilogo, nella tragica notte di mercoledì scorso in via Benedetto Varchi. Era  l'1 circa quando il 38enne ha afferrato un coltello da cucina e si è avventato sulle due donne nella camera da letto. Ha sferrato tanti colpi: stando a un primo esame medico legale sui corpi delle vittime, si parlerebbe di circa 20 fendenti, molti dei quali rivolti alla compagna. Un delitto efferato. La signora Brunetta è morta tra le pareti dell'abitazione, Sara invece ospedale dove i sanitari si sono prodigati per salvarla, ma non ci sono riusciti.

"Io lei me la ricordo benissimo - ha raccontato in un toccante post l'ex consigliere regionale Angelo Rossi - veniva sempre al mio negozio qualche anno fa con questo bambino, il primo figlio, ed era molto giovane credo nemmeno ventenne, era una ragazza dolce ma molto, molto triste. La vita è stata dura con lei. Adesso il mio pensiero va ai figli che possano trovare  qualcuno che li ami e li porti  lontano da questa tragedia".

È stato proprio il figlio maggiore, un ragazzo di 16 anni, il primo a chiamare i soccorsi, chiedendo di salvare la sua mamma. In quei terribili minuti si è preso cura anche della sorellina, di  soli due anni. Poi al loro fianco sono arrivati gli agenti della Polizia di Stato, guidati dal dirigente Sergio Leo: angeli custodi in divisa, nella notte più drammatica della loro giovane vita. 

Omicidio in via Varchi: l'assassino ha provato a telefonare dopo le coltellate

Nel frattempo il padre è stato arrestato a poca distanza dall'abitazione. Dopo aver cercato la fuga, si era fermato a una cabina telefonica che si trova proprio di fronte alla casa, all'ombra di Porta San Lorentino, per fare una telefonata. Forse cercava di chiamare i soccorsi. Con sé aveva ancora l'arma del delitto, il coltello che è stato poi sequestrato. Gli inquirenti avrebbero trovato il 38enne in stato confusionale, ma non sarebbe apparso sotto l'effetto di alcol o stupefacenti, tanto che non sarebbero stati disposti esami tossicologici. Durante la lunga notte trascorsa in questura non avrebbe detto nulla su quanto avvenuto agli agenti e al pm che coordina le indagini, Marco Dioni. Forse racconterà la sua verità nelle prossime ore, quando si svolgeranno l'udienza di convalida dell'arresto e l'interrogatorio di garanzia che potrebbero essere fissati per la giornata di sabato. In quel momento potrà anche far luce sul movente del delitto che, stando a quanto raccontato dagli amici e dai colleghi della giovane mamma, potrebbe essere individuato nell'incapacità da parte dell'uomo di superare il naufragio della relazione. Di fatto però non erano mai state fatte denunce per maltrattamenti o violenze e la notizia pare essere arrivata tra gli inquilini del palazzo come un fulmine a ciel sereno. 

Sempre nelle prossime ore sarà conferito dalla procura di Arezzo l'incarico per eseguire l'autopsia sui corpi di Sara e Brunetta. Un accertamento che molto probabilmente sarà condotto lunedì prossimo dall'équipe di Medicina legale dell'università di Siena e che  potrebbe far ulteriore chiarezza sulla dinamica del duplice femminicidio. 

La notizia del duplice femminicidio ha scosso l'intera città ieri. L'amministrazione comunale ha condannato il terribile gesto e il sindaco Ghinelli ha indetto una giornata di lutto cittadino nel giorno dei funerali di Sara e Brunetta. 

I casi di violenza sulle donne nell'Aretino

I casi di violenza sulle donne, nell'Aretino sono nell'ordine di alcune centinaia all'anno. Nel 2022, nella provincia di Arezzo, sono stati 234 gli adulti presi in carico dal Codice Rosa e 29 i minori. 

"Nell’anno 2022 - spiega la Asl Toscana sud est - sono stati in totale 641 i Codici Rosa, cioè i casi di vittime di violenza (donne, bambini, persone discriminate), presi in carico dal particolare percorso di accesso ai pronto soccorso della Asl. In particolare per quanto riguarda gli adulti sono stati 24 abusi e 502 per maltrattamenti. Per quanto riguarda i minori i codici rosa sono stati 5 per abusi e 110 per maltrattamenti.

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