A proposito del bando per la gestione dei rifiuti della Toscana Sud, nel giiugno 2012 scrivevo su queste colonne virtuali quanto segue. Al bando parevano partecipare ancora due raggruppamenti di imprese, ma poi ne rimase soltanto uno, 6Toscana:

"Ma ecco le anomalie cui va data una risposta certa e in tempi brevissimi.

...

- Del bando di gara non vi è traccia. Nessuno, al di fuori di ATO e dei raggruppamenti partecipanti, pare conoscerne il contenuto in dettaglio. Il sito dell'ATO stessa è desolatamente privo di pubblicità in merito e presenta una sezione denominata "trasparenza" che è una pagina bianca. E' normale questo? Rientra nella norma che un Ente completamente pubblico celi la propria attività principale (quasi unica) che comporta spese per un miliardo e quattrocento milioni di soldi dei cittadini? Cosa contiene il bando in merito alle garanzie per il pubblico e al contenimento delle tariffe?

- I concorrenti preselezionati per la gara erano tre, ma uno di questi si è ritirato e gli altri due sono chiaramente espressione di realtà e amministrazioni riconducibili al Partito Democratico (il Comune di Bologna da una parte, La Castelnuovese e MPS dall'altra, per esempio). Questo è normale in una gara di tale importanza? C'è o non c'è il rischio che due concorrenti si mettano d'accordo e uno dei due vinca la gara offrendo quel che più gli aggrada? C'è o non c'è il rischio che i cittadini vedano schizzare alle stelle il prezzo delle bollette che riguardano i rifiuti?"

Non ero un veggente, ma semplicemente avevo cercato informazioni in merito al percorso di quel bando, cosa che non fecero allora i principali altri mezzi di comunicazione aretini. In quel momento mi guadagnai delle minacce per quel che avevo scritto; oggi, a distanza di qualche anno, siamo giunti agli arresti, come ci racconta con dovizia di particolari la nostra Enrica Cherici.