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300mila euro per aprire la cava a Cincelli. Il comune fa chiarezza: "Investimenti nelle e per le frazioni"

L'amministrazione comunale di Capolona spiega la propria posizione in merito alla realizzazione della cava nella piana di Cincelli

L'intento è quello di fare chiarezza perché sull'intera vicenda è stata fatta "tendenziosa e cattiva informazione, che ha tra l’altro provocato un terrorismo mediatico inopportuno e diffamatorio, messa in atto da taluni soggetti in relazione alla previsione di una coltivazione di inerti".

L'amministrazione comunale di Capolona non ha dubbi circa la necessità di mettere ordine circa la questione riguardante la cava nella piana di Cincelli.

Così attraverso una lunga e dettagliata nota scritta, dal municipio capolonese arriva la contro replica a quanto sino ad oggi riportato dai componenti del neo comitato La valle delle Piagge, semplici cittadini, firmatari della petizione online e da ultimo, i membri di Legamebiente Arezzo.

La petizione sbarca sul web

"Facciamo chiarezza nel corretto rapporto tra cittadini e pubblica amministrazione, nell’interesse per l’ambiente, per lo sviluppo sostenibile del territorio e per la crescita dei livelli occupazionali delle aziende che vi operano - spiegano dall'amministrazione comunale - Innanzitutto, il 5 aprile 2019 è stata data risposta scritta all’interrogazione a carattere urgente presentata dai consiglieri di minoranza riguardo alla cava estrattiva zona Le Piagge o “Piana di Cincelli”. Inoltre, nella delibera di giunta nr. 8 del 21/01/2019 è stato esclusivamente deliberato: “di dare mandato al responsabile dell’'ufficio tecnico urbanistica di predisporre tutti gli atti necessari e consequenziali all’avvio della procedura di accordo di pianificazione per l’inserimento di un’area estrattiva per la coltivazione di materiali alluvionali quali sabbie e ghiaie, in Comune di Capolona, località Vignoli”. Pertanto, come più volte dichiarato dal sindaco Mario Francesconi, nulla di definitivo è già stato approvato. Quindi, si conferma che, come previsto dalla normativa, attualmente siamo nella fase di pianificazione urbanistica finalizzata all’individuazione dell’area di giacimento/prescrizione localizzativa negli appositi strumenti".

"Meglio scavare che costruire capannoni"

Dunque, come più volte ribadito dal sindaco e dalla giunta capolonese, non vi è ancora nulla di definitivo nel procedimento che riguarderà l'apertura di un'area estrattiva anche se, l'amministrazione ha ritenuto plausibile dare il proprio nulla osta all'avvio della procedura di accordo.

"Sarà nella successiva fase di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) - spiegano ancora - verrà redatto il progetto di coltivazione e ripristino ambientale, dove l’amministrazione comunale con ruolo di attore principale, individuerà ogni prescrizione ritenuta necessaria al perseguimento degli obbiettivi per la tutela del paesaggio, dell’ambiente e delle attività esistenti. L’ultima fase, di competenza esclusiva dell’amministrazione comunale, è quella autorizzativa e prevede la predisposizione del progetto esecutivo che dovrà necessariamente recepire le prescrizioni della VIA oltre alle ulteriori che il comune riterrà opportune per la massima tutela ambientale".

In aggiunta è sempre l'amministrazione della comunità casentinese a sottolineare alcuni aspetti riguardanti il futuro dell'area.
Un'enumerazione dettagliata che viene elencata per "maggior chiarezza e tranquillità".

Di seguito i punti riportati dal comune di Capolona nella nota stampa.

  • L’area in oggetto risulta, in tutti gli strumenti di governo del territorio del comune di Capolona, Piano Strutturale redatto nel 2004, nel Regolamento Urbanistico del 2006 e il Piano Operativo adottato nel 2017 libera da vincoli ostativi allo svolgimento della coltivazione di inerti, come pure risulta libera da ogni tipo di vincolo paesaggistico e di natura archeologica. Quindi l’attuale amministrazione non ha trovato nessun vincolo applicato dalle precedenti amministrazioni.
  • Anche per quanto sopra detto il Piano Regionale Cave (PRC) di cui alla proposta di deliberazione al consiglio regionale n. 41 del 18.02.2019, individua l’area in oggetto come area di giacimento risultando compatibile e coerente con il sistema vincolistico utilizzato dal PRC attraverso il supporto metodologico dell’analisi multi criteriale applicata.
  • L’area proposta per la coltivazione di materiali inerti, quali sabbie e ghiaie, posta in località Vignoli, interessa una superficie lorda di circa 7 ettari, ma l’oggetto dell’effettiva coltivazione occupa 5 ettari circa tenendo conto delle fasce di rispetto.
  • L’attività di coltivazione è reversibile, transitoria e limitata nel tempo ed al termine del periodo di coltivazione l’intera superficie verrà restituita al previgente uso e funzione agricola. Le operazioni di ripristino ambientale si sostanzieranno nella rimodellazione delle superfici, per conferire una geomorfologia simile a quella esistente utilizzando anche il terreno superficiale, non produttivo ai fini della coltivazione, precedentemente asportato ed ivi accumulato.
  • La coltivazione avverrà per tranche della superficie di circa 5.000 mq e si potrà passare alla tranche successiva solo al completo recupero della precedente; al fine di assicurare l’effettivo e puntuale ripristino delle aree coltivate la ditta dovrà rilasciare, a favore dell’amministrazione comunale, idonea garanzia fideiussoria così come previsto dalla recente normativa regionale in materia, legge n. 35/2015.
  • L’attività prevista riguarderà esclusivamente la coltivazione di sabbie e ghiaie, senza la realizzazione di alcun impianto di trasformazione e lavorazione inerti (come scorrettamente evidenziato in foto che stanno circolando sui social); nell’area di coltivazione per disposizioni di legge è vietato realizzare una discarica. Quindi non verranno e non potranno essere depositati rifiuti nell’area, espressamente vietati dalle normative vigenti e contro ogni interesse di questa amministrazione che del proprio territorio ha profondo rispetto. A fronte di ciò ci saranno continui monitoraggi di Asl e Arpat.
  • I mezzi utilizzati per il trasporto del materiale coltivato, si muoveranno in direzione Valdarno, senza attraversare l’abitato di Cincelli e senza attraversare la frazione di Castelluccio e lo storico manufatto di Ponte Buriano.
  • Ad oggi l’area è utilizzata come seminativo e non sono presenti elementi preclusivi alla coltivazione di inerti, la morfologia ondulata, derivante dalle azioni messe in atto nel passato per ottenere superfici agevolmente coltivabili (azione antropica), offre l’opportunità per una ideale gestione dell’attività di coltivazione e ripristino a favore di un migliore recupero ambientale del territorio.

Insomma a detta dell'amministrazione comunale non vi sarebbero motivi di preoccupazione da parte dei residenti della zona. Ma non solo, "chiarite le perplessità ed i dubbi che in questi giorni hanno dato adito ad infondati timori ed inutili maldicenze sull’uso improprio del nostro territorio, l’amministrazione comunale si fa garante, nell’interesse del bene comune, dell’ambiente, del paesaggio, delle aziende che qui creano e mantengono occupazione, investendo gli oneri derivanti dall’attività di coltivazione (circa 300mila euro) per opere utili alla collettività di Capolona mirate in particolare per le esigenze delle frazioni limitrofe alla cava quali fonte di risorse fondamentali per la nostra comunità".

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