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Martedì, 30 Aprile 2024
Attualità Monterchi

L'incredibile storia del capolavoro conteso. Così la Madonna del Parto rischia (ancora) lo sfratto

Nel mese di maggio è previsto un nuovo incontro tra gli attori principali: Comune, Soprintendenza e Ministero. "La speranza è quella che l'opera resti nell'attuale museo", dice il sindaco Alfredo Romanelli. Ma secondo la corte dei Conti va spostato nella collocazione originale, che purtroppo oggi non esiste più

Un anno fa l'ultimo sopralluogo del Ministero. Oggi  continua l'attesa (che va avanti da circa 30 anni) per conoscere quale sarà la sorte del capolavoro che Piero della Francesca dedicò alla madre. Intanto il celebre affresco che raffigura la "Madonna del Parto" resta nella teca allestita in via della Reglia, a Monterchi, dove ogni anno viene ammirato da migliaia di visitatori. Circa 23mila nel 2023, mentre prima della pandemia i biglietti staccati toccavano quota 25mila. Numeri esorbitanti per il piccolo comune, incastonato tra la Toscana e l'Umbria, che conta poco più di 1700 abitanti. Ma una decisione potrebbe essere presa a breve. O almeno lo sperano i residenti e l'amministrazione.

Nel mese di maggio è infatti previsto un nuovo incontro tra gli attori principali: Comune, Soprintendenza e Ministero. "La speranza è quella che l'opera resti nell'attuale museo", dice il sindaco Alfredo Romanelli, mentre si accinge a correre la sua terza campagna elettorale. In realtà dopo il sopralluogo del 27 marzo del 2023, quando su richiesta dello stesso primo cittadino, arrivarono a Monterchi Emanuele Merlino, capo della segreteria tecnica del ministro Gennaro Sangiuliano e Giorgio Brugnoni, funzionario ministeriale, ci sono stati incontri ufficiosi. Stando a quanto trapelato, il ministero perorerebbe la causa del Comune, anche perché gli "inviati" presero atto della presenza di un vero e proprio museo civico, con un percorso per i turisti, che sta portando tanti visitatori anche nel centro storico altrimenti spopolato. 

Ipotesi ricollocazione

Ma quali sono le ipotesi per la collocazione? Come detto l'amministrazione comunale vorrebbe mantenere il capolavoro all'interno dell'ex scuola elementare (edifico alle pendici del centro storico) dove è stata collocata nel 1992 e custodita in una speciale teca che ne garantisce la conservazione. Il consiglio di Stato però si è espresso in modo diverso. Secondo i giudici l'affresco è "inscindibile dalla prima sede". Che però oggi in pratica non esiste più. L'edificio dove l'affresco fu realizzato, ovvero la chiesa di Santa Maria Momentana, è stata semi demolita e ricostruita per due volte in tre secoli. Questo implica che, in caso di spostamento, l'affresco tornerebbe sì nell'area originale, ma in una struttura più piccola (una cappella cimiteriale) che è stata ricostruita. In particolare gli interventi che risalgono agli anni 1955-1956 mutarono l’orientamento originario est-ovest dell'edificio chiudendo così dell’antico ingresso settecentesco della chiesa e l’apertura di un nuovo sul lato meridionale. La'ffresco di conseguenza dalla parete orientale fu spostato in quella che punta a nord: "Una posizione - sostengono i dettrattori del ritorno nella chiesa originale - ben lontana dalle condizioni di luce in cui era stata affrescata da Piero della Francesca".

Nella diatriba un ruolo lo ha avuto anche la Diocesi di Arezzo Cortona e Sansepolcro che ha chiesto a viva voce una collocazione che potesse permettere il culto. Nell'aprile del 2009, ovvero 15 anni fa, fu così proposta una soluzione alternativa: quella della collocazione nella chiesa di San Benedetto, che si trova proprio di fronte all'edificio dove attualemente si trova l'affresco. Ma se comune e diocesi trovarono un accordo, non ci fu il beneplacito della Soprintendenza che aveva valutato già 10 anni prima tale soluzione inadeguata a casua delle eccessive dimensioni architettoniche (reputate non coerenti con l'affresco) sia lo stato precario in cui verteva la struttura.

Il mondo politico si schiera

Negli ultimi anni però la soluzione perorata dal Comune ha trovato l'approvazione del mondo politico locale. A partire dal presidente della Regione Eugenio Giani, che pur appartenendo a tutt'altro schieramento politico ha dichiarato pubblicamente che lo spostamento sarebbe stato un errore: "E’ vero - ha dichiarato - che la Madonna del parto è stata stabilizzata in un luogo diverso dalla collocazione originale ma si tratta comunque di un luogo che, negli anni, ha acquistato una progressiva identità legata a quest’opera, con una buona risposta dei flussi turistici e del sistema economico di Monterchi. Ritengo che spostarla dall’attuale collocazione sia sbagliato".

Lo scorso anno anche il critico d'arte, all'epoca sottosegretario del ministero Vittorio Sgarbi (che conosce Monterchi e ha visitato molte volte La Madonna del Parto) ha ritenuto l'attuale collocazione la migliore. "Mentre ragioni storiche e sentimentali rendono suggestiva la ricollocazione nel sito originale - ha spiegato -, la semplice elaborazione di una perfetta riproduzione in 3D (nel genere dei prodotti di "Factum Arte") chiuderebbe la questione, non attraverso una soluzione salomonica: le ragioni prevalenti della conservazione e la qualità della esposizione raggiunta nella sede attuale sono insuperabili". La Soprintendenza però avrebbe una proposta da mostrare al Ministero, che potrebbe cambiare le sorti dell'opera. Un progetto che potrebbe essere presentato direttamente al Ministero, durante l'atteso incontro di maggio. Sperando che, campagna elettorale permettendo, non slitti ancora. 

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