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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Consiglio di Stato, sentenza-macigno contro Monterchi: "La Madonna del Parto va smontata e spostata"

Via l'affresco dall'ex scuola. dovrà tornare nella collocazione originale. Ma la chiesa di Santa Maria Momentana in tre secoli è stata distrutta e ricostruita due volte e oggi è circondata da un cimitero

La Madonna del Parto va ricollocata negli spazi originali. E' arrivata la sentenza del Consiglio di Stato che dopo 30 anni chiude la querelle tra Comune di Monterchi e Ministero dei beni culturali: l'affresco è inscindibile dalla prima sede. Una stangata per l'amministrazione monterchiese, che negli anni - coinvolgendo Regione e Soprintendenza - si era adoperata per creare attorno al capolavoro di Piero della Francesca un museo di tutto rispetto, nei locali di una ex scuola. La sentenza, ccome riporta Teletruria, fa seguito al parere del Tar della Toscana dello scorso anno ed è un macigno che implica una rivoluzione onerosa - e di complicata realizzazione pratica - per la collocazione dell'opera nella chiesa di Santa Maria Momentana.

Il contenzioso

Il capolavoro di Piero della Francesca attualmente si trova nella ex scuola elementare di via della Reglia, in un piccolo museo a lei dedicato. E' stata collocata lì nel 1992 dopo una lunga battaglia giuridica, che vide tra i protagonisti Comune, diocesi e Ministero dei beni culturali. Una battaglia che sembra però non essere ancora conclusa (l'amministrazione comunale potrebbe infatti a questo punto rivolgersi al Consiglio di Stato).  Secondo il tribunale amministrativo regionale infatti, l'affresco dovrebbe essere spostato. Dove? Nel luogo che fu indicato molti anni fa da Ministero e Soprintendenza, ovvero la chiesa di Santa Maria Momentana. E qui scattano le polemiche: perché - sostengono i detrattori - quella chiesa, che in origine ospitava l'opera, è stata demolita e ricostruita per due volte in tre secoli. Quindi, in caso di spostamento, l'affresco tornerebbe sì nell'area originale, ma in quel luogo della struttura dove fu dipinta non resta traccia. 

museo madonna parto via reglia-2

La vicenda giuridica

La Madonna del Parto fu affrescata nella chiesa di Santa Maria Momentana alla metà del XV secolo. Era un luogo di culto di campagna che sorgeva nella collina di fronte a Monterchi.  L'edificio però, come ricorda anche il Tar nella sua sentenza, fu demolito "nel 1785 dalla comunità di Monterchi per costruirvi un cimitero e da allora l'affresco è rimasto in una cappella situata dentro al cimitero, attualmente in proprietà del Comune". Non solo. Quella cappella venne demolita e ricostruita nel 1956: nulla dell'originale sarebbe rimasto. Quella che c'è oggi è una piccola chiesa che, come già sottolineato dal sindaco di Monterchi Alfredo Romanelli: "Non riuscirebbe ad ospitare i turisti". 

La battaglia legale sulla collocazione dell'affresco si innescò in seguito al restauro conservativo eseguito nel 1992, in occasione del 500esimo anniversario della morte di Piero della Francesca. L'opera fu spostata per permettere il delicato intervento e da allora rimase in via della Reglia. A quel punto iniziarono una serie di procedimenti legali.  Da un lato la ci fu la diocesi che ne reclamava la proprietà: in questo caso si arrivò ad un accordo che prevedeva di trasferire l'opera nell'ex monastero delle Benedettine. Sarebbero stati però necessari importanti e costosi interventi di ristrutturazione dell'ex monastero e la creazione di un nuovo Oratorio della Madonna del Parto. Nulla è stato fatto e l'affresco è rimasto nelle ex scuole.

cappella santa maria momentana-2

Dall'altro lato si aprì un il contenzioso con il ministero che perorava lo spostamento. Nel dicembre del 2015 il comune di Monterchi fece ricorso nei confronti di due provvedimenti del Ministero dei beni culturali: uno stabiliva l'"inscindibilità dell'affresco con la cappella di Santa Maria Momentana", considerata sede originaria, l'altro invece stabiliva che Comune e Diocesi dovessero essere qualificati entrambi come "detentori", a seguito della dichiarazione di interesse culturale avviata da una specifica commissione, incaricata dal Ministero. Poi è arrivata la sentenza per quel procedimento: il Tar rigettato il ricorso contro l'ipotesi di inscindibilità dell'opera con la cappella. E il Consiglio di Stato ha confermato il parere.

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