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Lunedì, 29 Aprile 2024
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Raccolta tartufi. Ceccarelli e De Robertis: “Armonizzare i calendari per tutelare i raccoglitori”

I due esponenti del Pd evidenziano le differenze con le regioni confinanti

Un calendario diverso da regione a regione. La raccolta dei tartufi varia non solamente da quale tipologia si va a raccogliere ma anche in base alla zona in cui si raccoglie. Così si passa dalla Toscana dove si può cercare il Tartufo Bianco Pregiato 2022 il 10 settembre, mentre nella vicina Umbria e Marche solo a fine settembre e in Emilia Romagna il via c'è per il 20 settembre. Una differenza abissale in pochi chilometri di distanza. Questa discrepanza continua per altre tipologie: per il Tartufo Nero Pregiato 2022 in Toscana la ''cava'' è autorizzata dal 15 novembre, per Emilia Romagna e Marche dal primo novembre mentre per l'Umbria dal primo dicembre

Perché un calendario? Perché esiste una normativa ben precisa e regolata dalle varie regioni italiane per la raccolta tartufi. Proprio queste leggi sono al centro di una interrogazione regionale.

“Non possiamo accettare che per una mera incoerenza dei calendari che autorizzano la raccolta dei tartufi, nelle diverse regioni, i raccoglitori toscani abbiano a subire danni in un settore che per i nostri territori rappresenta una valore”.

Con queste parole, il capogruppo del Pd in Consiglio regionale Vincenzo Ceccarelli e la presidente della commissione Ambiente e territorio, Lucia De Robertis, annunciano la presentazione di un’interrogazione al presidente Giani sul tema, con la quale si chiede di conoscere quali azioni intenda assumere, limitatamente ai territori di confine, al fine di armonizzare le date della fase di inizio della cerca e raccolta del tartufo qualora queste risultino anticipate rispetto a quelle previste dalle regioni Umbria e Marche.

“In particolare – spiegano Ceccarelli e De Robertis - per alcune specie di tartufo, in Toscana viene autorizzata l’apertura in anticipo rispetto alle nostre regioni vicine. Se questa incongruenza non viene risolta, è inevitabile lo spostamento in Toscana di cercatori provenienti da regioni limitrofe, in attesa delle aperture locali. Una soluzione potrebbe essere quella di rendere più flessibi il calendario della nostra regione, magari delegando le deroghe ai comuni di confine. Vogliamo ricordare – concludono Ceccarelli e De Robertis - che in Toscana sono presenti tutte le specie di tartufo commestibili, da quelle pregiate a quelle cosiddette ‘minori’ e che la raccolta del tartufo è una a ricchezza per l’economia di questi territori, che soffrono dei problemi tipici delle cosiddette aree interne”.

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