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Regolamento sul decoro urbano. Il Pd attaccata il sindaco Chiassai: "Documento xenofobo e divisivo"

Ad intervenire pubblicamente è il segretario del Circolo del Partito Democratico di Montevarchi

È sul tema del decoro urbano che interviene pubblicamente il Samuele Cuzzoni, segretario del Circolo del Partito Democratico di Montevarchi. L'eponente del Pd, attraverso una nota scritta, esprire le proprie considerazioni in merito al regolamento, indicato dalla giunta guidata dal sindaco Silvia Chiassai Martini, riguardante il decoro nel centro storico della cittadina valdarnese.

"Ho letto con attenzione il nuovo regolamento per la tutela e il decoro delle attività del centro storico voluto con forza e senza alcun dialogo con le opposizioni e con la città dalla destra che guida il Comune di Montevarchi e sono allibito. Con i soliti concetti paravento, che sentiamo fin dall'inizio di questa legislatura, del decoro urbano, della qualità della vita dei residenti, della tutela dell’identità storico-architettonica della città, si mira ad insinuare nella nostra città concetti divisivi ed ingiusti, quasi razzisti e sicuramente xenofobi, tipici della destra peggiore e che ci rimandano purtroppo indietro esattamente di un secolo.   

Vietati in buona parte della città negozi etnici alimentari e non alimentari, bazar, internet point, distributori automatici, consentite nuove aperture solo per chi venda prodotti alimentari e non “della tradizione italiana” (ma forse volevano scrivere 'tradizione italica'), ma senza poi dirci quali siano. Inoltre si specifica che le insegne, anche quelle esistenti, dovranno essere espresse esclusivamente “con caratteri della cultura occidentale, in lingua Italiana (ma anche qui forse volevano scrivere 'italica'), fatta eccezione per quelle parole ormai divenute parte del linguaggio italiano”, ma non si specifica ovviamente quali siano per lasciare un bel po' di discrezionalità.

La giunta Chiassai ha deciso così di mostrare il proprio vero volto: dopo cinque anni di immobilismo e di provvedimenti spot ecco la trovata elettorale per compiacere quanti finora non hanno visto niente, ma invocano ancora il pugno duro. Nonostante le promesse e gli annunci clamorosi, come il divieto di sedersi sulle panchine o l'eliminazione dei tavolini all'aperto in alcune zone della città, non solo la città di Montevarchi non è cresciuta o migliorata, ma bensì la si è fatta passare, dagli amministratori stessi, come il Bronx del Valdarno. Montevarchi fino a 5 anni fa era un simbolo concreto di sperimentazione nel campo della coesione sociale e di un paese multiculturale, quale quello che siamo, capace di creare progetti di integrazione cercando di anticipare un problema che adesso abbiamo tutti noi davanti agli occhi.

La voglia di esclusione sociale, e non di inclusione, di scegliere chi è meglio e chi è peggio, esce con forza da queste normative e scelte amministrative: azioni inammissibili e controproducenti al bene della comunità montevarchina tutta. Invitiamo pertanto apertamente il sindaco Chiassai ad andarsi a rileggere l'articolo 3 della nostra Costituzione dove “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione” e l'articolo 41 dove si stabilisce che “L’iniziativa economica privata è libera”.

Montevarchi ed i montevarchini meritano qualcuno che vuole bene veramente a questo paese, che si prenda cura di ogni cittadino, non con questi provvedimenti sensazionali ed ingiusti, ma con progetti lungimiranti e di respiro che possano regalarci una città rinnovata, sostenibile e dialogante. Si erano proposti con lo slogan 'Tutta un’altra storia', e difatti ci stanno portando indietro nella storia e nella civiltà di molti anni".

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