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Calcio

Da ottobre a oggi una media punti da metà classifica. Nell'Arezzo tornano tutti sotto esame

Dopo la sciagurata sconfitta di Terranuova, riaffiorano dubbi e ansie. E nel pomeriggio allo stadio arriva il presidente Manzo per la strigliata generale

Altalena amaranto

L'Arezzo non va. Anzi, va a intermittenza. Vince e gioca bene con le più forti del girone, poi perde punti e partite con le piccole. Una calda e una fredda, un'altalena che sta sfibrando squadra e ambiente, con certezze rimesse sempre in discussione e difetti che scompaiono per poi riapparire.

Una volta un rigore fallito (finora quattro su sei), una volta l'inferiorità numerica (cinque gare chiuse con l'uomo in meno), una volta i gol sbagliati davanti al portiere, una volta gli episodi e via imprecando: in 21 giornate ne sono successe tante, troppe, con l'Arezzo un po' vittima e un po' colpevole. Fatto sta che, se il campionato finisse oggi, in C salirebbe la Pianese.

Trend negativo

I numeri, che nel calcio contano, sono emblematici: l'Arezzo ha conquistato 18 punti nelle prime 6 giornate, vincendo sempre (13 gol fatti, uno subìto), e 23 punti nelle successive 15, vincendo solo 6 volte, cui vanno aggiunti 5 pareggi e 4 sconfitte (19 gol fatti, 16 subìti). Lasciando da parte la strepitosa serie iniziale, la media punti da ottobre a oggi è di 1,53, con appena 3 gare chiuse senza reti al passivo. Roba da metà classifica, non certo da una squadra che ha una rosa forte come qualità e quantità e che punta alla promozione.

Giovannini_Cutolo_Arezzo_2022

Paradossi tecnici

Nell'Arezzo convivono tanti paradossi. L'organico è ampio, con risorse variegate, ma chi va dentro dalla panchina incide poco, tant'è che l'ultimo gol di un subentrato è della sesta giornata (Bramante in rete con il Seravezza).

I calci piazzati, che la Pianese sfrutta con cinismo, per gli amaranto sono tabù: 137 angoli battuti fino a oggi hanno prodotto appena 3 segnature, dilatando l'inopinata difficoltà della squadra a buttarla dentro. Basti pensare che nessun giocatore è in doppia cifra e che i marcatori più prolifici (5 gol) sono Castiglia, un centrocampista, e Gaddini, che è stato falcidiato dagli infortuni e che vanta appena 10 apparizioni (6 da titolare).

I difetti del 433

Indiani, un allenatore esperto e con 9 promozioni nel palmarès, ha utilizzato costantemente il 433, con gli esterni d'attacco larghi e una punta centrale spesso a corto di rifornimenti. Gli elementi offensivi sono tecnici ma poco prolifici. A parte Gucci (4 gol, arrivato a novembre) e Gaddini, gli altri segnano con il contagocce: Convitto 4 gol, Bramante 2, Pattarello 1. Il mister insiste a schierarli con il piede invertito (il destro a sinistra, il mancino a destra) per farli entrare dentro al campo e facilitarne il tiro in porta. Ma i benefici latitano e la manovra, a lungo andare, s'ingolfa. Anche perché il cliché tattico cambia di rado e l'Arezzo, quando non può tenere palla a terra, va in difficoltà, facilitando le contromisure avversarie.

Presunzione e negligenza

Indiani lo ha sottolineato dopo la clamorosa sconfitta di domenica a Terranuova, ammettendo le sue responsabilità. Ma anche la squadra ha peccato di presunzione e negligenza, affrontando l'ultima in classifica con la sigaretta in bocca e perdendo il bandolo della matassa di fronte alla combattività dei valdarnesi.

Dopo il colpaccio di Piancastagnaio, l'Arezzo raggranellò un punto nelle successive due giornate. Dopo la splendida vittoria di Gavorrano, idem. Non è un caso e questa difficoltà nel tenere la testa al pezzo rischia di affossare una stagione cominciata alla grande.

coreo terranuova arezzo

Le incongruenze del mercato

Il mercato di riparazione, inoltre, non ha portato i frutti sperati, almeno per ora. Il dg Giovannini ha puntato su elementi di valore come Arduini e Persichini, prelevati dalla C. Solo che il primo aveva nelle gambe 13 minuti di campionato. E il secondo ha dovuto attendere un mese per motivi burocratici prima di essere utilizzato. Entrambi, dal punto di vista del ritmo gara, stanno pagando dazio.

Poi c'è il 2004, che in D va schierato obbligatoriamente dal primo minuto. L'Arezzo si è privato di Lorenzini a fine novembre e di Dema prima di Natale, ma un innesto arriverà solo oggi. Indiani si è così trovato con alternative limitate per un giocatore chiave.

La strigliata del presidente

Il campionato, in ogni caso, non è finito. La squadra, nei momenti di difficoltà, ha sempre reagito alla grande e la tifoseria si attende un moto d'orgoglio anche stavolta. La società idem, con il presidente Guglielmo Manzo che arriverà da Roma in giornata. La sua presenza alla ripresa degli allenamenti, con la Flaminia alle porte, ha un significato chiaro: tutti sotto esame, allenatore e giocatori, bonus esauriti. Di qui alla fine non si può più sbagliare.

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