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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Bomber Gucci, le parate di Trombini, spirito di squadra. L'Arezzo va avanti con fiducia

La vittoria di Chiavari ha ridato linfa alla classifica, confermando che gli amaranto possono recitare il ruolo di mina vagante del torneo

DAL CANTO DIXIT - Il calcio toglie e il calcio dà, anche a distanza di pochi giorni. L'Arezzo recupera un paio di punti lasciati per strada nelle scorse settimane e condanna l'Entella a una sconfitta che, dati alla mano, è troppo severa. Ma la ruota, come il pallone, gira per tutti. Numeri alla mano, torna alla mente il commento di Dal Canto dopo la partita con la Carrarese: "Per come gioca l'Arezzo, ci sta che faccia meglio fuori che in casa". Per adesso lo score recita: 5 partite disputate e 2 vittorie, entrambe in trasferta.

BELLO SOFFRIRE - Al di là degli episodi, baciati dalla buona sorte, Indiani e la squadra qualche merito ce l'hanno pure stavolta. La scelta di utilizzare Poggesi a sinistra, che all'arrivo delle formazioni aveva riscosso zero consensi, si è rivelata decisiva. E l'azione del raddoppio è stata a dir poco magistrale, con uno sviluppo rapido e impetuoso che all'allenatore piace da sempre. Poi ci ha pensato Trombini. In questi casi si scrive che è stata fondamentale la capacità di soffrire e non è una bugia.

IL 361 DI INDIANI - Curioso il fatto che le uniche due vittorie conquistate quest'anno siano figlie (anche) del 352 rispolverato da Indiani nelle battute finali di Rimini e Chiavari. Come a dire che va bene il 433, ok la variante del 4231, ma poi c'è da fare ciccia e un po' di sano pragmatismo non guasta. Anzi, sabato addirittura l'Arezzo ha chiuso con un 3511 che non si vedeva dai tempi di Capuano, con Gucci e poi Crisafi davanti e Castiglia (!) sottopunta. Qualcuno in tribuna mormorava di un bizzarro 361, che Indiani in carriera avrà utilizzato ogni morte di Papa. Bene così. Anzi, forse la difesa blindata avrebbe fatto comodo anche prima che Santini riaprisse la gara. Ma non si può pretendere l'impossibile e poi tutto è bene quel che finisce bene.

Virtus Entella-Arezzo 1-2 (34)

BOMBER - Niccolò Gucci, nato a Bagno a Ripoli, ha compiuto 33 anni a giugno. Lo scorso autunno, strappato alla Vis Pesaro dove aveva un contratto pluriennale e la fascia di capitano al braccio, svoltò il campionato dell'Arezzo, interpretando il ruolo di centravanti con la fisicità che vuole Indiani, l'efficacia delle sponde che richiede la logica e 7 gol nei momenti topici del torneo (4 dei quali sullo 0-0). La capacità di trasformare in oro quel poco che la squadra, per caratteristiche e impostazione, gli concede, è la sua più grande qualità. Mai un lamento, mai la richiesta di un cross come Cristo comanda o di un pallone facile facile da spingere in rete, sempre in trincea per una spizzata e una legnata dal marcatore di turno, è già a quota 3. Sabato, sapendo come vanno le cose, ha trasformato in assist un cambio gioco dello scriteriato Lancini. Tra i prof non è mai andato in doppia cifra, nemmeno da giovane. E qui ci fermiamo perché nel calcio sono tutti scaramantici e non si può proseguire oltre...

SONO RIMASTI IN TRE - Dopo cinque giornate di campionato, e messi a referto gli esordi di Poggesi e Crisafi contro l'Entella, Indiani ha fatto giocare 23 calciatori. All'appello ne mancano solo tre: il portiere Ermini, i terzini Montini e Zona. Conoscendo l'allenatore, possono cominciare a scaldarsi.

MINA VAGANTE - Il colpo di Chiavari e i 7 punti raccolti in 5 giornate dicono che l'Arezzo il ruolo di mina vagante può recitarlo veramente. E che i 200 nel settore ospiti hanno offerto uno spettacolo raro per queste categorie. 98 minuti di rumba totale, con i bandieroni all'aria e un calore incredibile. Il vento amico del centenario continua a soffiare alle spalle.

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