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San Donato, la storia del patrono di Arezzo

La biografia, i miracoli e il martirio del secondo vescovo della città. La storia di San Donato

Sulla vita del patrono di Arezzo, almeno sulle origini ci sono varie informazioni. Secondo alcuni San Donato era originario di Nicomedia, una località dell'odierna Turchia, come riportano alcuni portali che si occupano della vita di santi e beati. Altri invece indicano come luogo di nascita proprio Arezzo.

Ad ogni modo è a Roma che Donato si forma, educato da Pimenio, diventando chierico. Qui però scattano le prime persecuzioni sotto l'imperatore Giuliano che secondo la tradizione avrebbero portato alla morte i genitori di Donato che raggiunse Arezzo dove il popolo inizia a parlare dei suoi prodigi.
Avrebbe ridato la vista ad una donna, scacciato i demoni dal figlio del prefetto di Arezzo, venendo poi ordinato sacerdote dal primo vescovo della città, Satiro.

Alla morte del vescovo viene indicato da papa Giulio come successore per la nascente diocesi aretina. Donato prosegue l'opera di evangelizzazione nonostante le persecuzioni. Si racconta che mentre stava celebrando una messa dei oagani irruppero distruggendo il calice di vetro in cui sarebbe stato versato il vino al momento della comunione. Donato dopo aver recitato una preghiera raccolse i pezzi e anche se ne mancava uno sul fondo riuscì comunque a servire il vino durante la messa, fra lo stupore generale provocato dal miracolo ben 79 pagani si convertirono

Il martirio

Nell'agosto del 362 (ma altre fonti parlano del 304) Donato venne arrestato dal prefetto di Arezzo, Quadraziano dando seguito alle persecuzioni avviate dall'imperatore Giuliano. Il 7 agosto Donato venne decapitato.
Gelasio, suo successore, fece costruire sul colle del Pionta la tomba che ospitò il corpo del martire. Qui venne eretta la prima cattedrale di Arezzo. A San Donato vennero subito attribuiti alcuni miracoli e la guarigione di un bambino affetto da epilessia. Ecco perchè è considerato il protettore di chi soffre di questa patologia.

Le reliquie

Nel 1384 Enguerrand de Coucy, capitano di ventura francese, espugnò e depredò Arezzo e quando lasciò la città portò con sé la testa di San Donato. Fu grazie a Sinibaldo Ordelaffi, signore di Forlì, se Arezzo rientrò in possesso della reliquia. Sinibaldo riscattò infatti la testa, oggi conservata nella Pieve mentre il corpo si trova nell'arca a lui dedicata.

La ricorrenza del 6 e 7 agosto

A onor del vero il ruolo di protettore della città San Donato deve dividerlo con la Madonna del Conforto anche perché la ricorrenza del patrono cade in un periodo dell'anno in cui la città si svuota.
Arezzo ricorda il suo vescovo con i tradizionali fuochi d'artificio nella sera del 6 agosto. Il programma delle celebrazioni prevede alle 20,30 in piazza San Domenico il ritrovo delle rappresentative del Gruppo Musici della Giostra del Saracino, dell’Associazione Signa Arretii, dei quartieri di Porta Crucifera, Porta del Foro, Porta Sant’Andrea e Porta Santo Spirito, assieme ai gruppi storici della provincia che riuniscono e rappresentano tutte le 4 vallate: Compagnia del pallone grosso della Misericordia di Monte San Savino, Gruppo storico Monte San Savino, Gruppo storico Chiusi della Verna, Associazione centro rievocazione storica città di Montevarchi, Gruppo storico Chimera, Gruppo storico VV.FF (Arezzo), Associazione culturale Scannagallo (Pozzo della Chiana), Associazione alla corte de’ Medici città di Sansepolcro, Associazione rievocazioni storiche subbianesi, Terziere Porta Fiorentina, Rione Cassero, Rione Porta Romana (i rioni del Palio di Castiglion Fiorentino), Associazione culturale La Rocca (Laterina), Carnevale storico di Bibbiena “La Mea”. Alle 20,45 inizierà il corteo attraverso via Sassoverde, via Ricasoli e piazza della Libertà.

Alle 21 da palazzo comunale uscirà la rappresentativa del Comune di Arezzo: vessilliferi, valletti recanti il cero offerto al patrono, i fanti e la magistratura della Giostra del Saracino. Alle 21,15 è previsto l’ingresso di tutte le rappresentative in cattedrale dove sarà celebrato il vespro solenne. Al momento del Magnificat, i valletti del Comune si avvicineranno all’altare con il cero che verrà acceso dal sindaco Alessandro Ghinelli. Dopo la fine delle cerimonie, intorno alle 23 comincerà lo spettacolo di fuochi d’artificio dalla fortezza.

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