"Alle Corde" è "grande disco, con bellissime storie di cui abbiamo assoluta necessità"
Di seguito uno scritto firmato da Stefano Fragai.
Faccio subito alcune premesse.
Non ho mai ascoltato un disco della Casa Del Vento con cosi tanto interesse e partecipazione quanto questo nuovo album “Alle Corde”.
I motivi e le coincidenze sono tante, i cambiamenti sono miei e non loro.
Forse la prima volta senza avere un impegno radiofonico mi permette di scegliere ed approfondire le cose su cui concentro maggiormente la mia attenzione.
Poi la riconoscenza verso questo “nostro” gruppo che coerentemente da 30 anni è davvero sulle barricate della nostra storia e delle nostre coscienze. La riconoscenza per avermi raccontato con un disco bellissimo ( sessnt'anni di resistenza) quanto sia importante non mollare neanche un millimetro sui valori della resistenza, prima, adesso, sempre. Perchè da li è nato tutto, perchè li si fonda la nostra Repubblica, la nostra democrazia, la nostra patria, si la nostra patria, perchè essere patriottici guardando da questo punto di vista, da questi valori, non ha niente a che vedere con il becero nazionalismo spacciato per patriottismo.
Altro motivo quella che per me è una delle mie dieci canzoni preferite, anche se non so se chiamare canzoni brani che superano i dieci minuti, per me sono altro, sono composizioni o non so cosa.
Mi riferisco alla collaborazione fra Casa Del Vento e Patti Smith che ha raggiunto il suo massimo splendore con una meraviglia come Costantine's Dream, una bellezza sublime, per me piu bella di Because the night e dei tanti capolavori che la poetessa del rock ha fatto.
“ Ad Arezzo ho sognato un sogno, di San Francesco che si inginocchiò e pregò, per gli uccelli e gli animali e tutta l'umanità” canta Pati Smith e l'ispirazione arriva dagli affreschi di Piero Della Francesca. Oltre che emozione anche l'orgoglio per la mia città, che dovrebbe mettere in sottofondo questa musica, questa canzone ai turisti che visitano gli affreschi nella chiesa di San Francesco.
Un altro motivo della mia particolare attenzione è la formula del crowdfunding, è una metodica azzeccatissima, ti fa sentire partecipe, anche un po responsabile del progetto a cui decidi di dare fiducia; quindi quando Luca mi ha dato il CD è mi ha detto “fammi saper cosa ne pensi”, mi sono sentito chiamato in causa, perchè facevo parte di quella splendida comunità che ha dimostrato tantissimo affetto verso questi “ragazzi”, facendo superare la somma di cui avevano bisogno per fare il disco e creando o confermando davvero un insieme di persone e associazioni su cui puoi contare. Credetemi non è poco di questi tempi e te lo devi meritare.
Alle Corde è un album intenso, dove tutte le caratteristiche della Casa Del Vento vengono fuori, con arrangiamenti, finezze sonore e poetiche a volte da brivido.
Si parte con il brano che da il titolo all'album, spiega tutto il resto che verrà andando avanti con gli ascolti. E spiega il tempo in cui viviamo: ci buttano al tappeto ma dobbiamo rialzarci e resistere prima che il countdown arrivi a dieci. Tutto questo in un combat rock – folk alla Clash.
Poi iniziano i racconti, le emozioni, quelle vere, con il racconto della miseria visto dagli occhi di una bambina affamata, ambientato nella seconda guerra mondiale ma che potremmo vedere ancora adesso in gran parte del mondo, il ritornello è una botta al cuore: “per il pane che vorrai quante spine troverai” e c'è un arpeggio di chitarra che lo anticipa musicalmente dopo la seconda strofa. Questa per me è una finezza.
“ La tua vita la tua libertà, non vendere i tuoi sogni”, il brano successivo è giusto scriverlo, cantarlo, dedicarlo ad un giovane che puo essere tuo figlio (ma anche no), solo con lo sguardo degli anni passati, dei sogni piu o meno realizzati, dei sogni e del cammino in cui ancora ci troviamo. Altrimenti passi per pedante, invece qui non c'è voglia di insegnare, ma voglia di raccomandare dignità, di spronare a non perdere, nonostante tutto, la bellezza umana e del mondo:” unisci la testa il cuore e le mani............il pane in ogni bocca e libri ad ogni cuore, annaffia le tue rose cibo, educazione”, è tutto qui.
Le due canzoni dedicate al mare le metto insieme, anche se una “ mare di mezzo” è forse superiore, anche per certe trovate strettamente musicali.
Per il resto sono due canzoni che toccano la coscienza e i sensi di colpa di ognuno di noi, tutti responsabili di una strage epocale il cui teatro non è solo il mare, una tragedia epocale che ha radici profonde e non solo legate a egoimo e indifferenza, da cui nemmeno io mi sento innocente. “Danziamo nelle onde del mare, i fantasmi dei miei padri con me” è potente, anche in inglese.In un ritmo da combat folk.
“Mare di mezzo” ha una storia bellissima che non sto qui a ricordare, la canzone è bellissima, le trovate musicali la arricchiscono, quei fiati nella seconda parte la fanno diventare quasi epica.
“Anche se non ti risveglierai,questo legno un giorno suonerà”. Quel legno suona, suonerà e viaggerà ancora.
Nel mezzo a dividere i due mari c'è una dolcissima canzone, “raccontami ancora”, siamo all'opposto de “La tua vita”, non si parla piu ai giovani, questa volta si chiede, si ha voglia di ascoltare, che il racconto si prolunghi ancora un po prima che il normale scorrere della vita ce lo porti via. Adesso che quei muri eretti da ribellioni giovanili sono crollati, adesso che il nostro sguardo ha altri punti di vista. Il privilegio dell'artista è di poter avere più sguardi e puntio di vista, quindi saper parlare a chiunque, basta ascoltare.
“Born in the ghetto” è la mia preferita, non so perchè ma questo blues che poi si trasforma in una canto quasi da pirati a me fa impazzire, mi piace il ritornello blues, le percussioni le danno anima e corpo, la chitarra acustica, i piccoli suoni, quel violino che ti trasporta direttamente in un galeone.
Con l'arrivo dei fiati mi emoziono, per me è una bomba. Ovviamente in un senso molto diverso da quelle bombe sociali che sono i ghetti che continiuamo a creare.
Dopo questi suoni a trati tribali arriva quello che è indubbiamente il momento piu toccante dell'intero album: “Girotondo a Sant'Anna”. Pochi sanno raccontare l'atrocità e la sofferenza delle stragi nazifasciste come loro, e qui siamo di fronte ad una altra delle loro canzoni da passare alla storia.
Come “La notte di San Severo.
Questa volta lo scenario è quello dolorosamente famoso della stage di Sant'anna di Stazzema dove il 12 Agosto 1944 furono massacrate 560 persone senza alcun motivo o logica ( se mai le atrocità della guerra possano avere una logica). La Casa Del Vento ha scelto di raccontare cantando della piu piccola vittima della strage, Anna Pardini, solo 20 giorni.
La partenza è subito con parole da commozione “Vi porto al sicuro,su in alto tra i monti, la dove le nuvole carezzano il cielo”. In uno scenario cosi bello e suggestivo che descrive cosa accade e cosa è quel luogo prima della strage, che nessuno pensava potesse mai accadere, coincidenza con altre sanguinose stragi anche del nostro territorio.Le nuvole carezzano il cielo, nasce una bambina che solo dopo venti giorni conoscerà tutta la crudeltà del nazifascismo.
É pura poesia questo girotondo, è l'illusione di tenersi cosi forte per le mani da tenere in piedi il mondo intero, che nessuno caschi giu per terra.
Per me la frase piu potente è “ fare una scelta è già libertà”. Vale per tutto, per chi prendeva i sentieri di montagna da ribelle, per chi fa scelte di genere, di vità, per chi ha il coraggio in ogni situazione di fare le proprie scelte di sesso, religione, politica. Scelte di vita. Chi sceglie è già libero, chi non sceglie resta imprigionato, in primo luogo da se stesso e dai propri carnefici, anche mediatici e sociali.
Dopo tanta tensione anche narrativa giusto scaricarsi con quello che è il brano piu pop dell'intero album. “Sulla tua pelle”, dove ci si rivolge ancora ai giovani, l'invito a sentire tutto sulla pelle, perchè solo cosi possiamo essere davvero vivi: senti tutto, fallo con tutto te stesso. Sei giovane, sei bello,sei ribelle.Tuto è dalla tua parte, vai!!!
Il brano anticipa una chiusura praticamente perfetta, dove tutto si calma, dove un ricordo giovanile si trasforma in tenerezza, in quella dolce malinconia che senti quando sono passati anni da quell'istante.Giusta chiusura di un album fatto di canzoni anche emotivamente cariche, un album dove anche la stessa scaletta sembra voler dare un valore ad un qualcosa che vede il suo futuro incerto.Sempre piu artisti scelgono di abbandonare l'idea di un album intero, con canzoni legate fra se. Molto piu facile, e drammaticamente atuale, avere canzoni disponibili uscite a cadenza programmata, mettendo in crisi quello che è stato un punto di riferimento per intere generazioni che hanno vissuto i propri sogni ascoltando, consumando dischi, prima in vinile poi CD.
La Casa Del Vento azzecca anche la scaletta di “Alle corde” evitando di mettere canzoni in fila, ma scegliendo una forma narrativa che ti fa prima lottare, poi commuovere, poi sognare, poi pensare, poi piangere, poi ancora resistere, ribellarsi e via cosi fino al dolcissimo finale.
Grande disco, bellissime storie di cui abbiamo assoluta necessità. E i loro racconti sono le nostre storie. Se posso permettermi un consiglio a giovani e non solo, ascoltate queste storie, queste canzoni, fatelo senza pregiudizio, perchè non tutto è vecchio e sorpassato come sembra ad uno sguardo superficiale, come non è vero che tutta la musica elettronica e tutto l'Hip-Hop fanno cagare.
Ascoltare tutto, che le belle sorprese sono sempre dietro l'angolo. Lo dico anche per me.
Grazie!
Stefano Fragai