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"Ritocchino", sì o no? Arezzo e la chirurgia estetica. Intervista alla dottoressa Sisti

Nella putanta di oggi di Psicodialogando, Barbara Fabbroni incontra Cinzia Sisti, medico chirurgo, specializzata in Otorinolaringoiatria e medicina estetica

Specchio, specchio delle mie brame chi è la più bella del Reame? Che cos’è la bellezza? Che cosa definisce il bello e il brutto? È possibile costruirsi un’immagine unica e particolare anche se non si rispecchiano i canoni dettati dallo star system e dalla moda?

Se un tempo la Venere del Botticelli era considerata una delle donne più belle del Rinascimento, da allora la bellezza si è trasformata, plasmata, ridefinita in parametri completamente differenti. Perché?

Unica nota positiva che si rintraccia in questi ultimi anni è la ricerca del bello anche in un corpo curvy, tanto che la corrente del body positivity sta riscuotendo un nutrito numero di seguaci. Non tutti hanno la fortuna di nascere perfette, ma la perfezione che cos’è se non la capacità di rendere perfetta l’imperfezione? Non credete?

Ancor più si tende in questi ultimi decenni a bloccare l’invecchiamento, così troviamo persone agée che cercano di riconquistare il tempo passato sottoponendosi a sedute sempre più intense di chirurgia e medicina estetica. Così il corpo diventa il territorio dove si gioca una battaglia incessante tra l’avvento di qualche ruga, segno indelebile del tempo, e il desiderio di essere come a trent’anni.

Anna Magnani andava fiera delle sue rughe perché erano il segno indelebile della sua esistenza passata, una geografia perfetta di cui la traccia non doveva essere assolutamente persa. Ogni ruga aveva il suo perché, il suo sottile fascino, la sua narrazione. Oggi ogni ruga è terrore. Qualcosa sicuramente risuona con note stonate e vogliamo comprenderlo con la dottoressa Cinzia Sisti, medico chirurgo, specializzata in Otorinolaringoiatria, specializzata in chirurgia e medicina estetica.

Dottoressa Sisti Cinzia che cos’è la bellezza?

«La bellezza è armonia ... tutto ciò che è capace di trasmettere armonia tra il dentro e il fuori di una persona, io lo percepisco bello».

Esiste un canone definito per dire ciò che è bello e ciò che non lo è?

«Esistono dei canoni estetici innegabili ... ma il bello non è certo una formula matematica per cui non è vero il contrario. Sono le caratteristiche personali a rendere bella perché unica.

La ricerca del bello, inteso come in armonia, dovrebbe senz'altro partire dal cercare equilibrio in sè stessi. Allora ben venga tutto ciò che può apportare benessere psicofisico e quindi salute e bellezza. Ben venga il ritocchino, se questo contribuisce a far sentire a proprio agio con la propria immagine corporea, non perdendo mai di vista l’unicità e la peculiarità dell’essere».

Bellezza uguale magrezza?

«No! La bellezza non può essere magrezza, e non lo dico io, da sempre un po’ in carne, ma la natura, la storia. La magrezza in natura non è bellezza. I canoni estetici variano molto. Questa è l’epoca del consumismo, e "consumata" è anche lo stereotipo di persona che i media, la moda, ci impone. Figure eteree, asessuate, androgene, uomini che sembrano donne e donne che sembrano uomini. Purtroppo, siamo nate in quest’epoca e dobbiamo misurarci con la taglio 36 di Prada costruita sul fisico delle orientali».

Cosa ne pensa del body positivity?

«Se il body positivity, inteso come movimento sociale creato per mettere in evidenza corpi non convenzionali, solitamente mal rappresentati dai Media, può contribuire a sensibilizzare sul tema sovrappeso o disabilità, ben venga. Ma non sono simpatizzante in genere per nessun movimento sociale, femminista, omosessuale etc, perché ritengo ghettizzi e in un certo senso enfatizzi il "diverso". Insomma, ci dovrebbero essere meno movimenti sociali e più educazione, casomai campagne educative».

Nel suo studio che tipo di donna arriva?

«Fortunatamente negli ultimi anni è cambiata la tipologia di donna che si avvicina alla Medicina e Chirurgia estetica. Non è più solo la donna della "società bene", o la "femme fatale", " la moglie di..", è la vera donna di tutti i giorni, la casalinga, l’impiegata, qualunque donna che senta il bisogno di fare qualcosa per stare meglio con stessa, e quindi per stare meglio con gli altri».

C'è anche qualche maschietto?

«Certamente in numero ancora inferiore, per il retaggio socioculturale che ancora si portano dietro. Lo dimostra l’avvicinamento negli ultimi anni dell’uomo ai centri estetici. Fra qualche anno arriveranno di più anche ai medici e chirurghi estetici, devono prendere coraggio. L’ uomo è ancora più esigente e attento al dettaglio della donna. Interventi più frequenti: naso, orecchie, rughe frontali e la "pancia". Come noi siamo fissate sui glutei e cosce loro lo sono ancora di più sulla loro pancia. Non avere la tartaruga addominale, insieme alla perdita dei capelli, sembra sia motivo per loro di grande frustrazione.

Quale è la richiesta più costante?

«Per la donna prima era la lipoaspirazione, avere una bella siluette; adesso fra gli interventi, il seno, che fa sentire più femminile una donna e, nella medicina estetica la correzione dell’invecchiamento cutaneo».

Un corpo, un volto, di cosa necessita per contrastare il passare del tempo che non sia invasivo e mantenga equilibrio?

«Come in tutti i campi dovremmo agire nella prevenzione, che è la vera carta vincente della medicina in genere, e ancora di più della medicina estetica. In ambito preventivo possiamo fare molto da un punto di vista generale con la nutriceutica, nutrigenomica, integrazione, stile di vita e tanto altro. E nel particolare con prevenire i segni dell’invecchiamento cutaneo con "Device" macchinari, peeling o “iniettivi” per reidratazione, rivitalizzazione, ristrutturazione.

Quando poi la prevenzione arriva tardi, o non è sufficiente, si passa alla correzione con filler o interventi mininvasivi, sempre rispettando l’età, la peculiarità, e il buon gusto nel portare bene i propri anni».

Le sue pazienti seguono i suoi consigli o preferiscono seguire una loro idea?

«La cosa che ho imparato, in più di venti anni di esperienza lavorativa, di là della tecnica e perizia nell’eseguirla, è ascoltare, saper ascoltare e soprattutto saper interpretare. Fatta eccezione per un ristretto numero di persone, che hanno un’idea precisa di cosa vogliono e come, la stragrande maggioranza non l’hanno ben chiaro. Vengono, perché vogliono correggere una ruga, credendo così di correggere l’invecchiamento del volto, ma non è così; sta a noi professionisti, fargli capire che l’invecchiamento inizia dai tessuti più profondi con il riassorbimento dell’osso, l’atonia muscolare, lo scivolamento dei tessuti per gravità, e in ultimo l’invecchiamento cutaneo per fotoaging e mimica. La correzione dovrebbe riguardare quindi la correzione dei volumi profondi, il tono muscolare, e solo in ultimo i segni cutanei, le rughe. Tutto questo per apparire più fresche, più giovani e non più gonfie».

In questi anni sono cambiati i bisogni o sono rimasti invariati?

«Sono cambiati, sia in ambito medico che chirurgico. Prima la donna era più attenta alla siluette rispetto al volto. Per cui le nostre pazienti richiedevano di più trattamenti sia di medicina sia di chirurgia estetica orientati in tal senso: Mesoterapia, Carbossiterapia, Lipoclasia, Lipoaspirazione, per cellulite e adiposità localizzate. Nell’epoca della smartphone, e della connessione permanente, la cura e i ritocchi del volto in tutti i sui aspetti è diventata preponderante e indispensabile. Chi non è ricorso a qualche "punturina" è ricorso però senz'altro a qualche programma di filtro antirughe o photoshop».

Le ragazze giovani ricorrono alla chirurgia?

«Proprio in virtù di questa iperconnessione, ispirati dai social network, dai blogger, dagli influencer, l’esigenza di essere sempre al top si è moltiplicata. La nuova generazione, i Millennials, ha sovvertito le antiche regole sulla giusta età per sottoporsi ai ritocchi estetici. I selfie, la fotografia digitale, le immagini filtrate, poco importa, tutto gli impone l’esigenza di una immagine accattivante, non solo per relazionarsi, ma soprattutto per la loro realizzazione. E questo ancora di più in questo momento critico in cui i rapporti sono divenuti per tutti “non in presenza” dove è l’immagine dietro ad uno schermo che parla di te, e non tu con la tua empatia. Sono loro i protagonisti di questa svolta generazionale e giusto o sbagliato che sia devono giocare usando le loro armi. Filler per idratazione delle labbra, peeling e biostimolazione per pelli perfette, botox per sguardo accattivante e quant’altro. Il tutto speriamo sempre condito dall’essere e non solo dall’apparire, ma qui interviene anche e soprattutto educazione e cultura».

Lei dove visita?

«Presso i miei studi di Terranuova Bracciolini, Firenze, Arezzo».

Un consiglio alle donne over 50 che vogliono mantenere il loro fascino nonostante l’età?

«Il fascino non è una questione di età, ma se proprio dovesse esserlo, di certo non sarebbe contenuto nella giovinezza. Una ragazza giovane in tutto lo splendore della sua età ancora acerba può essere bella, incantevole, ma non affascinante. Solo la donna adulta può realmente affascinare, perchè in lei si intuisce la ricchezza di un percorso di vita, di una successione di gioie e di dolori, che hanno plasmato non solo la sua anima, ma anche il suo corpo, il suo sguardo, i suoi capelli, fino alle sue rughe. Non rincorrere quindi la giovinezza, ma esaltare la bellezza dell’età adulta, avendo cura del proprio corpo perché “è l’unico posto dove c’è dato vivere”. Una donna può essere attraente a venti anni, bella a trenta, affascinante ed irresistibile per tutta la vita. Concludo con questa bellissima citazione:

“Quanti anni hai? “Ho l’età di una donna che si sente un po’ bambina, troppo grande per tornare indietro, e ancora troppo piccola per smettere di sognare” (Sabrina La Rosa)».

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