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Lunedì, 29 Aprile 2024
Politica

Il vicepresidente del consiglio regionale: "Giornata del ricordo, atto di civiltà"

Nota di Marco Casucci sul 10 febbraio: "L’obiettivo deve essere quello di far maturare una conoscenza storica consapevole, che consenta di rendere la nostra società libera da guerre e discriminazioni"

Il vicepresidente del consiglio regionale, Marco Casucci, ha sottolineato con una nota l'importanza della giornata del ricordo, celebrata oggi e dedicata alla vittime delle foibe.

"La celebrazione della Giornata del ricordo, in memoria delle vittime delle foibe istriane, fiumane e dalmate, è un atto di civiltà, un segno della crescita culturale e politica del nostro Paese. La ricorrenza, il 10 febbraio di ogni anno, è utile per non dimenticare una delle pagine più buie della nostra storia contemporanea.

Come è giusto ricordare gli orrori dei lager nazisti, così è bene rendere testimonianza di atrocità di analoga gravità, in altri contesti e per responsabilità diverse, di qualsiasi regime dittatoriale o autoritario, di qualunque epoca. Gulag, lager, foibe, sono tutti luoghi che l’umanità deve riuscire ad esorcizzare, affinché non si ripeta, in nessuna parte del mondo, ciò che è successo nel Novecento. Mai ci può essere alcuna giustificazione politica che possa attenuare la responsabilità dei carnefici. Soprattutto le giovani generazioni che, fortunatamente, non hanno avuto la sventura di dover vivere direttamente sulla propria pelle situazioni di indicibile ferocia e disumanità, devono essere aiutate a coltivare quei valori, di libertà, rispetto, tolleranza, che sono decisivi per allontanare gli spettri del passato.

MarcoCasucci

L’obiettivo deve essere quello di far maturare una conoscenza storica consapevole ed un ricordo che ci consenta di rendere la nostra società libera da guerre, violenze, discriminazioni. E ai giovani il compito di raccogliere il testimone e diffondere consapevolezza così da proteggere il futuro da rigurgiti autoritari e dai rischi di nuove stagioni di odio e divisioni. Tanto più in un periodo come quello attuale, nel quale il terrorismo e la follia omicida sembrano voler far ripiombare l’umanità nella spirale della violenza e dell’integralismo religioso ed ideologico.

Nel caso delle foibe esiste semmai l’aggravante che le persone gettate nelle fosse avessero sostanzialmente come unica “colpa” quella di essere italiani. Informazioni troppo a lungo negate, in merito a colpevoli, vittime, luoghi, circostanze, inerenti alle stragi e ai delitti d’impronta nazifascista e comunista: ma non è mai troppo tardi se esiste chi, in buona fede, vuole far emergere valori di umanità e solidarietà comuni e condivisi, è bene che adesso, ad ogni livello politico-istituzionale, si faccia avanti.

Solo oggi, a distanza di tanti anni, la verità storica sta venendo lentamente a galla e le famiglie e i discendenti delle vittime infoibate possono vedersi, se pur tardivamente, rendere giustizia. Chi ha subito l’oltraggio delle foibe deve essere ricordato al pari delle vittime dei gulag e dei lager".

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