Enrico IV in scena al teatro Petrarca. Lo spettacolo di Sebastiano Lo Monaco
Martedì 15 e mercoledì 16 febbraio, alle 21 sul palco del teatro Petrarca di Arezzo Sebastiano Lo Monaco veste i panni dell'Enrico IV di Luigi Pirandello, regia Yannis Kokkos. Produzione Associazione SiciliaTeatro/Teatro Stabile del Veneto/Teatro Biondo Stabile di Palermo/Teatro Stabile di Catania
Una sfida rilevante per l’epoca contemporanea è costruire una società critica, nella quale siano presenti osservatori critici che sappiano da un lato promuovere una cultura del pensiero e della riflessione e dall’altro prendere decisioni ponderate. Come sottolineano alcuni antropologi e sociologi, tra cui Erving Goffman, Richard Schechner e Victor Turner, questo è possibile grazie al “come se” del teatro. Il teatro infatti ci permette di metterci nei panni del nostro “avversario”, di sperimentare diverse soluzioni per risolvere una soluzione difficile, ci fa identificare con storie e personaggi che rappresentano principi universali. Il teatro ci permette di giocare il ruolo del protagonista o di stare all’esterno dell’azione osservandola con lo sguardo critico dello spettatore. Ormai è stato ampiamente studiato come, attraverso il teatro, sia possibile allenare in modo efficace il pensiero critico (Sharon Bailin: “Critical Thinking and Drama Education”).
ll Teatro in generale, lo spettacolo in oggetto in particolare, hanno un forte impatto sulla popolazione civile perché costituiscono elemento di riferimento permanente ai bisogni civici individuati, di facile accesso e semplice acquisizione. Storie informazioni, dati, situazioni, problematiche da risolvere legate ai bisogni civici individuati, vengono proposte in modo semplice alla popolazione attraverso il linguaggio del teatro.
Nello caso in oggetto, la produzione dell’Enrico IV di Luigi Pirandello per la regia di Yannis Kokkos, coniuga e mette a disposizione dello spettatore lo sguardo del maggiore autore siciliano (e fra i maggiori europei) del ‘900 filtrato dalla cultura e dall’esperienza di uno dei più incisivi e stimati registi viventi.
Lo spettatore viene accolto, quasi a sua insaputa, all’interno di una seduta psicoanalitica dalla quale uscirà, a fine spettacolo, con molti e rilevanti quesiti sul suo personalissimo vissuto.