Premio Pieve, al via la 39esima edizione
Si apre il 14 settembre il 39esimo Premio Pieve Saverio Tutino. Se "Saverio fosse oggi" dedicato al fondatore dell’Archivio dei diari nel centesimo anniversario della nascita. Quattro giornate, fino al 17 settembre, di libri, incontri, mostre, spettacoli, convegni, anticiperanno le otto opere autobiografiche in finale per l’edizione 2023, a Pieve Santo Stefano, la Città del diario in provincia di Arezzo.
Manifestazione storica dedicata alla cultura della memoria il Premio Pieve è organizzato dall’Archivio Diaristico Nazionale con il prezioso sostegno di numerose istituzioni e la partecipazione di studiosi, artisti, intellettuali tra cui la direttrice Natalia Cangi, il direttore scientifico Camillo Brezzi, i giornalisti Pier Vittorio Buffa, Annalisa Camilli, Monica D’Onofrio, Sandra Gesualdi, Andrea Montanari, Mario Tedeschini Lalli, Roberto Ferrari, direttore esecutivo del Museo Galileo, e lo storico Alessandro Triulzi, insieme ad amici e volontari vicini all’Archivio fondato da Tutino quasi quarant’anni fa.
Il Premio Città del diario, riconoscimento a personalità della cultura che si sono distinte per il loro lavoro sulla memoria, quest’anno sarà consegnato al giornalista Ezio Mauro mentre con il Tutino Giornalista sarà premiata Giulia Ciancaglini, giovane cronista dell’era digitale.
Per il 39° Premio Pieve sono invece in concorso l’epistolario di Vittoria Cerisola ed Edoardo Guelfi, giovane coppia nell’Italia del secolo scorso, le cinque memorie autobiografiche di Vincenzo Calzia, Ada Maestrale, Maria Anna Rold, Paola Tellaroli, Solange Van Ingen, i due diari di Lino e Ettore Piccinini, otto opere che assieme compongono un affresco esclusivo della Storia d’Italia che abbraccia oltre un secolo: dal 1914 sul confine italo-austriaco, al 2022 in Italia, attraversando Europa, Centro America, Medio Oriente. La cerimonia di annuncio e premiazione dell’opera vincitrice concluderà la manifestazione il 17 settembre e sarà in onda il 18 settembre su Rai Radio3.
Alla figura di Tutino saranno dedicati in particolare la mostra fotografica Caro Saverio a cura di Loretta Veri e Luigi Burroni; la biografia sonora Il testimone di Guido Barbieri per i podcast di Radio3; il convegno Se Saverio fosse oggi, realizzato in collaborazione con il Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Saverio Tutino, condotto da Camillo Brezzi. Parteciperanno studiosi dai differenti percorsi professionali tra cui l’antropologo Pietro Clemente, Duccio Demetrio, cofondatore della Libera Università dell’Autobiografia di Anghiari, Barbara Tutino, artista e figlia di Saverio, gli storici Alessandro Casellato, Antonio Gibelli, e Andrea Mulas, la psicologa Maria Rita Parsi, Michele Di Sivo della Soprintendenza Archivistica Toscana, Elena Pianea, direttrice beni, istituzioni, attività culturali e sport della Regione Toscana; infine lo spettacolo teatrale Gloria y Saverio con Donatella Allegro diretta da Andrea Biagiotti.
Per ricordare Saverio Tutino e la sua rilevanza nel panorama culturale italiano il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha emesso un francobollo commemorativo, appartenente alla serie tematica il Senso civico, stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e distribuito da Poste Italiane, presentato a Pieve durante il Premio.
Il lavoro di raccolta e catalogazione di documenti autobiografici avviato da Tutino nel 1984 si è presto rivelato una preziosa fonte di ricerca e di indagine per diverse discipline, anche grazie all’applicazione di tecnologie digitali e all’attivazione di collaborazioni con differenti ambiti culturali e artistici. Al Premio si parlerà infatti anche di digital storytelling, dell’evoluzione delle piattaforme, della possibilità di fruizione e implementazione delle informazioni attraverso gli archivi online, in una mattinata che presenterà la Piattaforma Digital Storytelling realizzata per l’Archivio dei diari con il contributo di Fondazione CR Firenze, e le collaborazioni dell’Archivio ai progetti GenerAzione 2030 di cui Regione Toscana è capofila, Premio Barnaba, ITHACA, e Premio Lucia, il concorso annuale dedicato a produzioni podcast e aperto a giovani producer e ai professionisti.
Uno spazio particolarmente articolato è riservato al progetto Dimmi-Diari Multimediali Migranti che vedrà sul palco del Premio Pieve le autrici e gli autori dei concorsi DiMMi per presentare i vincitori dell’ultima edizione, la raccolta delle storie vincitrici dell’edizione 2022 Il diritto di salvarsi, e l’esposizione disegnami2023, traduzione in immagini di pagine migranti che quest’anno vede tra gli illustratori anche un’artista del progetto DIMMI.
È parte di Dimmi anche il racconto di Lilith "Le femmine e i cani non possono entrare", tra i diari diventati libri protagonisti delle Tre storie in un mattino, assieme a "Un povero deve soffocare l’amore. Memoria di un’infanzia sfruttata" di Ado Clocchiatti, vincitore del Premio 2022, e "Acqua passata" di Massimo Bartoletti Stella.
Il teatro al Premio Pieve celebra inoltre Don Lorenzo Milani e Italo Calvino, rispettivamente al centro dei lavori di Luigi D’Elia e Mario Perrotta, autori, registi e interpreti delle due pièce.
Rievocano vite e ricordi anche le tre installazioni dell’esposizione Le custodi della memoria, di Elena Merendelli e a cura di Matilde Puleo, e la storica mostra curata da Cristina Cangi Il tesoro dell’Archivio dove il pubblico potrà ammirare alcune pagine dei manoscritti più belli custoditi a Pieve Santo Stefano.
I Premi speciali per il miglior manoscritto originale - attribuito all’epistolario Mosaico d’amore di fine ‘800 (1895-1900) di Luigi Sandulli e Antonetta Tranfaglia- e Giuseppe Bartolomei -attribuito alla memoria Papà, la bandiera! (1911-1952) di Piero Modigliani- saranno consegnati agli eredi dei vincitori al termine dell’incontro della Commissione di lettura con i diaristi della lista d’onore, sette autori di memorie degne di nota ma non entrate in finale (Anonima, Giovanna Benfratelli, Vittorina Daffieno, Sergio Farotto e Luca, E.G., Elisabetta Giovetti, Franco Tantardini).
Le mostre
Storici collaboratori del fondatore dell’Archivio, Loretta Veri e Luigi Burroni spiegano a proposito della mostra Caro Saverio «Chi Saverio Tutino lo ha frequentato o anche solo incontrato, non può fare a meno di riconoscerlo in certe gestualità delle mani, nella mimica facciale, nello sguardo appuntito che certi scatti fotografici hanno saputo catturare. La mostra dedicata a Saverio Tutino parte dal Premio Pieve 2023, anno del centenario della nascita, per arricchirsi nel corso dei prossimi anni con nuove immagini e nuovi contributi».
Appassionata di disegno e di tutte le forme d’arte, per la mostra Le custodi della memoria Elena Merendelli, artista di Anghiari, ha realizzato appositamente per lo spazio dell’Asilo tre installazioni, esposte all’aperto, creando una profonda integrazione con lo spazio. Le tre sculture raccontano brani di esistenze, memorie, narrazioni che oltrepassano le forme o la storia. La curatrice Matilde Puleo introdurrà la mostra «Esistono luoghi che sembrano fatti per essere interpretati dagli artisti. Sono territori che si sposano perfettamente con le sensibilità e perfino con le loro modalità operative. Elena Merendelli sa che i luoghi sono una narrazione. Intende riconoscere in essi tracce, ricordi, dimenticanze e segni tangibili di ciò che è stato».
Sono invece allestite a Palazzo Pretorio Il tesoro dell’Archivio curata da Cristina Cangi, nella quale l’Archivio offre in esposizione il suo “tesoro”, alcune tra le più belle testimonianze giunte a Pieve Santo Stefano nel corso dell’ultimo anno;
e alle Logge del grano disegnami2023, la mostra che da cinque anni accompagna la raccolta di diari di migranti DiMMi con disegni che trasformano in immagini le narrazioni migratorie. A cura di Giovanni Cocco, Lorenzo Marcolin, Maria Virginia Moratti, Fausto Tormen, e Mihaela Suman, una delle autrici dei diari di DiMMi. Nel taccuino disegnami2023 ci saranno quattro facciate di suoi disegni relativi al suo stesso diario presente in DiMMi.
Don Milani
Al Giardino della memoria alle 19 Sandra Gesualdi presenterà il libro La scuola più bella che c’è (Mondadori 2023), un omaggio a Don Lorenzo Milani di Francesco Niccolini. Assieme alla giornalista interverrà inltre Luigi D’Elia, regista e interprete dello spettacolo teatrale Cammelli a Barbiana, in scena al Campo alla fiera alle 21:45. Nelle parole di Niccolini e D’Elia, autori del testo teatrale: «Un ragazzo ricco, sorridente e pure bello. In lotta con la scuola e la sua famiglia. I domestici di casa lo chiamano “signorino”, e a lui non va giù. Ma è un figlio di papà che mentre i ragazzi della sua età vanno a combattere per Mussolini, studia da pittore. Eppure, sotto le bombe dell’estate del ‘43 lascia la sua bella e comoda vita per farsi prete, senza immaginare che da lì a una decina d’anni verrà esiliato in mezzo ai boschi dell’Appennino toscano dalla sua stessa Chiesa. Ma proprio lassù questo ragazzo ricco, sorridente e pure bello darà vita - con pochi ragazzi di mezza montagna - al miracolo della Scuola di Barbiana, diventando il maestro più rivoluzionario, dinamitardo e rompicoglioni del dopoguerra italiano: don Lorenzo Milani. La storia di Lorenzo, prete, maestro e uomo è la storia di una scuola nei boschi, dove si fa lezione tra i prati e lungo i fiumi, senza lavagna, senza banchi, senza primo della classe e soprattutto senza somari né bocciati. Lassù c’è tutto il tempo che serve per aspettare gli ultimi. “Cammelli a Barbiana” è un racconto a mani nude, senza costumi e senza scena. Un racconto duro, amaro, ma allo stesso tempo intessuto di tenerezza per quel miracolo irripetibile che è stato Barbiana, e con tutta la sorpresa negli occhi di quei ragazzi dimenticati che, un giorno, videro un cammello volare sulle loro teste».