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Kong: Skull Island - voto: 6,5

Nell’epoca degli universi espansi al cinema, non poteva di certo mancare un filone che già in passato è stato prolifico: quello dei mostri giganti. Nulla da obbiettare si intenda, se non il fatto che ad Hollywood le idee nuove sono rare come un...

Nell’epoca degli universi espansi al cinema, non poteva di certo mancare un filone che già in passato è stato prolifico: quello dei mostri giganti.

Nulla da obbiettare si intenda, se non il fatto che ad Hollywood le idee nuove sono rare come un specie in via d’estinzione.

Con Kong: Skull Island - reboot del franchise di King Kong - si inaugura il MonsterVerse di Warner Bros e Legendary Pictures iniziato con il Godzilla di Gareth Edwards (2014) e che proseguirà con Godzilla: King of Monsters (2019) e Godzilla vs. Kong (2020).

Le versioni cinematografiche che hanno visto protagonista “The Eighth Wonder of The World” - il gorilla gigante creato da Merian C. Cooper e Edgar Wallace - sono ormai molte. L’esordio con RKO nel 1933 e il primo King Kong al cinema, il remake della Paramount del 1976 e il seguito (King Kong 2) dieci anni dopo, il nuovo remake della Universal nella versione del 2005 di Peter Jackson e adesso Kong: Skull Island.

Per non parlare poi delle versioni giapponesi: Wasei Kingu Kongu (1933) e Edo ni arawareta Kingu Kongu (1938) - nati proprio sulla scia del successo del primo film americano e ormai perduti - e i due prodotti dalla Toho (la casa di produzione del re di tutti i kaijū: Godzilla) King Kong vs Godzilla e King Kong, il gigante della foresta. Kong: Skull Island ci porta di nuovo nell’Isola del Teschio, habitat naturale di King Kong; ultimo esemplare della sua specie. Ancora una volta l’uomo e la sua sete di conquista lo spingono a scoprire i segreti che quest’isola nasconde (pare sia uno dei pochi luoghi ancora non scoperti) in una missione ad alto tasso di rischio.

L’anno è il 1973. La guerra in Vietnam sta volgendo al termine quando l’ex Capitano del Servizio Aereo Speciale britannico James Conrad (Tom Hiddleston) viene assunto dall’agente del governo Bill Randa (John Goodman) assieme ad uno squadrone di elicotteri, precedentemente impegnato proprio nel conflitto bellico, guidati dal tenente colonnello Preston Packard (Samuel L. Jackson). Lo scopo è quello di guidare una spedizione per mappare un’isola nota appunto come l’Isola del Teschio. Al gruppo si unisce anche la fotografa pacifista Mason Weaver (Brie Larson), convinta che la spedizione scientifica sia in realtà una copertura per un operazione militare segreta.

C’è qualcosa che ossessiona Kong: Skull Island e il regista Jordan Vogt-Roberts. Qualcosa che ne contamina l’intera pellicola.

Sono gli anni ‘70.

Tanto per cominciare la colonna sonora del film è tutta una playlist dei successi più popolari proprio di quegli anni lì.

Il personaggio interpretato da Tom Hiddleston poi, si chiama Conrad, proprio come l’autore di Cuore di Tenebra, il libro dietro ad Apocalypse Now.

Il chiaro accostamento al capolavoro di Francis Ford Coppola però non si limita a questo, ma più in generale a tutta l’estetica del film, spesso sfacciatamente marcata a scanso di equivoci. Inserire nella trama un gruppo di militari con i loro elicotteri modello Bell UH-1 Iroquois, vera e propria icona del conflitto in Vietnam, non può che riportare alla mente le magnifiche sequenze belliche del film del 1979.

O ancora il primo attacco di Kong, con alle spalle dell'imponente scimmione un’enorme sole arancione che pare una palla di fuoco (una delle sequenze visivamente più sensazionali della pellicola), o la locandina del film che strizza l’occhio a quella di Apocalypse Now in chiave più fumettistica.

Parlare di estetica da fumetto non è un errore. Molte delle sequenze che hanno a che fare con il primo incontro tra il gruppo di esploratori e Kong, sembrano un ragionato incrocio proprio tra il film di Coppola e alcune delle tavole della graphic novel di culto Watchmen, o meglio ancora del suo rifacimento cinematografico ricco di colori desaturati (non a caso pure nel capolavoro grafico di Alan Moore si parla della guerra in Vietnam).

Kong stesso, qui veramente enorme (in vista dello scontro con il gigante Godzilla) ha una struttura fisica sproporzionata e poco naturale ma di grande impatto. Quello che manca a Kong: Skull Island non è la voglia di omaggiare, lo abbiamo appena capito, ma tutta questa corsa al richiamo di qualcos’altro che è già stato fatto tende a spersonalizzare il film.

Se con Godzilla Gareth Edwards era riuscito in più punti a mantenere la sua natura autoriale all’interno di quello che restava comunque un blockbuster, Jordan Vogt-Roberts - che alla stessa maniera di Edwards viene da un certo tipo di cinema indipendente - pare invece soccombere totalmente al servizio dell’opera filmica.

Gli attori poi, nonostante ce la mettano tutta (John C. Reilly su tutti), mancano di quella caratterizzazione in fase di scrittura necessaria a creare maggiormente empatia con loro. In definitiva Kong non è comunque assolutamente un brutto film. C’è quel magnifico senso d’avventura necessario a certe pellicole e alcune sequenze (il primo incontro/scontro con Kong e quella con il ragno gigante) sono veramente riuscite. Peccato però che non vada oltre a questo. Non è poco considerando che molte opere recenti che sbandierano avventura e meraviglia a suon di trailer si rivelano poi una noia mortale in sala.

Kong non annoia mai. Si mostra per quello che è ed è sempre stato: un onesto film d’intrattenimento dove perdersi in un mondo popolato da antidiluviane creature. Ci poteva essere di più, è vero, ma resta comunque un buon inizio insieme al precedente Godzilla per il nuovo MosterVerse.

Voto: 6.5

Kong: Skull Island (USA, 2017)

Regia: Jordan Vogt-Roberts

Sceneggiatura: Max Borenstein, Derek Connolly, John Gatins, Dan Gilroy

Cast: Tom Hiddleston, Samuel L. Jackson, John Goodman, Brie Larson, Tian Jing, John Ortiz, Terry Notary, John C. Reilly, Corey Hawkins, Toby Kebbell, Thomas Mann, Jason Mitchell, Shea Whigham e Will Brittain. Film al cinema

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