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Giostra Saracino

"La bella Giostra, ma quel 5 non va". Le osservazioni di Giuseppe Giorgi

Giorgi lancia "l’idea di fare del 5 un bersaglio più piccolo e d’assegnare solo in caso di completa copertura dal colpo della lancia"

Giuseppe Giorgi, componente dell'assemblea nazionale del Pd interviene sul dibattito circa l'ultima edizione della Giostra Del Saracino. Tanti i temi toccati, dal cinque ormai troppo facile a qualche accorgimento in più che ci vorrebbe secondo lui per migliorare anche la sfilata e l'ingresso in Piazza Grande.

La lettera di Giuseppe Giorgi

Amo la Giostra come amo Arezzo, la mia città, là, dove quotidianamente, percorro le antiche e nuove vie e Arezzo m’interessa. Da decenni cerco di contribuire alla sua crescita civile, partecipo alla sua politica, cerco di scorgere le difficoltà sociali e propongo come superarle. Della vocazione turistica di Arezzo sono un fautore da oltre un quarto di secolo e la Giostra del Saracino è parte dei miei interessi.

Sarà perché sono nato a pochi metri da Porta San Lorentino, sarà perché fin da bambino ho respirato l’aria del quartiere, quotidianamente ne ho corso le vie, mi ha accompagnato mio padre, quartiere e Giostra, appartengono alle mie “voci di dentro”.

Ovunque sia, nelle giornate di Giostra, anche lontano, m’informo, sento, cerco di sapere come è andata, quel Terra d’Arezzo, anche in questa mia maturità mi mette i brividi, mi emoziona e lo “riconosco” come inno della terra in cui sono nato.

Intervengo sulla Giostra per amore e non per sofismo. Accenno qualche idea, sollevo perplessità per accrescere la Bella Giostra.

Quest’ultima è innegabilmente cresciuta negli ultimi decenni, vuoi il biglietto da visita dello straordinario Gruppo Sbandieratori, vuoi l’accresciuta professionalità dei giostratori, la crescita organizzativa e comunitaria dei quartieri ma quel 5 non va proprio: appare sempre meno difficile. Ci penso da tempo ma è venuto il tempo di renderlo davvero un risultato straordinario.

L’idea è di fare del 5 un bersaglio più piccolo e d’assegnare solo in caso di completa copertura dal colpo della lancia.

Ho seguito con la consueta attenzione l’ultima Giostra e ho avvertito, a fronte della bellezza dei colori, dei giochi di bandiera, dei suoni riconosciuti, alcune perplessità che segnalo per amore della Bella Giostra.

E’ opportuno che i balestrieri si allenino per dare alla manifestazione una cornice degna al grido di Arezzo: improvvisati, privi di unisono, i dardi che cadono in terra dalle mani dell’armato, una prova indecorosa; il passo dei partecipanti al corteo, almeno all’entrata in piazza, la splendida Piazza Vasari, non è cadenzato e anche per i rappresentanti del nobile Comune di Arezzo è lasciato a libere interpretazioni. Più cadenza, mi verrebbe da dire più postura. Cosa dire poi degli elmi dei Cavalieri di casata? Sono pacchiani, meglio una ricerca storica che faccia realizzare elmi meno brutti.

Qualche idea, alcune perplessità per amore, solo per amore della Giostra, della Bella Giostra.

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