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Ghost in the Shell - Voto: 7/10

Vedere la trasposizione cinematografica in live action di Ghost in the Shell, il capolavoro cyberpunk di Masamune Shirow, è stato senza mezzi termini un miracolo. Alla regia di questa “folle” impresa c’è Rupert Sanders, lo stesso di Biancaneve e...

Vedere la trasposizione cinematografica in live action di Ghost in the Shell, il capolavoro cyberpunk di Masamune Shirow, è stato senza mezzi termini un miracolo.

Alla regia di questa “folle” impresa c’è Rupert Sanders, lo stesso di Biancaneve e il Cacciatore (roba che con il manga di Shirow si trova agli antipodi).

Ed invece Sanders, ispirandosi all’anime di Mamoru Oshii del 1995 (prima trasposizione dell’opera cartacea), tira fuori un Ghost in the Shell che in parte delude un pò le speranze (la potenza espressiva del film in animazione è ancora viva e forte) ma al contempo lascia stupiti oltre ogni previsione.

La storia ormai la conosciamo bene: in un futuro tecnologico dai contorni distopici, il maggiore “Major” Mira Killian, un cyborg con un cervello umano, è a capo di un gruppo di soldati addestrati, la Sezione 9, un’organizzazione antiterrorismo cibernetico gestita dalla Hanka Robotics.

Proprio durante una delle loro operazioni per scovare Kuze, un pericoloso criminale, Mira scoprirà la verità sulle sue origini. Il rispetto con cui viene trattato l’anime originale è incredibile e da una produzione americana, che nella migliore delle ipotesi trasforma quello che tocca in un circo tutto azione ed effetti speciali, proprio non te lo aspetti.

Ghost in the Shell, prodotto da DreamWorks, Paramount Pictures, e da Steven Spielberg con la sua Amblin Partners, è invece qualcosa di anticommerciale all’inverosimile. L'azione c’è ma è dosata solo in alcuni momenti, per il resto il film ha un andamento pacato e molto riflessivo.

Siamo distanti dai tempi dilatati e meditativi del manga o dell’anime da cui è tratto. Anche il racconto, che nelle due opere nipponiche si avvaleva di dettagli non spiegati che contribuivano ad ammantare la visione di una forte dose di mistero, qui nella trasposizione cinematografica americana viene a mancare. Tutto è esposto fin troppo chiaramente lasciandoci a volte indifferenti di fronte ad un eccesso di spiegazioni anche dove non sarebbe stato necessario.

Nonostante Scarlett Johansson dia anima (ghost) e corpo (shell) per interpretare l’eroina con l’intelligenza umana chiusa in un corpo meccanico, le tematiche etiche e tutte le conseguenze date da una vita in cui gli esseri umani finiscono col diventare più macchine che uomini, vengono affrontate un pò marginalmente.

L’impatto però è di quelli forti: il futuro e le ambientazioni (debitrici di Blade Runner, film cyberpunk per eccellenza) sono resi con una dovizia di particolari da lasciare a bocca aperta. Raramente negli ultimi anni si sono visti scenari urbani così ben realizzati. Non basterebbero molteplici visioni per vedere ogni piccolo dettaglio: strade sempre piene di pozze d’acqua che riflettono luci, personaggi stravaganti ricchi di particolari e una quantità infinita di ologrammi pubblicitari in 3D, il tutto unito ad un uso della computer grafica per una volta non eccessivo ma anzi ben calibrato. La città è viva e in movimento, non si ha mai la sensazione che tutto sia finto e distaccato.

Insieme alla Johansson figurano altre due star internazionali: il grandissimo Takeshi “Beat” Kitano nel ruolo di Daisuke Aramaki - che parla poco ma quando impugna una pistola si fa sentire eccome - e Juliette Binoche che interpreta la Dottoressa Ouelet.

A completare il cast Michael Pitt (Hideo Kuze), costretto per motivi di copione a recitare con solo mezzo volto, e Pilou Asbæk nel ruolo di Batou. Ghost in the Shell non sarà un'opera perfetta, anzi, la compiutezza estetica dell’intera pellicola non riesce a sostituire alcune lacune, ma resta comunque una trasposizione capace di non lasciare indifferenti. Voto: 7/10 Ghost in the Shell (USA, 2017)

Regia: Rupert Sanders

Sceneggiatura: Jamie Moss, William Wheeler

Cast: Scarlett Johansson, Michael Pitt, Juliette Binoche, Michael Wincott, Pilou Asbæk, Takeshi Kitano, Chin Han, Christopher Obi, Joseph Naufahu, Kaori Momoi, Yutaka Izumihara, Tawanda Manyimo, Rila Fukushima, Chris Obi, Danusia Samal e Lasarus Ratuere.

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