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Captain Fantastic. Voto: 7

Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2016 per poi essere proiettato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior regia, Captain Fantastic racconta di una famiglia...

Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival del 2016 per poi essere proiettato nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior regia, Captain Fantastic racconta di una famiglia particolare e di come a volte le scelte dei genitori per l’educazione dei propri figli possano portare a degli errori.

L’inizio è di quelli che lasciano il segno.

Un cervo si muove tra la vegetazione di una foresta. Mangia qualcosa e sospettoso si guarda attorno. Tra i cespugli due occhi bianchi, quelli di un ragazzo, stanno osservando l’animale.

Poco dopo il ragazzo, che pare uscire da qualche tribù, quasi completamente nudo e con la pelle completamente dipinta di nero, balza fuori munito di coltello e sgozza l’animale.

Dalla foresta escono altri ragazzi ed un uomo, anch’essi dipinti in volto.

Il rito di passaggio per diventare uomo è compiuto.

Da quel momento il film cambierà completamente registro e di tutta la violenza dei primi minuti non ne resterà traccia.

Loro sono la famiglia Cash composta dal padre Ben (Viggo Mortensen) e dai sei figli, Bodevan (George Mackay), Kielyr (Samantha Isler), Vespyr (Annalise Basso), Rellian (Nicholas Hamilton), Zaja (Shree Crooks), Nai (Charlie Shotwell) e vivono tutti assieme nei boschi della costa nord-occidentale degli Stati Uniti lontano da ogni forma di civiltà cacciando e coltivando.

La madre dei ragazzi, Leslie, non c’è.

Bisognosa di cure a causa di un disturbo bipolare di cui soffre dalla nascita del primo figlio, è in ospedale lontana da casa da diversi mesi.

Quando giunge la notizia che si è suicidata, Ben è costretto ad abbandonare la vita isolata tra i boschi che proprio con la moglie aveva creato, per poter compiere con i figli una missione: assistere al funerale contro il volere del padre di Leslie e rispettare le ultime bizzarre volontà della donna, che, in quanto buddista, voleva essere cremata per poi gettare le sue ceneri nello scarico di un bagno pubblico.

Ben e i figli partiranno a bordo del loro scuolabus blu chiamato Steve in un viaggio che li metterà a dura prova in un mondo a loro sconosciuto.

Matt Ross con Captain Fantastic consegna un road movie fuori dagli schemi per certi versi particolarmente ruffiano che non nasconde nemmeno più di tanto di esserlo.

Pieno di primi piani sui volti dei protagonisti, musiche emozionanti e situazioni create ad hoc per provare enorme empatia con i protagonisti.

Una ruffianeria però alla quale cediamo volentieri.

Impossibile non restare catturati dalla filosofia di Ben e dalla bravura dei ragazzi.

Sei futuri adulti che hanno vissuto la loro vita isolati dal resto del mondo, mai contaminati dal morbo del consumismo sfrenato o dal cibo spazzatura, non sarà un caso infatti se una volta arrivati in città uno dei figli resterà sorpreso dalla corpulenta fisicità di quasi tutti gli abitanti.

Uno stile di vita così lontano dalle nostre abitudini che non mancherà di far riflettere e di creare più di una situazione ironica quando i sei entreranno in contatto con altri ragazzi.

Ma a Matt Ross non interessa solamente mostrare certe questioni ormai ampiamente discusse - che vivessimo in un mondo fatto di apparenze, bombardati da falsi miti, in una corsa continua ad acquistare cose di cui non abbiamo un reale bisogno, lo sapevamo già - ma la parte più originale di Captain Fantastic è quella di volersi soffermare su come le decisioni prese dai genitori per i propri figli possano essere giuste o sbagliate.

Ben ha scelto insieme alla moglie Leslie questo stile di vita isolato e purificato da tutto il male della moderna società, quella società che vuole imporre un altro modo di vivere.

Quello che fanno con i figli però, crescendoli secondo i loro criteri così rigidi, non è allo stesso modo imporre qualcosa?

Difficile dirlo se poi in più di una scena i figli di Ben, “Re filosofi” cresciuti in mezzo alla natura tra libri di spessore letti attorno al fuoco, che non festeggiano il Natale ma si scambiano doni per la "Giornata di Noam Chomsky" e fisicamente sani e sviluppati grazie a costanti allenamenti, risultano più svegli e dotati di conoscenze ben al di sopra della media degli altri ragazzi.

Ma questo non basta, tanto che due dei figli arriveranno addirittura ad accusare il padre di averli trasformati in freaks incapaci di vivere nel mondo “reale” che conoscono solo attraverso i libri.

Un film che ci accompagna per 120 minuti lungo un percorso fatto di esperienze nuove che toccherà ogni singolo individuo della famiglia.

Non privo di difetti, soprattutto nella parte finale in cui Ross decide per una soluzione un pò naif e troppo frettolosa.

Scivolone comunque perdonabile quando l’amore incondizionato di un padre, che intende solo proteggere i propri figli, capirà che la strada per un'esistenza migliore è quella di un equilibrio possibile solo ridimensionando le proprie idee, per trovare una felicità stabile con la propria famiglia pur rimanendo quelli che si è.

Voto: 7/10

Captain Fantastic (Usa, 2016, commedia, drammatico)

Regia: Matt Ross

Sceneggiatura: Matt Ross

Cast: Viggo Mortensen, George MacKay, Samantha Isler, Annalise Basso, Nicholas Hamilton, Shree Crooks, Charlie Shotwell, Trin Miller, Kathryn Hahn, Steve Zahn, Elijah Stevenson, Teddy Van Ee, Erin Moriarty, Missi Pyle

Film al cinema

Sing 7.5/10 (Anteprima 14 dicembre)

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