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Domenica, 28 Aprile 2024
IL PROCESSO

Morti all'Archivio di Stato: "Non sapevamo quanto fosse pericoloso l'argon"

Pochi minuti per prendere la parola e raccontare la sua verità: l'ex direttore dell'Archivio di Stato Claudio Saviotti ha fatto una dichiarazione spontanea in aula. "Ai corsi di formazione non ci hanno mai parlato e mai fornito materiale informativo su questi rischi"

Ha preso la parola per pochi minuti e ha ribadito quanto già da tempo, fuori dalle aule di tribunale, aveva sostenuto: "Ai corsi sulla sicurezza nessuno ci aveva messo al corrente di quali fossero i rischi inalando l'argon". Così Claudio Saviotti, ex direttore dell'Archivio di Stato, ha deciso di intervenire con una dichiarazione spontanea questa mattina durante l'udienza del processo per la tragedia che avvenne il 20 settembre di 5 anni fa, nella quale persero la vita Filippo Bagni e Piero Bruni

Saviotti era uno degli imputati che questa mattina avevano la possibilità di rendere dichiarazioni spontanee. Inizialmente aveva declinato, ma in seguito all'esame di un'altra imputata, una dirigente di Igeam che ha illustrato come venivano svolti i corsi di formazione sulla sicurezza, l'ex direttore ha deciso di puntualizzare quello che è un aspetto fondamentale per la difesa e sul quale fin da subito dopo le morti si è soffermato. 

"Accertamenti del ministero: Bruni e Bagni inconsapevoli dei rischi"

Una versione che andrebbe a concordare con quanto già pronunciato di fronte al giudice da un testimone chiave della pubblica accusa, Gino Famiglietti. All'epoca dei fatti era direttore generale degli Archivi presso il ministero dei Beni culturali e di fronte ai giudici ha detto di aver eseguito un'indagine interna dal cui esito era emerso che i due dipendenti erano "inconsapevoli dei rischi" che avrebbero corso.

La tesi della dirigente e quella di Saviotti

Secondo quanto riportato dalla dirigente di Igeam, società che si è occupata anche dei corsi di formazione, tali incontri sulla sicurezza si sarebbero svolti nella sede aretina del corpo dei vigili del fuoco e avrebbero riguardato i rischi relativi agli incendi e anche all'impiego dell'argon. In direzione opposta sono invece andate le parole di Saviotti che, assistito dai legali Simone e Roberto De Fraja, ha ricordato "di aver sempre partecipato ai corsi e di aver fatto parte della squadra che si occupava di sicurezza, ma di non aver mai sentito parlare e nemmeno di aver ricevuto materiale informativo sulla pericolosità dell'argon". Durante i corsi, ha sostenuto Saviotti, non sarebbe stato paventato che il gas poteva essere così dannoso in alte concentrazioni. 

Il processo

Il procedimento andrà avanti con l'ascolto degli altri imputati che decideranno di fare dichiarazioni spontanee, poi la parola passerà ai legali difensori. 

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