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Martedì, 30 Aprile 2024
Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

BLOG | La violenza sessuale su un minore

Le conseguenze di un abuso sessuale devono essere valutate caso per caso, considerando l’età della vittima, il lasso di tempo in cui si verifica l’abuso, la familiarità dell’abusante e la violenza con cui l’abuso si verifica

La violenza sessuale su minore consiste in attività sessuali di un adulto o di altro minore, in cui induce con la forza, la coercizione o le minacce un minore ad avere qualsiasi forma di contatto sessuale o di attività sessuale avvalendosi della propria maggiore esperienza o autorità, o più spesso avvantaggiandosi del buon rapporto emotivo o l’alleanza esistente. L’abuso sessuale include rapporti sessuali e/o comportamenti che prevedono toccamenti sessuali del minore, molestie senza toccamento e utilizzo del minore a scopo sessuale. A volte, può non esserci nessun contatto fisico e l’abuso può avvenire online, tramite chat e/o webcam.

Con il concetto di abuso sessuale si definisce il coinvolgimento di un minore in atti sessuali che egli non comprende completamente e per i quali non è in grado di acconsentire o per i quali non ha ancora raggiunto un livello di sviluppo adeguato. I minori possono essere abusati sessualmente sia da adulti che da altri minori che sono, in ragione della loro età o livello di sviluppo, in una posizione di responsabilità, fiducia o potere nei confronti della vittima (WHO, 1999).

Si è, quindi, di fronte a un abuso, in quanto il bambino non è in grado di accettare sullo stesso piano e di valutare le conseguenze, proprio a causa della diversità di età ed esperienza.

Spesso le molestie sessuali avvengono senza ricorso alla violenza fisica, ma rese possibili da piccoli trucchi e dal legame emotivo, sfruttando lo sbilanciamento tra adulto e bambino e la forza del legame emotivo con il minore al fine di soddisfare le esigenze sessuali, mantenute successivamente tramite pressioni, intimidazioni e tentativi di corruzione.

Nella categoria dell’abuso sessuale rientrano i rapporti sessuali, anche orali o anali con bambini, ma anche quando un adulto, allo scopo di ottenere uno stimolo sessuale, osserva bambini nudi, mostra loro materiale pornografico, racconta storie a sfondo sessuale, mostra i propri genitali, tocca o fa toccare i genitali del bambino o dell’adulto, si masturba in presenza di bambini, etc.

La maggior parte dei casi di violenza sessuale avviene all’interno della famiglia o con persone note al bambino, più raramente a opera di sconosciuti. Le vittime sono sia bambine sia bambini.

Il minore viene spesso intimidito, proprio per il rapporto di fiducia che spesso lo lega all’adulto abusante, affinché non riveli a nessuno, specialmente ai propri cari, quanto è avvenuto, pena ritorsioni ben più gravi. Il minore viene, poi, spesso fatto sentire complice del fatto, come se “se la fosse cercata anche lui”, e questo contribuisce, nel mondo del bambino, a pensare che lui non sia tanto una vittima quanto piuttosto un complice. A questo punto, il bambino stesso può non voler raccontare ai suoi cari quello che è avvenuto, perché si sente responsabile di ciò che è accaduto, perché si sente in colpa e prova vergogna per tutto ciò che sta vivendo e sta provando.

L’abuso sessuale sui minori (Child sexual abuse-CSA) colpisce individui, famiglie e comunità appartenenti a differenti classi socioeconomiche e diverse aree geografiche. Numerosi studi hanno mostrato come una storia di CSA abbia effetti negativi sulla salute psichica, sociale, comportamentale e fisica del soggetto (Cashmore & Shackel, 2013; Gilbert et al., 2009; Putnam, 2003).

La presenza di stress traumatici sperimentati in una fase precoce dello sviluppo sembrerebbe essere predittiva della durata e gravità di una vasta gamma di sintomi e disturbi, tra cui il PTSD, la depressione, la dissociazione, i disturbi somatici, i problemi nel sonno e nel funzionamento sessuale, l’abuso di sostanze, il comportamento alimentare, la disregolazione emotiva, l’aggressività e i problemi interpersonali (Follette e Vijay, 2008).

In soggetti vittime di CSA sono molto alti i tassi di ideazione suicidaria e di suicidio (Gladstone et al., 2004). Fattori aggravanti, quali l’età precoce, uno stretto rapporto con l’abusante, la mancata risposta di un caregiver, un ambiente non protettivo e non supportivo all’interno e all’esterno della famiglia, possono favorire l’esposizione a ulteriori vittimizzazioni nel corso della vita (Follette e Vijay, 2008).

Spesso la struttura familiare di tipo disfunzionale, in cui sono possibili fenomeni di abuso, è caratterizzata da confini chiusi, con connessioni fisse e rigide; risultano rigidi anche i ruoli, le relazioni, le regole e le norme.

In molti casi i membri della coppia genitoriale non hanno potere egualitario; il livello di potere più elevato, di solito il padre, gestisce e domina i livelli inferiori, moglie e figli, che gli sono sottomessi.

In queste famiglie di solito i genitori hanno matrimoni infelici, il sesso tra i coniugi è insoddisfacente o assente, i padri sono spesso frustrati da problemi economici o lavorativi e tendono a ritorcere la loro sofferenza e il senso pervasivo di impotenza sui figli o sulla moglie abusandone fisicamente, sessualmente o psicologicamente; le madri risultano spesso incapaci di adempiere al loro ruolo genitoriale.

Le conseguenze di un abuso sessuale devono essere valutate caso per caso, considerando l’età della vittima, il lasso di tempo in cui si verifica l’abuso, la familiarità dell’abusante e la violenza con cui l’abuso si verifica, oltre ai fattori di rischio e alle risorse, come ad esempio il supporto familiare e sociale di cui la vittima dispone. Se gli abusi sono ripetuti nel tempo e sono messi in atto dai familiari con comportamenti coercitivi e violenti, i bambini e gli adolescenti vittime di abusi presentano esiti psicopatologici più gravi. Le psicopatologie a cui sono maggiormente esposti le vittime di abusi sessuali sono depressione, disturbi d’ansia, comportamenti aggressivi verso sé stessi o verso gli altri, disturbi di attenzione e iperattività, disturbi dell’alimentazione e del sonno, disturbi post-traumatici da stress.

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