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Psicodialogando

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A cura di Barbara Fabbroni

"Da domani mangerò sano e farò sport". Gli ostacoli ai buoni propositi e come rimuoverli

Perché è così difficile mettere in atto un cambio della nostra routine? I consigli della psicoterapeuta Barbara Fabbroni

Quante volte ti sei ritrovata a compilare mentalmente una lista di buoni propositi? Quante volte ti sei guardata e hai detto: “da domani farò, dirò, cercherò …”. Insomma, una lunga fila di imperativi per poi ritrovarti ogni volta a illuderti, alla ricerca di uno stimolo sufficiente per portare avanti motivazioni ormai ammuffite. Perché? Dove risiede il problema? Ogni persona ha la necessità, il bisogno di aspirare al meglio, però, malgrado gli intenti, si ritrova letteralmente a remarsi contro, a essere la peggiore nemica di sé stessa. Così se va bene finisce per auto-sabotarsi, per fallire miseramente anche nei più semplici scopi come la costanza nell’esercizio fisico o la sana alimentazione. Si apre il baratro del "domani farò" ma il domani non arriva mai e la desolazione occupa l’anima e la mente portando a nervosismo e pessimismo. È un fallimento annunciato ancor prima che la strada venga percorsa. Così arriva il dialogo interno con l’occhio rigido del giudizio che avvolge, portando nella terra dell’impossibile, del fallimento, del "non sono capace a fare nulla". Il giudizio che fin da bambini abbiamo sentito nella nostra pelle ci rende difettosi di non essere abbastanza forti, di non valere, di non avere abbastanza disciplina o forza di volontà. In realtà, ciò che ci manca non è affatto la forza di volontà, la disciplina, la determinazione, la grinta. Chi è cresciuto con delle mancanze, di forza di volontà ne ha da vendere, basta pensare all’intrinseca voglia di riscatto che si portano dentro. Più voraginoso è quel vuoto emotivo ancestrale, più grande sarà la fame di rivalsa. Così la cifra esistenziale di ognuno di noi avrà a che fare con tutti i propri vissuti passati che sono lì in fila uno dopo l’altro a rimbombare dentro l’anima e la testa come se fossero una cantilena infinita.

Allora cosa manca? Perché ogni volta è la stessa identica storia?

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Barbara Fabbroni

Comportamenti ed emozioni viaggiano all’unisono se qualcosa è andato storto, se un’emozione è stata disarmonica allora si naviga nello stretto spartiacque dell’impossibile e il sogno diventa un incubo. Per fortuna non per tutti è così. Purtroppo, chi è cresciuto con delle mancanze, è stato letteralmente sopraffatto da ciò che era esterno, da non potersi concedere il lusso di capire cosa emergesse dentro di lui. Questo vissuto crea una frattura significativa che porta lungo il percorso della propria vita a vivere "non vivendo", a stare nel sogno affrontando solo la disillusione.

Cosa si può fare per uscire fuori da questo tunnel? Per raggiungere i propri obiettivi quale strada percorrere? La cosa importante è ripartire dai vissuti emotivi che ognuno si porta dentro e che pongono un freno alla realizzazione personale. Prova a guardare in faccia, una per una, tutte le emozioni del passato che sono state così dolorose da cristallizzarsi dentro di te e trasformarsi in vissuti irrisolti. Ognuno di noi ha dei vissuti difficili da districare, fingere che non esistono significa rimanerne schiavo. La realizzazione di sé passa attraverso la consapevolezza del proprio vissuto e delle proprie esperienze. La felicità non è un dono che cade dal cielo. La si raggiunge con fatica. Inoltre, non andare a caccia dei colpevoli perché perderesti altro tempo importante da utilizzare per te e per i tuoi progetti da realizzare.

Noi tutti siamo cresciuti in un sistema chiamato famiglia, il luogo in cui si sono formate le nostre basi emotive. Siamo cresciuti dentro dei legami con altre persone, ciascuna delle quali ci ha influenzato in modi profondi e spesso nascosti. Ricordati sempre che perdòno e pèrdono hanno due significati diversi a secondo dell’accento che mettiamo. Quindi se non perdoniamo il nostro passato accettandolo ci perdiamo nella nebbia di un futuro incerto e non chiaro.

Quando cresciamo in una famiglia disfunzionale, il mare emotivo riflette il sistema familiare: quelle acque sono torbide e ben poco del sistema familiare si può scorgere guardando solo la superficie. Analogamente, ben poco di ciò che ti porti dentro si può comprendere senza andare in profondità, senza guardarti dentro. Più ti immergerai e più scoprirai cose su di te che prima ignoravi. Tuffati nel tuo mondo se vuoi scoprire davvero chi sei e fare in modo che i tuoi progetti finalmente possano trovare la strada della realizzazione.

Quando inizierai a guardare oltre la superficie, tutto ciò che credi di sapere su te stessa cambia, scoprirai inediti modi di esistere.  

Tutti noi obbediamo implicitamente a regole emotive e di condotta apprese nei primi anni di vita. Quando comprendiamo quali sono queste regole implicite, questi modelli interiori che ci governano, il nostro mondo cambia, la gran parte dei comportamenti che ci remano contro cessano di esistere. Quindi, non aspettare, inizia da te, impara a conoscerti e non avere paura di ciò che troverai. Questo è già un buon proposito per iniziare un nuovo anno all’insegna del progetto.

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