rotate-mobile
Martedì, 30 Aprile 2024
Psicodialogando

Psicodialogando

A cura di Barbara Fabbroni

BLOG | La genitorialità patologica

Ovvero quando i comportamenti devianti diventano la norma e si interiorizza il dolore che essi provocano, senza rendersi più conto che paura e violenza intrafamiliare non dovrebbero esistere

Sono molteplici le modifiche subite dalle famiglie nel corso del secolo passato in funzione delle radicali trasformazioni sociali, demografiche e culturali: separazioni, nuclearizzazione familiare, minor numero di figli, diversificazione del ruolo della donna, coppie omosessuali, ecc.

Tutti questi fenomeni di rapida modifica e complessificazione della società occidentale hanno avuto diverse conseguenze, ancora in evoluzione, sulle modalità di transizione alla genitorialità, in particolare sulle modalità di trasmissione, acquisizione ed elaborazione delle conoscenze oltre che sulla definizione della progettualità educativa (Nyström, Ohrling, 2004; Andreoli, 2009 Crittenden, Landini, 2012; Zambianchi, 2012; Grussu, Bramante, 2016).

La complessa evoluzione della società moderna ha prodotto inevitabili ripercussioni sulla genitorialità; infatti, la “funzione genitoriale” e la disponibilità a fornire cure, includono capacità cognitive, affettive e relazionali che non sono riducibili soltanto alle attitudini o alle caratteristiche individuali del singolo genitore, bensì alla relazione stabilita tra entrambi e a come queste riescono a incontrare le necessità specifiche di ogni figlio.

I genitori o le figure alternative di accudimento assolvono a molteplici funzioni genitoriali, mediante il ricorso a competenze di cura e di educazione, differenziate in relazione alle età e alle esigenze specifiche dei figli. Tali funzioni rappresentano degli obiettivi generici e trasversali di supporto a uno sviluppo equilibrato dei propri figli.

Quando tali funzioni sono compromesse e i bisogni e valori dei figli non sono soddisfatti lasciando spazio a conflitti, comportamenti deviati, abusi emotivi o fisici, si parla di genitorialità patologica.

In tal caso spesso, l’autorità genitoriale viene sostituita con forme distorte di autorevolezza attraverso rabbia, controllo, aggressività e violenza.

Tale stile genitoriale qualifica la cosiddetta famiglia disfunzionale, nella quale non solo il nucleo familiare non è in grado di assolvere le sue funzioni, ma i componenti prendono per normale la modalità relazionale disadattiva che si svolge all’interno del contesto familiare. 

I comportamenti devianti diventano la norma, si interiorizza il dolore che essi provocano, senza rendersi più conto che paura e violenza intrafamiliare non dovrebbero esistere.

La famiglia diventa sacrificante, in cui non vi è spazio per il piacere e le distrazioni, ma tutto gira intorno al dovere e al sacrificio.

Nuclei familiari in cui esistono ruoli dominanti e ruoli sottomessi; vi è un chiaro squilibrio di potere e di obblighi, la persona sottomessa subisce costantemente il sopruso da parte degli altri.

Può essere per esempio il caso di un figlio che diventa il capro espiatorio della madre, oppure il caso in cui i genitori non riescono a mantenere la propria autorevolezza e finiscono col diventare succubi di un figlio.

La famiglia disfunzionale è una famiglia in crisi nella quale il maltrattamento è segno di una patologia relazionale, costituita da sofferenza interiore unita a disturbi della personalità, si caratterizza per avere problemi di comunicazione, in cui prevalgono dinamiche fortemente manipolatorie: le idee e i sentimenti non espressi vengono trasmessi attraverso comportamenti difensivi che danno adito a malintesi e incomunicabilità. Non esiste empatia, le richieste basiche di amore e affetto vengono puntualmente disattese, i modelli e ruoli comportamentali sono molto rigidi, non consentendo ai loro componenti la flessibilità e l’adattamento alla vita. Non vi è tolleranza e pazienza, si finisce sempre per incolpare qualcuno e scaricare su di esso rabbia e violenza.

La genitorialità patologica comprende atteggiamenti distruttivi e diseducativi, basati sulla critica costante, umiliazione e svalutazioni continue che può sfociare in atteggiamenti violenti e abusanti.

I genitori tossici sono emotivamente fuori controllo. Tendono a drammatizzare anche i problemi minori e vedono ogni possibile leggerezza come un motivo per diventare ostili, arrabbiati, verbalmente offensivi o distruttivi. Non sono in grado di empatizzare con i figli, pertanto un genitore tossico non riuscirà a mettersi nei panni del proprio figlio: tutto sarà concentrato su di loro e sui loro bisogni, senza notare come tutto ciò potrebbe essere distruttivo, dannoso o offensivo.

Più il genitore è tossico, più cercherà di controllare tutto e tutti. Questo tipo di genitori svalutano o criticano i figli in continuazione, scaricano le proprie insoddisfazioni e rabbie sul figlio, probabilmente perché loro stessi sono stati sempre criticati e svalutati fin da piccoli.

Questo tipo di genitore non può o non vuole vedere i risultati dei propri figli, non importa quanto siano eccezionali i loro bambini. Sminuiscono costantemente le persone intorno a loro mentre si atteggiano a persone eccezionali, dotati o talentuosi.

La discordia, il disaccordo, l'ostilità e la rottura della famiglia causata dal genitore tossico è sempre colpa di qualcun altro. Questi genitori non possono assumersi la responsabilità di eventuali problemi, ma preferiscono incolpare il resto della famiglia o manipolare il modo in cui vedono questi eventi.

Per andare più nel particolare dentro queste categorie potremmo parlare dei genitori egoisti e genitori narcisisti.

Riconoscere un narcisista perverso non è facile, soprattutto se si tratta del proprio genitore, sia perché se si è cresciuti in un determinato ambiente si accettano come normali relazioni patologiche, sia perché il narcisista si rivela dopo un bel po’ di tempo per quello che è realmente. Il genitore narcisista cercherà di realizzarsi attraverso il figlio, lo farà manipolandolo ed esercitando una pressione psicologica molto forte sul figlio, attraverso il ricatto emotivo, il senso di colpa e l’aggressività.

Si parla di

BLOG | La genitorialità patologica

ArezzoNotizie è in caricamento