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Redazione

Il polo digitale sembrava in rampa di lancio, ma si ferma come altre cose...

Mi tocca ritornare sull'argomento della nuova giunta Ghinelli che ferma qualcosa di progettato e decollato precedentemente, senza sostituirlo con un progetto nuovo e appetibile. La questione del Polo digitale non è che l'ultima di una serie che...

Mi tocca ritornare sull'argomento della nuova giunta Ghinelli che ferma qualcosa di progettato e decollato precedentemente, senza sostituirlo con un progetto nuovo e appetibile. La questione del Polo digitale non è che l'ultima di una serie che sembra non avere fine, nonostante sia trascorso solo qualche mese dall'insediamento della nuova amministrazione. Il progettato Polo Digitale aretino, che prevede la sua collocazione a Pescajola, presso l'ex mercato ortofrutticolo, altro non è che la replica di quel che già funziona altrove (Navacchio) e prevede la concentrazione fisica di ditte che si occupino di nuove tecnologie e possano usufruire, insieme ai clienti, di servizi comuni (server, per esempio) e possano costituire un polo di riferimento non solo per Arezzo, ma per la regione intera. Senza scendere in troppi dettagli, occorre segnalare che solo a maggio scorso la Camera di Commercio di Arezzo aveva effettuato un sondaggio tra le aziende locali per verificare l'interesse esistente nei confronti di un simile progetto ed era risultato che 26 aziende avevano confermato (era un giro informativo già svolto precedentemente, all'alba del progetto) il proprio fermo interesse per l'iniziativa e l'insediamento. Rimaneva da concordare con l'amministrazione quale fosse il costo/mq degli immobili in affitto e poco altro.

I finanziamenti reperiti non sono di poco conto (circa due milioni dalla Regione Toscana) e altri denari dovrebbero arrivare dalle vendite a privati di settori dell'intervento.

Il problema sta forse nel fatto che il Comune rinunciando intende risparmiare qualche centinaio di migliaia di euro di propria quota? Se così fosse ci dica, la nuova giunta, come intende investirli quei denari, magari in un ambito equivalente, cioè capace di dare una mano alla crescita delle aziende e dell'occupazione.

Un dubbio ci assale, non sarà che il Comune di Arezzo non voglia saperne di interloquire con chiunque fosse sul campo prima dell'insediamento dell'attuale amministrazione?

Questo sarebbe grave per gli aretini, anche perché senza confrontarsi con la Camera di Commercio e i suoi soci, la rinascita economica del territorio non può decollare... Il sindaco di tutti non può esserlo solo a parole. Tra l'altro nel programma preelettorale di Ghinelli figurava un'iniziativa interessante come l'incubatore di imprese, ma come pensa di metterlo in piedi il comune, da solo?

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