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Arezzo costume e società

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A cura di Gianni Brunacci

Centro Storico

"Mercatini di Natale: sono davvero la manna dal cielo?"

Gli allestimenti al Parco del Prato, con attrattive soprattutto per bambini e il mercatino tirolese in piazza Grande sono delle calamite da pubblico, particolarmente a queste latitudini. Ma non mancano i detrattori

Sono molti i fans di Arezzo Città del Natale. Soprattutto, ma non soltanto, le famiglie con figli più o meno piccoli. Certo che gli allestimenti al Parco del Prato, con attrattive soprattutto per bambini e il mercatino tirolese in piazza Grande sono delle calamite da pubblico, particolarmente a queste latitudini.
Di contro sono anche molti i detrattori, che lamentano il pessimo trattamento del parco storico del Prato e "l’assurda sistemazione" di piazza Grande, comprese le luci colorate che più che tirolesi sembrano arabeggianti.
Naturalmente tra chi esalta le iniziative aretine del periodo natalizio sono da annoverare i commercianti, che possono approfittare del fiume di persone che il battage pubblicitario e le luci delle feste attirano in città. Ed ecco spiegato perché l’iniziativa del mercatino tirolese è di matrice Confcommercio.
I parcheggi della zona Eden, della ex caserma Cadorna e di via Pietri scaricano in centro, nei pomeriggi/sera dei giorni di apertura, vere fiumane di turisti natalizi, molti dei quali anche organizzati da tour operator. 
Anche gli allestimenti del parco del Prato (di iniziativa paracomunale) contribuiscono al sollazzo delle famiglie in arrivo (soprattutto dall’area tosco/laziale, Roma compresa).
Ha quindi senso ostacolare o denigrare questa festa prolungata che è Arezzo città del Natale, oppure è da aretini botoli ringhiosi?
Certo che chi critica la trasfigurazione di piazza Grande e del Prato ha gioco facile, ma è altrettanto vero che il commerciante che soffre per buona parte dell’anno non può non benedire la manna dal cielo. 
E le famiglie che invadono? Anche loro hanno esigenze da soddisfare, per la verità con qualche difficoltà. Ristoratori et similia non ce la fanno ad assorbire un numero di clienti spropositato all’ora di pranzo di una qualsiasi domenica di dicembre e devono ricorrere a turni estenuanti. I bagni pubblici (sotto le Logge Vasariane) sono pochi e poco segnalati, così quelli dei locali commerciali vengono presi d’assalto in modo spropositato. 
Le brutture e le scomodità di questo mese della Arezzo del Natale possono essere sufficienti per rinunciare a tanto denaro nelle casse dei nostri operatori commerciali?
Arezzo ormai da anni dà una risposta sicura ed è “assolutamente no”. Mettetevi l’anima in pace, voi botoli ringhiosi capaci solo di criticare, e magari per questo mese evitate il centro storico come la peste…

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