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Arezzo costume e società

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A cura di Gianni Brunacci

BLOG | Dove sta andando il Pd?

Un leader non c’è e la via di sinistra è smarrita

Dove va il Pd, in Italia e ad Arezzo? In Italia il Pd ha perso la testa. Non sa ritrovarsi, forse perché non è mai stato qualcosa di preciso. Nacque da uno slancio di Veltroni con un “Ma anche” che non funzionò. Noi siamo questo, “ma anche” quest’altro… che poi voleva dire siamo ex comunisti e democristiani di sinistra allo stesso tempo. Al massimo potevano essere alleati, ma mai nello stesso partito.

Poi all’inizio c’era una disparità importante nei numeri. Gli ex comunisti erano molti di più e le sedi erano in origine le loro.

Nel tempo la lotta di potere interna aveva portato gli ex Dc a dominare, soprattutto con i successi di Renzi, uno che la sinistra in vita sua l’aveva annusata da lontano.

Oggi che Renzi è caduto in disgrazia, ma con lui anche i suoi rottamati (D’Alema e Rosy Bindi su tutti), il Pd non esiste più. E’ un insieme di persone incerte, senza idee vere. Un leader non c’è e la via di sinistra è smarrita.

Ma buona parte della base cerca proprio quella, un’anima e dei valori di sinistra in un corpo moderato. Bonaccini si è presentato ad Arezzo per promuovere la sua candidatura a segretario, ma lui, probabilmente animato da buone intenzioni, rappresenta il proseguimento di un cammino che ha portato a una caduta verticale del Pd. E’ il seguito naturale di Letta.

Ma “il Pd ha bisogno di essere rivoltato come un calzino”, o almeno così dicono tutti a parole. A poterlo fare non è chi, arrivato ad Arezzo per promuoversi, vede in prima fila il presidente della Regione Toscana, Lucia De Robertis e Vasco Giannotti. Con tutto l’affetto che si può nutrire per le singole persone, sembrano superati: Bonaccini, Giani e De Robertis non hanno dentro di loro il seme della rivoluzione.

Se il partito deve seguire la strada di Renzi, che lo faccia con Renzi. Vorrà dire che la sinistra si organizzerà diversamente.

Al momento della rivoluzione sbandierata non si vede proprio nulla, nemmeno in Elly Schlein, che pure dovrebbe rappresentare una svolta a sinistra. Misura le parole col bilancino, come se avesse paura di offendere i centristi. Ma così facendo finirà nella stessa strada, o lì vicino.

In effetti quello che manca al Pd sembra essere il coraggio di osare. E’ un partito nato sul “ma anche” di veltroniana memoria e difficilmente se ne libererà.

C’è tutto il popolo della sinistra, quello di articolo 1, dei 5 Stelle odierni, dei Verdi, degli astenuti di parte, che sta affacciato alla finestra, ma nessuno sembra vederlo.

Men che meno ad Arezzo, dove la sinistra pare scomparsa un’era geologica fa.

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