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Arezzo costume e società

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A cura di Gianni Brunacci

BLOG | Sono scomparsi da Arezzo i fagiolini di Sant'Anna e il radicchio

Non si trovano più i buonissimi fagiolini locali. Si dice che raccoglierli sia antieconomico e che quest'anno il tempo strano li abbia danneggiati. Lo stesso vale per il radicchio. Non quello trevigiano, ma il nostro caro radicchio verde

Sant'Anna cade il 26 di luglio ed è intorno a quella data che si raccolgono i fagiolini - appunto - di Sant'Anna. Che si raccoglievano, per la precisione, perché quest'anno uno dei piatti più caratteristici di Arezzo è stato davvero difficile da fare. Non si trovano più i buonissimi fagiolini locali. Si dice che raccoglierli sia antieconomico e che quest'anno il tempo strano li abbia danneggiati. Lo stesso vale per il radicchio. Non quello trevigiano, ma il nostro caro radicchio verde, quello che tagliato a striscioline sottili si può condire con aceto (essenziale) e olio, magari anche un po' di aglio tritato, e accompagnare a molti secondi piatti del territorio, soprattutto di carne alla griglia.

Ma torniamo ai fagiolini di Sant'Anna: parenti di quelli più comuni che troviamo sul mercato abitualmente, sono più sottili e lunghi, senza raggiungere le decine di centimetri di quelli detti "a nastro" o in mille altri modi. Hanno un colore un po' più scuro e variabile dei cugini verdi e più tardi, in autunno diventeranno i famosi fagioli dall'occhio, quelli marroncini con la macchia scura all'attaccatura.

Si tratta di un fagiolino autoctono, europeo, non proveniente dall'America.

Se raccolti tra luglio e agosto, i fagiolini di Sant'Anna possono essere buonissimi, soprattutto se normalmente lessati e rifatti con il pomodoro su un soffritto d'aglio e con l'aggiunta di foglie di salvia. Qualora ben cotti insieme o accanto a qualche salsiccia o pezzo di essa, questi prelibati fagiolini, possono costituire un secondo piatto di grande sapidità e qualità, assolutamente non inferiore al più comune e apprezzatissimo fagiolo all'uccelletto (cannellino, zolfino o tondino che sia...). Quest'anno ho potuto cucinare i fagiolini di Sant'Anna soltanto una volta e condire il radicchio verde due. Son cose tristi, perché si tratta di piatti buoni e identitari. Per gli aretini, che di piatti tipici locali propri ne hanno certamente pochi, è un impoverimento. Speriamo che la cosa riguardi solo quest'anno.

Foto credits www.lefarfallenellostomaco.com

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