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Redazione

A proposito dell'inaugurazione del teatro Petrarca - lettera firmata

Siamo alla vigilia dell'inaugurazione del restaurato (ristrutturato, direi) teatro più prestigioso della provincia di Arezzo, quel Petrarca che è stato chiuso per più di dieci anni per inagibilità prima e per i lunghi lavori di recupero poi. E'...

Siamo alla vigilia dell'inaugurazione del restaurato (ristrutturato, direi) teatro più prestigioso della provincia di Arezzo, quel Petrarca che è stato chiuso per più di dieci anni per inagibilità prima e per i lunghi lavori di recupero poi. E' stato grazie all'impegno profuso a suo tempo da Giuseppe Fanfani e dall'Accademia Petrarca, proprietaria dell'immobile che ha accettato di dare in gestione cinquantennale il teatro al comune, che si è potuti giungere all'inaugurazione di domani, mercoledì 16 dicembre. Avevo scritto a suo tempo che per questo evento avrei certamente pianto lacrime di gioia e probabilmente sarà così, anche se l'inaugurazione si è rivelata essere un evento tutt'altro che popolare, come invece mi sarei aspettato e come si sarebbero aspettati i molti cittadini appassionati.

Siamo di fronte a un concerto pianistico di prestigio (perché non una rappresentazione teatrale, visto che di concerti la stagione degli Amici della Musica ne sta regalando di equivalenti?) che chiama ad Arezzo una grande interprete come Martha Argerich, ex allieva di quell'Arturo Benedetti Michelangeli che nella nostra città tenne i suoi corsi di perfezionamento negli anni '50 e '60. Questa inaugurazione è quindi in qualche modo dedicata al grande pianista, il che ha certamente un senso, sopratutto se ci si deciderà a lanciare nel mondo l'annunciato marchio di Arezzo città della Musica (con i soli Guido Monaco e Michelangeli il titolo è più che meritato). Ma l'aspetto che definirei quasi grottesco di questa inaugurazione, riguarda il fatto che i biglietti a disposizione dei normali cittadini sono stati pochissimi (c'è chi dice un'ottantina, mentre il Sindaco mi riferisce "circa 170") e si sono esauriti in pochissimo tempo, tra le proteste di decine di aretini in coda rimasti a bocca asciutta.

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Ha senso inaugurare un teatro così prestigioso (qualsiasi compagnia teatrale di livello sarebbe stata orgogliosa di partecipare alla festa), che dispone di poco meno di 500 posti, mettendo in vendita per i comuni cittadini solo 80 (o 170) biglietti? Le autorità invitate sono così numerose da riempire il resto del teatro? Sono forse queste ultime le protagoniste dell'evento? Speriamo di non dover vedere dei posti lasciati vuoti da invitati non interessati.

La verità è che per una serata del genere si sarebbe dovuto prevedere almeno un doppio spettacolo. I grandi manifesti (molto belli) che pubblicizzano in città il concerto della Argerich e dei due pianisti che l'accompagneranno, suonano come una beffa per le centinaia di cittadini che avrebbero voluto, ma non potranno partecipare alla festa, la loro festa.

Di fronte a questo il fatto secondario che sia stato pubblicizzato come "di Michelangeli" o "utilizzato dal maestro per i suoi corsi", un pianoforte di proprietà comunale che, pur restaurato per tre volte, non è mai stato considerato realmente utilizzabile e che probabilmente Michelangeli non ha mai suonato in pubblico e nemmeno durante i suoi corsi di alto livello, diventa solo una piccola aggiunta. Per la cronaca quel piano non verrà utilizzato per il concerto e in queste ore è in corso la sua sostituzione.

A proposito dell'inaugurazione, di Michelangeli e del "suo" piano, ho ricevuto la lettera firmata che segue e che ritengo corretto pubblicare, come richiestomi dal suo estensore.

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A Gianni Brunacci,

In questi giorni stiamo assistendo a qualcosa di irrispettoso, comportamento tipico del moderno modo di fare (o meglio, non fare) politica, e che fa triste mostra dei suoi principali attori. Allo stesso tempo, gli aretini, che si pensa ancora debbano restare sotto una coltre di ignoranza, ignoranti non lo sono affatto.

Se questa città avesse ancora del pudore, si sentirebbe in dovere di rispondere ad un evento basato sull’onda di un'emozione fasulla quale quella del pianoforte Steinway che mai fu né suonato né utilizzato dal Maestro Arturo Benedetti Michelangeli, anche se l'amministrazione continua a sbandierarlo.

Lo stordimento dell’inaugurazione del Teatro Petrarca è una beffa nella beffa per i poveri cittadini sudditi di soggetti di dubbia aristocrazia.

E’ doveroso rendere un segno di omaggio e di affetto per un grande artista, quale è stato Arturo Benedetti Michelangeli, interprete che possiamo definire unico. Ma ancor più, in tanto chiasso inopportuno sarebbe necessario un atto di autocritica davanti alla infinita umiltà dell’artista che venne ad Arezzo per la sola amicizia che lo legava all’Associazione Amici della Musica e che la stessa spavalda arroganza della politica di allora lo costrinse a prendere le distanze, non dai suoi amici più veri, ma da chi del suo nome ne avrebbe fatto una bandiera di un qualche colore, non importa quale, e che ben presto sarebbe divenuto in qualche modo profittatore di luce non propria.

In tal senso è significativo quanto si legge in un articolo di A. Torno:

“Di Benedetti Michelangeli si è parlato troppo e in maniera inadeguata. Si sono scritte fastidiose bugie sul suo conto, si è compendiata la sua arte con una mitologia che non ha nulla a che vedere con i fatti reali. Ogni occasione poi è utile per rincarare la dose; in tal modo, da anni, veniamo malinformati sul suo conto. Nella società delle pornostar e della volgarità non abbiamo capito che un artista come Arturo Benedetti Michelangeli è altra cosa, che non possiamo violare la sua sensibilità per obbedire agli stupidi comandamenti di un'informazione che sembra drogata. Certo, la notizia deve essere sempre pastosa, ad effetto: e così ogni volta facciamo del male a un artista che ha dato all'umanità interpretazioni che resteranno, a un maestro che ci ha avvicinati al bello.”

Per questo motivo dovremmo tutti chiedere scusa al Maestro.

Il dramma è che, oltre all’abuso dell’onestà del cittadino lasciato fuori dal teatro per via dei pochissimi biglietti messi in vendita, nel giorno della ennesima inaugurazione una simile disinformazione sembra divenire normale e veritiera.

Tutti si chiedono come una pianista quale Martha Argerich possa farsi suggestionare fino ad essere ignara complice di così tanta mancanza di rispetto al suo Maestro, e che proprio Arezzo, che lui tanto amò e rimpianse per i corsi e i concerti degli Amici della Musica, non lo rispetti neanche da morto.

Di certo Martha Argerich brilla di luce propria e l’evento è il suo concerto, non uno strumento strapazzato e tenuto per anni in uno scantinato e i cui innumerevoli restauri lo hanno reso anonimo anche nel suo unico valore, ovvero il marchio di fabbrica.

Nei suoi ultimi giorni Michelangeli dichiarò che voleva morire nullatenente, ma quello che ha lasciato della sua presenza, anche quella aretina, per fortuna è conservato con amore in ottime mani.

Oggi siamo di fronte ad una spesa di circa 40 mila euro di denaro pubblico per l’evento inaugurale del teatro Petrarca restaurato, il concerto della Argerich. Tanto che c'eravamo potevamo evitare di far pagare i pochissimi biglietti messi in vendita per i cittadini non invitati.

Lettera Firmata

Ndr: l'inaugurazione sarà comunque una festa, ma non quella che gli aretini hanno immaginato per dieci anni.

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A proposito dell'inaugurazione del teatro Petrarca - lettera firmata

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