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Il malore e la ricerca di un erede. Fabrizio e Violetta: "Vi affidiamo la nostra creatura"

Con una lettera apparsa sui social, Fabrizio Piervenanzi ha raccontato quanto accadutogli nelle ultime settimane: "Sono stato colto da un malore e devo rallentare col lavoro"

"La salute prima di tutto e quindi dobbiamo fermarci". Le parole sono quelle che Fabrizio Piervenanzi, titolare insieme alla moglie della Premiata Gelateria Violetta, rivolge ai propri clienti attraverso una lunga e accorata lettera diffusa sui social. Nello scritto, il gelatiere racconta le ragioni che lo hanno spinto a prendersi una pausa dal lavoro e rilanciare nuovamente la proposta di cessione dell'attività. "Purtroppo un malore a inizio dell'estate mi ha costretto a fermarmi - scrive - non sarebbe intelligente insistere, apponendo la passione per il proprio lavoro alle indicazioni alle raccomandazioni che i medici mi hanno invitato a rispettare". Una condizione delicata che ha spronato i coniugi a lanciare nuovamente l'appello per cercare un erede che abbia desiderio di far continuare alla gelateria il proprio fiorente percorso di vita.

La lettera di Fabrizio Piervenanzi

Come per tutti, prima o poi, dopo una vita di lavoro, arriva il momento di fermarsi, riposare e riappropriarsi del tempo da dedicare a se stessi, agli affetti, alla vita che c'è oltre il lavoro. E noi, ormai pensionati, stiamo andando in questa direzione. È tutt'altro che facile prendere in considerazione il fatto di smettere, di non dedicarci più alla "nostra creatura" che abbiamo fondato e fatto crescere - con dedizione, cura, amore - fino a diventare un punto di riferimento importante per chi ama il gelato di qualità. In un ambiente caldo, accogliente, informale e allegro, che fosse in grado di trasmettere anche delle emozioni e offrire una piacevole pausa ai nostri ospiti di ogni età. Sicuramente ce l'abbiamo messa tutta, con i nostri pregi e difetti. Però... Tre mesi fa, esattamente il 12 giugno, ci siamo presi due settimane di riposo, per la prima volta nella nostra storia in quel periodo. A molti è apparso strano. E giustamente. Lo è stato anche per noi non è stata una nostra scelta. In realtà fui colto da un improvviso e gravissimo malore in un momento in cui ero appena uscito di casa ed ero da solo. Riuscì a capire che la cosa era grave ed ebbi la lucidità e la prontezza di chiamare il 118, che ringrazierò per sempre per essere intervenuto velocemente, per aver potuto contare su un equipaggio efficiente soprattutto per aver avuto a bordo di quell’ambulanza un infermiere eccellente che aveva solo una manciata di minuti per capire il da farsi e salvarmi la vita, prima di trasportarmi velocissimamente all’ospedale San Donato. E lui l’ha fatto. Ancora grazie Bruno (così si chiama il mio soccorritore). Comunque è passata, anche perché come disse la moglie di Einstein: “c’ho il fisico". Adesso posso sorridere. Ma ho voluto raccontarlo perché a chi pensa che non abbiamo più voglia dico che ovviamente non è quello il problema. Dopo un’esperienza come quella che ho appena descritto, non sarebbe intelligente insistere, anteponendo la passione per il proprio lavoro alle indicazioni alle raccomandazioni che i medici mi hanno invitato a rispettare.

Detto questo, cari clienti, amici, fornitori e conoscenti le trattative per la vendita della premiata gelateria Violetta sono aperte. Parliamo di una realtà sana, in piena attività, volendo attrezzata anche come bar e in grado di rappresentare un buon investimento, con la possibilità di un ulteriore espansione in termini di prodotti e servizi da offrire alla propria clientela. Noi siamo disponibili - previo accordi - a rimanere per un periodo, per affiancare la nuova proprietà, trasmettere tutto quello che c’è da sapere per produrre il nostro gelato e non solo, ma anche per la gestione dell’impresa a livello generale specifico ecco, di questo volevamo rendervi partecipi con la stessa trasparenza e sincerità con la quale abbiamo gestito in tanti anni i rapporti con tutti voi. Grazie. Fabrizio Piervenanzi.

Il post di Fabrizio Piervenanzi

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