Anche se ha cercato di togliersi dalle spalle il significato di un SI o NO nei confronti del Governo, Renzi sa bene che la vittoria dei SI al prossimo referendum gli darebbe ossigeno e permetterebbe al suo esecutivo di portare avanti con più libertà d'azione un programma ambizioso ancorché molto discusso.

Viceversa, se vinceranno i NO, sarà suo dovere presentare le dimissioni a Mattarella (il quale, con molta probabilità, gli riassegnerà l'incarico di formare un "nuovo" Governo). Ma sopratutto sa che la vittoria dei NO lo indebolirebbe molto, oltre a non consentirgli di governare con più libertà d'azione, motivo per il quale sia la legge elettorale che la riforma sono stati concepiti (per chi non lo ricordasse si trattava di obiettivi perseguiti anche da Berlusconi, che però non ebbe mai le condizioni politiche per poterli raggiungere).

Ecco che nelle ultime settimane Renzi si è dato all'elargizione a piene mani e agli spot televisivi continui.

A nessuno sfuggono le promesse ai pensionati più poveri e nemmeno la chiusura di Equitalia con tanto di condono annesso (non ci giriamo intorno, quella prevista è una sostanziale cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora per chi non ha pagato multe o imposte varie; un condono chiamato diversamente).

A nessuno è sfuggito il viaggio da Obama, con tanto di seguito di nani e ballerine (si sarebbe detto così ai tempi di Craxi), per raccogliere l'endorsment del presidente USA (che però non ha più potere, vista l'imminenza della fine del suo mandato).

A nessuno sfugge la presenza televisiva massiccia dei ministri Boschi, Del Rio, Poletti e Padoan a sostegno del SI.

Tutte queste ed altre mosse indicano chiaramente che il NO sembra essere in vantaggio anche per i sondaggi commissionati in segreto dal PD.

Staremo a vedere come finirà, ma la sensazione è che la personalizzazione del referendum abbia dato una spinta decisiva ai NO.