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Back in Time non aggiunge niente ad Arezzo: usiamo quei soldi per fini migliori

A parte alcuni incontri presso il Museo Archeologico di Arezzo, non si ricorda nulla di particolarmente positivo dell'edizione 2016 di Back in Time. C'è memoria di ricostruzioni storiche approssimative per centomila euro destinabili a scopi più...

A parte alcuni incontri presso il Museo Archeologico di Arezzo, non si ricorda nulla di particolarmente positivo dell'edizione 2016 di Back in Time. C'è memoria di ricostruzioni storiche approssimative per centomila euro destinabili a scopi più nobili e senza che nessun turista sia appositamente approdato in città da oltre Pieve al Toppo.

Visto il mercatino allestito in via Margaritone, dove si cercava di vendere paccottiglia pseudo storica di qualità infima, gli aretini di città e contado si sono dati come al solito a grandi abbuffate di salsicce al Praticino e grigliate in Fortezza, poi niente più.

I negozianti hanno compreso da tempo che i soldi nelle tasche degli aretini sono pochi e sempre quelli, sia che si aprano i negozi di notte o le manifestazioni di giorno. Tra l'altro chi spende di notte non lo fa di giorno e viceversa.

C'è poi da annotare che la recente edizione di Street food al Parco Pertini (peraltro molto migliore delle precedenti per qualità e quantità) non ha avuto il seguito sperato (indipendentemente dai numeri esagerati, riguardanti le presenze, apparsi sui giornali).

Che gli aretini si stiano stancando di pagare panini il doppio del loro valore un mese sì e l'altro pure?

Speriamo!

E comunque ce n'è abbastanza per rinunciare senza troppi rimpianti all'edizione 2017 di Back in Time.

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