rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Politica

Tra strappi e silenzi: Lega nei ranghi, FdI fuori. I numeri sono con Ghinelli, Pd e M5S attaccano

"In ciò il comportamento del solo consigliere Macrí (Francesco) è risultato palesemente contrario alla politica di maggioranza. Ne deriva la sua personale definitiva uscita dalla maggioranza del governo cittadino, ferma restando, salvo diretta...

"In ciò il comportamento del solo consigliere Macrí (Francesco) è risultato palesemente contrario alla politica di maggioranza. Ne deriva la sua personale definitiva uscita dalla maggioranza del governo cittadino, ferma restando, salvo diretta smentita di Fratelli d'Italia, la partecipazione di FdI alla coalizione di governo". La smentita non è arrivata, ergo - oltre a Macrì - anche l'altro consigliere di Fratelli d'Italia, Giovanna Carlettini, sarebbe fuori dall'attuale maggioranza in Consiglio ad Arezzo.

L'espulsione, annunciata da un comunicato della maggioranza - da cui però si sfila il Carroccio - a questo punto diventa concretezza. Nei prossimi giorni (sabato?) Fratelli d'Italia dovrebbe convocare una conferenza stampa per far chiarezza. Ma se anche la maggioranza dovesse perdere due pedine (passando da 20 a 18 consiglieri) la sua tenuta, nel parlamentino a 32, sarebbe garantita dalla conferma del sostegno della Lega.

Capitolo Lega: ieri mattina, come un fulmine a ciel sereno, è arrivata la notizia della sospensione del campione di preferenze del Carroccio, quell'Egiziano Andreani rimasto ai margini della giunta che - per alcune dichiarazioni fatte a giugno - viene ora sanzionato dai vertici del partito. Poi il pasticcio del mancato numero legale per il voto sul fondamentale tema dei dipendenti del Comune. Lega fuori aula assieme a FdI e gli affondi dell'opposizione. S'è mosso il segretario regionale Manuel Vescovi per spiegare che in realtà tutto era a posto: Lega saldamente in maggioranza e appoggio a Ghinelli. "L'assenza in aula è stato frutto della nostra inesperenza", sottolinea il capogruppo leghista Tiziana Casi.

Di fatto, Lega e Fdi avevano presentato un atto di indirizzo con determinate indicazioni sul futuro della macchina comunale (riduzione di dirigenti e loro stipendi, aumenti per gli agenti della municipale), l'assenza dall'aula - ne sono convinti tutti i protagonisti - solo una mancanza di lucidità in una mattinata convulsa. Tuttavia, "le differenti vedute sono state composte - dice Tiziana Casi - anche grazie all'intervento di Vescovi. La Lega ha ottenuto l'assicurazione del sindaco Ghinelli che i nostri 5 punti saranno tenuti in considerazione". Composizione mancata, invece, solo per FdI, con la scomunica del suo (ingombrante?) uomo di punta, Macrì. Che pure negli ultimi tempi - dallo strappo sulla presidenza del Consiglio - era riuscito a riavvicinarsi a Ghinelli. Dal canto il suo il sindaco ha archiviato la partita ed è partito per l'America per il Columbus Day.

E il caso Andreani? Ci ha pensato Vescovi a liquidarlo: "Andreani è stato sospeso come a scuola, quando qualcuno fa una marachella. Tra sei mesi sarà reintegrato nella Lega". Nel frattempo farà parte del gruppo misto.

Chi fa sentire la propria voce nel day after sono le opposizioni, il Pd, che si è espresso sui fatti di ieri sia attraverso le parole del consigliere e segretario comunale Alessandro Caneschi che con quelle del segretario provinciale Massimiliano Dindalini, e anche il Moviemento 5 Stelle.

_______________________________________________________________________________

Il commento di Caneschi.

"La fase d’avvio di un’amministrazione comunale è normalmente brillante - dice Caneschi -. Una serie di fuochi d’artificio con azioni, promesse, strategie. Quella di Ghinelli è stata di un grigio formidabile. Per di più di una sola sfumatura. Più di 100 giorni e alle spalle – come ha sottolineato ieri il gruppo consiliare Pd – il nulla. Una sorta di entità fisica che non ha lasciato niente dietro di sé ma che, anzi, ha distrutto o tentato di distruggere quello che ha trovato: dal Polo Digitale al Museo dell’Oro per finire ad Icastica. Questa non è un’amministrazione che costruisce ma che demolisce. E lo fa rispettando il suo dna politico che è palesemente di destra. Non so se qualcuno crede ancora alla matrice “civica” di Ghinelli ma i fatti lo smentiscono ormai quotidianamente. Per di più si conferma quella guerra interna che si era manifestata immediatamente con la formazione della Giunta: Fratelli d’Italia collocati sulla linea di confine e da ieri fuori dalla maggioranza, Andreani escluso dalla Lega Nord, malpancisti in fibrillazione. Dopo circa 100 giorni questa è la situazione. Sarà interessante vedere come gestiranno gli altri 1.600 che teoricamente gli rimangono. Rimane la fortissima preoccupazione sul futuro della città, delle sue famiglie e delle sue imprese".

Il commento di Dindalini.

"All’indomani del 15 giugno, la destra italiana presentò Arezzo come un modello politico. Tv e quotidiani nazionali in azione. Meno di 100 giorni e la bolla è svanita. Sarebbe interessante sapere cosa si direbbero a cena, dopo 100 giorni, Berlusconi e Ghinelli. Probabilmente berrebbero solo un amaro. Il sapore che rimane dopo un Consiglio chiuso perché la maggioranza non ha garantito il numero legale, dopo che si è sfaldata sulla prima vera pratica amministrativa e cioè la riorganizzazione dell’Ente, dopo che un consigliere della Lega Nord ha fatto fagotto dal suo gruppo e dopo che oggi i titoli riservati a Francesco Macrì parlano della sua “cacciata” dalla maggioranza. Non so se quello di Arezzo è stato un modello per la destra italiana, certamente si sta dimostrando un modello del nulla. Il cosiddetto asse della statale 71 è già interrotto per frana all’altezza di Arezzo. Un segnale interessante anche per la provincia dove nella prossima primavera si rinnoveranno alcune importanti amministrazioni comunali. Gli elettori sapranno valutare il valore della promesse dei candidati della destra sull’esempio di chi ha firmato un documento con i sindacati da candidato e poi lo ha stracciato da sindaco. Sapranno anche valutare la cultura di governo e l’affidabilità di coalizioni improvvisate che durano a malapena 100 giorni. Sapranno anche misurare la capacità di governo e l’assenza di una qualsiasi strategia amministrativa. Avevano ragione i commentatori a metà giugno: Arezzo è davvero un esempio. Ovviamente da non seguire".

Il commento del M5S.

I fatti dimostrano come la scelta del M5S di non fare alleanze con nessuno rappresenti la modalità migliore per amministrare la cosa pubblica. Già durante la campagna elettorale facevamo notare come siano controproducenti le alleanze con (e tra) le sedicenti destre e sinistre, mettendo in risalto il prevedibile "compromesso al ribasso ". La crisi della maggioranza a palazzo Cavallo si è palesata prepotentemente durante il quinto Consiglio comunale, dopo appena 100 giorni dal suo insediamento al governo della città. Di fronte ad una delibera che doveva riformare la macchina comunale si è verificata una vera e propria lotta interna. Per la verità, che ci fossero delle tensioni si era già potuto notare, in occasione della scelta del Presidente del Consiglio comunale, allorquando Francesco Macrì propose la sua candidatura in netto contrasto con quella della propria maggioranza, ed evidentemente quella bocciatura sta avendo delle ripercussioni. Il tema è cruciale per l’effettiva trasparenza nella gestione della cosa pubblica, e per chiamare alle responsabilità gli Amministratori che intendano perseguire obbiettivi chiari e misurabili.

Questa impasse della politica purtroppo crea dei disagi per i cittadini, perché porterà sempre il riproporsi del vecchio gioco del "compromesso tra i partiti". Ma ancor più grave che si manifesti in un tema così cruciale. Noi come M5S ci riserviamo di sviluppare una proposta organica che salvaguardi e migliori la macchina comunale, liberandola dagli interessi di parte e restituendo ai cittadini la trasparenza dell’azione di governo.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Tra strappi e silenzi: Lega nei ranghi, FdI fuori. I numeri sono con Ghinelli, Pd e M5S attaccano

ArezzoNotizie è in caricamento