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Verso la Giostra

Parla Cicerchia: "Siamo esperti, abbiamo vinto tanto, Santo Spirito tornerà. Mi manca Ezio Gori"

Il giostratore gialloblu fissa l'obiettivo: "Il 2023 è passato, non si può vincere sempre. Ma non abbiamo farfalle nello stomaco, sappiamo cosa fare e come farlo. Io sono sereno, spero di arrivare a giugno al cento per cento. Il resto verrà da sé"

Tra le sorprese più clamorose del 2023 giostresco c'è l'assenza del 5 dai punteggi di Porta Santo Spirito. Al di là delle mancate vittorie, è questo il dettaglio che ha fatto scalpore, considerando che Elia Cicerchia ha messo la lancia sul pomodoro 14 volte su 27 in carriera e che Gianmaria Scortecci a un certo punto ne aveva inanellati 7 consecutivi. A giugno ci sarà da invertire il trend, compito che non si preannuncia semplice. Ma Cicerchia non è mai stato e non è uno che si lascia tradire dalle emozioni.

La prossima per voi sarà una Giostra come le altre oppure no?

A me non fa nessun effetto particolare. E' già successo di restare all'asciutto per un paio di edizioni e poi ci siamo sempre tirati su. Non si può vincere sempre, lo sappiamo io, Gianmaria e tutti gli altri. Le paure sono solo distruttive, mai costruttive, quindi è inutile fasciarsi la testa. Dovremo essere bravi a non perdere tre Giostre di fila, questo sì. Ma siamo stati bravi anche a vincerne tre consecutive. Quindi direi che le basi per fare bene ci sono, inutile ricamarci sopra. 

Avverti qualcosa di diverso nell'atmosfera che vivete alle scuderie in questo periodo?

Assolutamente no. In inverno abbiamo lavorato tanto e bene, nella squadra non ci sono contrasti da anni. E' il contesto ideale per migliorare.

Alla domanda se la prossima lancia peserà un po' di più rispetto alle altre, Scortecci ha risposto di no. Sei dello stesso parere?

Le lance hanno sempre lo stesso peso. Io ci sono passato quando iniziai a correre con Olimpia e ammetto che, dopo un paio di tiri infelici, un pizzico d'insicurezza viene a galla. Ma ormai abbiamo tanta di quella esperienza che sappiamo cosa fare e come farlo. E' il discorso di prima: non sempre può andare tutto liscio, qualche errore ci sta. Parliamo di Scortecci, non di un ragazzino. Mentalmente siamo a posto, non abbiamo farfalle nello stomaco.

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A mente fredda, cosa è successo nell'ultima Giostra? E' stata pazza e con punteggi mediamente bassi.

Non saprei, ne ho sentite tante di spiegazioni. E' vero che c'era stato un giorno di prove in meno, che la pioggia aveva condizionato la settimana, che la simulazione era una prima volta e secondo me è più stressante che allenante: serve a fare un po' di spettacolo ma va bene così. Sui punteggi ha influito anche la casualità.

Senza Ezio Gori alla guida del quartiere cosa cambierà?

Ezio è la storia di Santo Spirito, se siamo ciò che siamo lo dobbiamo a lui. Mi mancherà nelle piccole cose quotidiane, anche quando mi costringeva a toccare ferro durante le cene propiziatorie perché lanciava proclami di vittoria in barba alla scaramanzia. L'altro giorno è venuto a salutarci alle scuderie, ci ha fatto molto piacere. Detto questo, sono contento per Giacomo Magi che ne prenderà il posto. E' una persona seria.

Branchi, il capitano di Colcitrone, si aspetta un 2024 da battaglia. Sarà così anche per te?

Non è un argomento che mi scalda. Negli anni ho vissuto Giostre di tutti i tipi e sono sempre state combattute. Di trama ne possiamo fare tanta, la verità è che ogni quartiere parte per vincere. Sempre. 

Però in effetti si preannuncia uno scenario in cui ci saranno mille spunti d'interesse: la lotta al vertice dell'albo d'oro, la sfida Gianni-Vedovini. Che ne pensi?

E' così. Ma io penso a noi e basta. Martino Gianni è stato il mio maestro, Enrico Vedovini un modello da seguire. Sono contento che siano dentro la Giostra, sono personaggi positivi, però il giorno del Saracino dedicherò a loro lo 0% del mio tempo. 

E tu che sensazioni hai dal punto di vista personale? Ormai non sei più l'enfant prodige del Saracino, sei un giostratore affermato.

Il 2022 è stato un anno spartiacque per me. Ho cambiato approccio con gli allenamenti, trovando chiavi diverse con me stesso e con il cavallo. Oggi mi sento molto sereno, molto sicuro, sono contento del percorso che ho fatto insieme a tutta la squadra tecnica. Mi auguro di arrivare a giugno al cento per cento, il resto verrà da sé.

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