La scomparsa, il ritrovamento nei luoghi della giovinezza e l'addio in forma strettamente privata a Bindi
Nei giorni scorsi è stata eseguita l'autopsia, poi l'estremo saluto dei familiari
Quei boschi in realtà li conosceva bene: Claudio Bindi avrebbe vissuto un periodo della sua giovinezza proprio a ridosso dell'area boschiva dove è stato ritrovato. Il mistero dietro alla sua scomparsa e dietro alla scoparsa del corpo sembra essere ormai chiarito. L'autopsia è stata eseguita nei giorni scorsi presso l'istituto di medicina legale di Firenze. L'esame non avrebbe rilevato segni di violenza sul corpo: così anche le ipotesi degli inquirenti di un malore fatale o di un decesso conseguente all'esposizione a temperature troppo rigide sembrano confermate.
Sulla vicenda, che ha colpito molto gli aretini, hanno indagato i carabinieri della compagnia di Figline Valdarno.
La storia
Bindi era scomparso lo scorso 4 marzo da Castelfranco. Dopo essere stato accompagnato dal cognato da casa alla centro cittadino (aveva detto di avere un appuntamento dal barbiere), si era allontanato a piedi, dal Matassino verso Figline. Da lì si erano perse le tracce: sembrava volatilizzato.
E' stato invece trovato a un mese di distanza, lo scorso 5 aprile, a oltre 10 chilomentri dal luogo dove si erano perse le tracce, cioè nei boschi di Brollo (Poggio alla Croce).
L'ultimo addio al 62enne è stato dato in forma strettamente privata, proprio come Claudio avrebbe voluto.