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Cronaca

Padre Gratien va in carcere: "E' ciò che mi spetta, ma è una condanna ingiusta". Mirco: "Felice ma Guerrina ci manca",

Alle 22,38 la Suprema Corte ha confermato la sentenza d'appello: il religioso è stato condannato a 25 anni di carcere per omicidio volontario e distruzione di cadavere.

Il grande assente ieri era Padre Gratien Alabi. Il religioso congolese condannato per la morte di Guerrina Piscaglia ha atteso le lunghissime ore prima della sentenza raccolto in preghiera nel monastero dei premostratensi, l'ordine religioso al quale appartiene, che si trova in via Giotto a Roma. Qui aveva trascorso gli ultimi anni agli arresti domiciliari, sorvegliato con un braccialetto elettronico. E da qui adesso se ne dovrà andare alla volta del carcere, dove potrebbe essere accompaganto dai suoi stessi avvocati. "Il sunto del provvedimento . ha spiegato il legale Riziero Angeletti -  sarà consegnato al giudice dell'esecuzione, che è il pubblico ministero, che lo potrebbe subito portare al carcere più vicino".

La Cassazione ha dunque deciso di respingere il ricorso inoltrato dai legali di Alabi e di confermare la condanna dei due precedenti gradi di giudizio: 25 anni per l'omicidio di Guerrina e la distruzione del suo cadavere. A cinque anni di distanza dalla scomparsa della donna, infatti, il corpo non è mai stato trovato. 

I commenti

"Ora dica la verità - ha commentato Mirco Alessandrini, marito di Guerrina - sono felice per questa sentenza e sono soddisfatti anche i familiari di Guerrina. Ma mia moglie non c'è più e non sappiamo nemmeno dov'è il suo copro. E' l'ora di parlare". 

Il legale di Alessandrini, Nicola Detti, ha ringraziato la Procura di Arezzo per il "coraggioso lavoro svolto" e per le indagini, scrupolose, che hanno portato a raccogliere tutti gli elementi necessari per arrivare a una sentenza di questo tipo. 

Padre Graziano, tramite i suoi legali, ha annunciato di "andare incontro con serenità a ciò che è stato stabilito", ma ha rimarcato che si tratta di una "sentenza ingiusta". 

"Rispettiamo la decisione della Suprema Corte - ha commentato il legale Riziero Angeletti - così come padre Graziano rispetterà il dettato della legge. Ma ci rivolgeremo anche alla Corte europea, perché i diritti dell'imputato sono stati lesi. Ben 7 testimoni secondo noi di fondamentale importanza non sonos tati ascoltati. E noi andremo fino in fondo": 

Il Vaticano

La decisione della Cassazione potrebbe aprire anche un altro difficile capitolo nella vita del religioso. Perchè a questo punto potrebbe pronunciarsi anche il Vaticano, che fino ad oggi ha atteso in silenzio la giustizia italiana. Padre Gratien potrebbe essere sospeso a divinis e potrebbe dover abbandonare l'abito talare

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