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Cronaca

Il male oscuro e ansie economiche dietro i suicidi di Arezzo. L'esperto: "Le relazioni aiutano, occhio ai social"

“Pur in assenza di dati complessivi, la percezione è di un netto aumento degli episodi”. Intervista al dottor Giampiero Cesari, che dirige l’Unità funzionale Salute mentale di Arezzo e Sansepolcro

“Pur in assenza di dati complessivi, la percezione è di un netto aumento degli episodi”. Il dottor Giampiero Cesari, che dirige l’Unità funzionale Salute mentale di Arezzo e Sansepolcro, prova a dare spiegazioni alla preoccupante tendenza riguardo ai suicidi nell'Aretino. I numeri offerti dallo studio di Marco Matricardi per Arezzo Notizie, parlano di 25 casi nei primi 8 mesi e mezzo del 2016, dal 1° gennaio e il 15 settembre, tra suicidi (14) e tentati suicidi (11).

Causa principale è la depressione, il male oscuro, ma incidono anche altri fattori. “Ci sono casi di dipendenza che acuiscono la tendenza alla depressione. E a volte ci troviamo di fronte a gesti istintivi”, aggiunge il dottor Cesari. Che ammonisce: “In passato, persone che avevano iniziato un percorso di cura difficilmente decidevano di togliersi la vita: oggi non è più così. E chi interrompe le cure è un soggetto a rischio”.

Partiamo dall'analisi della depressione.

"E' una malattia biopsicosociale. Dipende cioè dai geni, da questioni psicologiche e dall'ambiente circostante. Il primo fattore è immutabile, ma sulla psicologia si può lavorare, anche attraverso i farmaci. Altro fattore chiave è l'ambiente in cui il soggetto si muove, maggiori e più stabili sono le relazioni, più si abbassa il rischio della depressione”.

Pertanto avere un compagno/a di vita, una famiglia e amici è particolarmente importante.

“Certo, la depressione aggredisce in situazioni di marginalità”.

Fattori di rischio: le dipendenze.

“Possono agire in sinergia con la depressione. Dipendenze da droga e alcol, ludopatia, ma anche dipendenza da social network. Quest'ultimo è fenomeno assai preoccupante, ma molto nascosto. Finora ad Arezzo, per fortuna, non sono capitati né suicidi, né tentativi di suicidio legati a questo tipo di disturbo. Ma è un problema da non trascurare, perché i recenti clamorosi casi di cronaca a livello nazionale rappresentano la punta di un iceberg enorme, in cui trovano spazio bullismo e stalking”.

Esiste una componente depressiva legata all'ansia per il futuro?

“Certamente. Dal 2008 si è potuto osservare un incremento di suicidi in corrispondenza dell’inizio della crisi economica”.

Chi sono i più colpiti: imprenditori che hanno visto la loro attività fallire? Dipendenti che hanno perso il posto? Giovani che non trovano occupazione?

“Il fenomeno degli imprenditori suicidi è stato particolarmente osservato nel Nord-Est. Da noi non esistono studi approfonditi. E, per fortuna, in provincia di Arezzo i casi di suicidio strettamente legati a fattori economici sono stati rari negli anni. Ma abbiamo molte persone in cura per questi problemi”.

C'è stato un aumento di casi a seguito dell'azzeramento dei titoli di banca di alcuni risparmiatori a partire dallo scorso novembre?

“Sì, lo abbiamo registrato. Ma anche in questo caso, nessuno ha tentato il gesto estremo, nonostante le perdite economiche. Non solo per la speranza di riprendere quanto perduto, ma anche perché, come si dice, 'mal comune mezzo gaudio'. Chi è colto da nera disperazione, pensa invece che non esistano casi problematici come il proprio”.

Incidono anche fattori geografici sulla tendenza al suicidio?

“Le zone montane, quelle più isolate, sono maggiormente a rischio. Perché le comunità sono più piccole, con un'età media più avanzata. L'isolamento è tra i fattori di rischio. C'è stato uno studio, tempo fa, ha registrato un maggior numero di episodi in Casentino”.

Esiste un identikit di un soggetto più a rischio?

“Che abbia già avuto episodi depressivi, che sia malato, maschio – perché i maschi hanno la tendenza a chiudersi in se stessi - e anziano. Su questa ultima caratteristica, però, va detto che tra gli adolescenti c'è un picco. Si tratta di un'età da sempre molto delicata. Oggi in particolare, per via dei disturbi legati alle nuove tecnologie”.

@MattiaCialini

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