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Cronaca Bibbiena

Ex Sacci, il Tar dà ragione al proprietario: annullata l'ordinanza del Comune

L'area ex Sacci era stata acquistata da Marino Franceschi oltre 20 anni fa. Era il 2002 quando ne divenne proprietario, ma non vi ha mai potuto realizzare progetti imprenditoriali per una serie di valutazioni sulla bonifica del sito

La sentenza del Tar della Toscana è stata depositata: il ricorso di Marino Franceschi, imprenditore casentinese titolare del marchio Marino Fa Mercato, nei confronti dell'ordinanza del Comune di Bibbiena che intimava di liberare con urgenza l'ex area Sacci, è stato accolto.  A dare la conferma è il legale di Franceschi, l'avvocato Alberto Rubeschi, che sottolinea come l'ordinanza del Comune Bibbiena sia adesso annullata.

"Il ricorso è stato discusso nell'udienza dello scorso 13 marzo - spiega Rubechi -. Di fronte ai giudici erano presenti anche le altre parti costituite, ovvero  Comune di Bibbiena, Arpat e l’Ausl Toscana Sud. Il Tar ha accolto i primi due motivi di ricorso e ritenuto assorbiti gli altri. Secondo il Tribunale, cioè, il Comune ha adottato una specifica tipologia di ordinanza 'sviando dall’esercizio delle prerogative tipicamente previste dall’ordinamento' poiché le esigenze di tutela emerse nell'istruttoria di Arpat, potevano essere soddisfatte con l’adozione di un'ordinanza di ripristino ordinaria. Per altro verso, il Tar ha censurato il provvedimento comunale per la mancanza di requisiti quali l’urgenza e la pericolosità, per i quali può essere adottato tale strumento 'eccezionale'. Infine ritiene il Collegio che l’ordinanza meriti di essere censurata anche per la indeterminatezza di quanto disposto e per essere stata emessa dopo un notevole lasso di tempo da quando emersa la notizia. Quindi il provvedimento è stato dichiarato complessivamente irragionevole e per questo annullato."

La storia dell'area e i dissidi con il comune

L'area ex Sacci era stata acquistata da Marino Franceschi oltre 20 anni fa. Era il 2002 infatti, quando ne divenne proprietario, ma non vi ha mai potuto realizzare progetti imprenditoriali per una serie di valutazioni sulla bonifica del sito, sullo smaltimento di cumuli, tubazioni e guarnizioni contenenti amianto lasciati in loco da Sacci e considerati rifiuti cancerogeni. Negli anni, poi, i piani urbanistici sono cambiati.

 Il terreno in cui sorge l'ex cementificio (Sacci  è acronimo di Società Anonima Centrale Cementerie Italiane), situato a cavallo dei comuni di Bibbiena e Chiusi della Verna, è di circa 8 ettari: l'intenzione dell'imprenditore era quella di sviluppare un progetto con fini commerciali, residenziali e direzionali. Nel 2016 l'area è stata sequestrata: la vicenda è approdata in tribunale e si è conclusa con l'assoluzione, lo scorso anno, di Franceschi per buona parte dei reati, mentre uno è stato prescritto.

Così l'area era tornata nella disponibilità dell'imprenditore, ma un nuovo sopralluogo delle forze dell'ordine ha appurato, nell'estate del 2023 ancora la presenza dei rifiuti d'amianto e il Comune di Bibbiena, in data 21 luglio ha emesso un'ordinanza di "rimozione e smaltimento dei rifiuti" e di "messa in sicurezza dell'area". Franceschi ha risposto chiedendo la sospensiva al Tar. Il 13 marzo scorso, il Tar si è riunito e oggi è stata depositata la sentenza.

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