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Cronaca Montevarchi

Contagi in un'altra casa di riposo: operatore e ospite positivi a Montevarchi

Ieri erano stati comunicati altri due decessi nell'ambito del contagio nella Rsa di Bucine. C'erano poi i casi di Badia Tedalda in provincia di Arezzo

Due casi positivi all'interno della Casa di riposo di Montevarchi. A darne notizia è il sindaco della città Silvia Chiassai.

Il primo caso emerso è quello di un operatore, a cui ha fatto seguito il tempone positivo - da poco comunicato - di una ospite.

"Nella Rsa - fa sapere il sindaco - erano stato prese misure più di prevenzione più stringenti di quelle imposte a livello nazionale. Ma questi sforzi sono stati vani. Perché non si fanno i tamponi a tutti i sanitari? Vanno tutelati gli operatori per preservare tutti. Specialmente gli anziani, che sono i più fragili. Sarà fatto un esposto alla Procura della Repubblica".

Altri due morti nella Rsa di Bucine

Case di riposo, l'affondo della Cisl

Apprendiamo e ci conforta che la Regione Toscana ha firmato proprio ieri pomeriggio (29 marzo 2020) una ordinanza nella quale prevede “misure straordinarie per il contrasto ed il contenimento sul territorio regionale del virus Covid-19 nell’ambito delle RSA (residenze sanitarie assistite) e RSD (residenze sanitarie disabili) ed in altre strutture socio-sanitarie”. 

“La Cisl Fp su tutto il territorio nazionale, dichiara il segretario Maurizio Milanesi, ha promosso una azione capillare di controllo e sensibilizzazione all’indomani delle drammatiche notizie che riguardano i focolai di Covid-19, che si sono sviluppati in alcune strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali del nostro Paese. Purtroppo, dobbiamo costatare che la situazione emergenza Covid-19, prosegue Milanesi, ha registrato i primi casi di positività anche tra pazienti ed operatori di strutture socio-sanitarie della provincia di Arezzo; e, puntualmente, come la cronaca riferisce, alcuni di questi si sono rivelati letali. Sono giorni che stiamo raccogliendo le segnalazioni di pericolo da parte dei rappresentati dei lavoratori, che riferiscono possibili rischi per loro stessi e per i pazienti. Purtroppo abbiamo registrato la mancanza cronica e generalizzata dei DPI anche in queste strutture, abbiamo chiesto che fossero attuati e comunicati agli operatori protocolli ad hoc per la gestione di questa straordinaria situazione. Al momento siamo ai primi casi positivi, ricordiamo per tutti la RSA di Bucine, Badia Tedalda e l’Istituto Agazzi, ma sappiamo, però, che la situazione potrebbe esplodere. Trattandosi di strutture con un numero di operatori sanitari minimo e con pazienti anziani e molto spesso malati cronici, il rischio aumenta considerevolmente.

Il dramma senza fine che stanno vivendo tante strutture del Nord Italia vorremmo che ci fosse risparmiato ed è per questo che ci chiediamo, prosegue il segretario della FP CISL, come le strutture del nostro territorio stanno affrontando la situazione. E’ un appello che rivolgiamo ai responsabili. Se i DPI (dispositivi di protezione individuale) sono forniti in maniera sufficiente; quali siano i protocolli di gestione messi in campo perché solo una corretta prevenzione potrebbe evitare conseguenze drammatiche. Infine, conclude, Maurizio Milanesi, potremmo cercare di mettere in condivisione eventuali buone pratiche, cercare di affrontare insieme la carenza di DPI anche attraverso azioni solidali perché, siamo convinti che, non possiamo permetterci comportamenti reticenti, comprendiamo la grande difficoltà ma dobbiamo cercare di lavorare insieme per evitare danni irreparabili.

I casi di Badia Tedalda

La Lega sui casi di Bucine

"Nella Rsa Fabbri Bicoli di Bucine, dove si sono registrati negli ultimi giorni ulteriori casi di positività al Covid-19 uno tra i pazienti e cinque tra il personale a domicilio, serve un'immediata integrazione di personale infermieristico qualificato per garantire un'adeguata assistenza ai degenti dei piani superiori e per fornire un doveroso sostegno agli operatori presenti nella struttura che stanno lavorando in emergenza. Faccio mia e rilancio la richiesta del Comitato ospiti e degenti, l'Asl deve rispondere all'appello del Comitato -dichiara il Consigliere regionale Marco Casucci (Lega)- Si tratta di una necessità impellente che non può essere sottovalutata. Una richiesta di buon senso".

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