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Il sindaco Ghinelli stila un primo bilancio e parla dei programmi per il futuro

Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo da sei mesi circa, mi riceve nel salotto bianco della splendida sala nella quale si riunisce la giunta comunale e lo fa stando ben attento a lasciare a me il posto che era caro al suo predecessore Fanfani...

Alessandro Ghinelli, sindaco di Arezzo da sei mesi circa, mi riceve nel salotto bianco della splendida sala nella quale si riunisce la giunta comunale e lo fa stando ben attento a lasciare a me il posto che era caro al suo predecessore Fanfani. Una stretta di mano, due parole di circostanza e parte il registratore:

- E' soddisfatto dei primi 5 mesi effettivi di amministrazione?

- No. Avrei voluto che si fosse chiusa molto prima la riorganizzazione della macchina comunale; ci abbiamo messo un po' troppo tempo.

- In effetti ricordo che in campagna elettorale lei parlò di priorità assoluta in riferimento alla soluzione dell'annosa vertenza tra dipendenti e amministrazione...

- Sarà chiusa entro la fine dell'anno, ma avrei voluto che si concludesse a settembre. tenga conto del fatto che io in questi cinque mesi ho ricoperto il ruolo di sindaco, di assessore alla cultura, assessore all'urbanistica, dirigente dell'ufficio cultura e dell'ufficio urbanistica.

- Non crede che due assessorati del genere siano troppo pesanti per il sindaco di una città da centomila abitanti?

- Sono pesanti, ma anche no, se si verificheranno presto le condizioni che dicevo prima, cioè avere dei dirigenti capaci al posto giusto.

- E quando, avremo i due dirigenti?

- Siamo sotto concorso, ma entro la fine dell'anno avremo le due persone che potranno rivestire questi due ruoli chiave.

- Che programmi avete in ambito urbanistico? E' tutto definito?

- Partiremo con una variante al Piano Strutturale e contestualmente lavoreremo alla nuova edizione del Regolamento Urbanistico che scade a luglio. Quindi questi due struenti saranno reinterpretati e modificati secondo la politica dell'amministrazione Ghinelli.

- Quindi un cittadino che volesse chiedere un intervento di ampliamento lo potrà fare con le nuove regole da...

- Diciamo da luglio in poi con il varo del nuovo regolamento urbanistico, che sarà semplificato per rendere le pratiche meno farraginose per i piccoli interventi richiesti dalle famiglie e dalle aziende. Vorremmo premiare le famiglie rispetto agli speculatori. Non che siamo contro la speculazione, ma di certo non gli spianeremo la strada.

- Se non erro il Regolamento Urbanistico era già stato semplificato dalla precedente amministrazione...

- Sì, ma non è bastato. Loro hanno fatto il loro, ma ora ci lavoriamo noi.

- Qual è l'ultimo libro che ha letto?

- Chi Perde Paga, di Stephen King. Parla del possibile potere della letteratura, nel bene e nel male, ed è molto interessante.

- Che programmi avete per le attività culturali?

- A parte il teatro, dove abbiamo presentato ieri la stagione, stiamo per mettere in piedi un grande progetto orizzontale che è quello del Palazzetto di Fraternita. Non appena avremo il nuovo dirigente decideremo a chi affidare l'organizzazione e la gestione di questa iniziativa nella quale confidiamo molto per dare al palazzo il ruolo che merita. Di certo ospiterà il museo dell'oro e la scuola di canto, ma non può bastare. Le sue porte dovranno essere il più possibile aperte.

E poi vorremmo portare ad Arezzo delle grandi mostre...

- Meglio di quella attuale su Modigliani...

- Meglio di quella attuale, della quale conosciamo perfettamente i limiti.

- E' soddisfatto dell'operato dei suoi assessori fino a oggi?

- ...Sì.

- Però ci ha pensato un attimo, prima di dire sì...

- Perché sono ancora giovani e manca loro un po' di esperienza. L'impegno è tanto, da parte di tutti.

- Quali sono oggi i suoi rapporti con Francesco Macrì?

- Normali, ci si saluta, ci si dà la mano...

- E' già qualcosa... ma parliamo dell'affare Banca Etruria, cosa le piacerebbe che accadesse ora?

- Intanto che il Presidente Mattarella desse seguito alla mia richiesta e intervenisse sull'esecutivo per fare in modo che si possano ritrovare, tra le sofferenze recuperate, i denari occorrenti a ristorare chi ci ha rimesso senza colpa. Quando si vede che quattro banche rimangono appese all'amo e chi ci rimette sono i cittadini, allora viene meno il rapporto di fiducia tra questi ultimi e gli istituti di credito in generale. Ora bisogna metterci una pezza.

Il mio desiderio sarebbe poi che la nuova banca fosse venduta a un fondo internazionale certificato e garantito, in modo che si possa così salvare il legame con il territorio. Se l'acquirente avesse sede a Ferrara, per fare un esempio, si perderebbe certamente il legame territoriale dell'istituto.

Nel fine settimana scorso ho anche maturato il convincimento che la Banca debba tra l'altro cambiare nome e tornare a chiamarsi Banca Mutua Popolare Aretina, per riportare in auge un nome caro agli aretini e che potrebbe contribuire a ripristinare i rapporti, resi difficili dal fallimento.

-Lei è un nostalgico...

-Per antonomasia.

- Avete delle idee per la promozione dell'immagine della città e per far sì che il turismo organizzato arrivi qui?

- Credo che ci stia già lavorando da tempo Marcello Comanducci. Vorremmo che arrivassero i pullman di turisti di livello, non tanto quelli di ragazzini in gita che stanno 4 ore in centro comprando un hamburger e facendo danni per un valore superiore. Bisogna prima capire cosa vogliamo fare del marchio Arezzo, che può essere la città dell'oro, della musica, del Saracino, della Fiera...

- Punterei sulle prime due opzioni. In particolare Città della Musica sarebbe un unicum in Italia, anche se non in Europa...

- Concordo. Ci sono già in ponte delle iniziative tese a creare contatti e cooperazione con le città cui credo che lei si riferisca (ndr: Salisburgo?). E poi vogliamo arrivare a realizzare una app che consenta ai visitatori, una volta scaricata sullo smartphone, di trovarsi in città potendola apprezzare compiutamente.

- Giudicando da questo primo periodo della sua amministrazione, pare che la scelta sia quella di non multare chi esercita bellamente lo sport della sosta selvaggia...

- non è così. Ieri ho convocato un incontro con i Vigili Urbani non solo per far loro gli auguri di buon Natale, ma sopratutto per richiamarli a una maggiore attenzione nei confronti di tutto ciò che non è corretto che sia fatto.

- Perché un po' d'ordine ci vuole...

- Esatto. Questo è il punto centrale del mio intervento di ieri. L'elasticità interpretativa va bene, ma dev'essere l'eccezione.

- Arezzo Fiere dovrà sborsare 1.500.000,00 euro al Comune in rate da 125.000.00 la prima delle quali è stata già pagata. Darete niente in cambio a una struttura che altrimenti per questo esborso rischia la chiusura?

- Certamente. Intanto il milione e mezzo lo dobbiamo riscuotere gioco forza, perché si tratta di tasse dovute. Abbiamo rateizzato il più possibile, ma dobbiamo riscuotere. Ho chiesto che ci fosse un po' di rivitalizzazione dell'offerta. Vorrei vedere un cambiamento in grado di convincermi che i soldi del comune vadano ad occasioni importanti per la città.

- Il comune spinge perché venga nominato un direttore di Arezzo Fiere e Congressi...

- In effetti ho chiesto che venga nominato. Il buon Boldi, che tra l'altro è una brava persona, sta facendo il presidente e il direttore contemporaneamente. Di fatto in ogni organizzazione del genere esiste un presidente che interpreta i desiderata della proprietà e un direttore che fa quello di mestiere...

- In campagna elettorale avevate promesso la nomina di un coordinamento degli eventi per evitare antipatiche e controproducenti sovrapposizioni; siccome qualche problemino si sta verificando...

- La costituzione di un tavolo e la nomina sono alle viste.

- Quanto tempo pensa che occorra perché il confronto con il suo predecessore non sia più un problema per lei?

- Non lo è mai stato. Voglio bene a Beppe Fanfani perché veniamo dalla stessa area culturale, abbiamo fatto entrambi la libera professione...

- Cosa intende per "stessa area culturale"?

- La borghesia aretina. Anzi, lui di Sansepolcro, io aretina...

- ha notato che da Ricci in poi i sindaci di Arezzo hanno tutti molto in comune quanto ad aspetto, lavoro e prestigio raggiunto nelle rispettive professioni?

- Secondo me è inevitabile, perché la crisi della politica tradizionale apre spazi a chi rassicura per avere alle spalle una vita di successo nel proprio campo.

- Se dovesse rifare oggi una dichiarazione su Licio Gelli, ripeterebbe le parole usate dopo la sua morte? ("cittadino illustre che alla città ha fatto più del bene che del male")

- Magari userei un aggettivo diverso, visto come lo avete interpretato voi giornalisti. Illustre vuol dire solo conosciuto, famoso...

- Beh, diciamo che illustre ha un peso diverso...

- Qualcuno ha addirittura tirato in ballo Petrarca o Vasari, ma quelli sono i grandi, gli egregi...

- Mettendo insieme la bilancia che pende dalla parte del bene e la definizione di illustre è difficile interpretare le sue parole diversamente da come è stato fatto.

- Va bene, va bene... comunque è un defunto illustre. Appartiene al nostro passato e alla nostra storia. Tra l'altro io non l'ho conosciuto personalmente.

- Vuol chiudere con qualcosa che vuol dire ai cittadini?

- Volentieri. Gli aretini abbiano ancora un minimo di pazienza, e sappiano che stiamo lavorando alacremente per loro. I risultati si cominciano vedere, ma ne arriveranno molti di più in futuro. E poi vorrei che i miei concittadini si facessero un sereno, ma serio esame di coscienza e avessero dei comportamenti civilmente più consoni. Lo dico per tutti, impiegati, operai, manager... Sopratutto per strada gli aretini derogano troppo spesso alle regole della buona convivenza. Ci pensino un momento, prima di parcheggiare l'auto sopra un marciapiede.

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