Questa è l'era dei computer e dei Pokemon Go. E' l'epoca nella quale alle Olimpiadi gli estromessi per doping sono alcune centinaia e la credibilità di molti sport (ciclismo, e atletica su tutti) è sotto zero; ma nonostante tutto le Olimpiadi di Rio, con la loro contraddizione tra festa sportiva e drammi nazionali (ma l'assegnazione non è stata decisa oggi, bensì quando i brasiliani parevano scalare il mondo per benessere; una parentesi effimera), tra giorno e notte, durante la quale si svolgono la maggior parte delle gare più importanti, riescono sempre a smuovere il cuore e la mente di chi le segue con un minimo di attenzione.

Si torna a gioire o intristirsi per atleti impegnati in sport dei quali sentiamo parlare solo ogni quattro anni, a ripassare le regole rinnovate del tennis o di certe lotte in palestra. Tornano al centro del mondo i ginnasti dell'artistica, disciplina capace di dare spettacolo come nessun altra.

Seguiamo la pallanuoto come se non l'avessimo mai lasciata a se stessa e ci interessiamo persino alle problematiche psico fisiche che possono attanagliare un tizio che spara con la carabina a centri improponibili per dimensioni.

Le Olimpiadi continuano ad avere una forza unica, solo a patto di lasciarsi coinvolgere. Il fascino del mondo che gareggia sportivamente (a parte la francese che ha cercato di sopravanzare irregolarmente l'italiana per l'argento nel nuoto di fondo) per primeggiare nelle varie discipline è fortissimo e in qualche modo, con le sue sconfitte inattese quanto certi successi, innesca drammi umani ed esaltazioni che sanno di vita, un po' anche delle nostre vite, e ci immedesimiamo ancora, come bambini, nei panni di chi ha lavorato tanto per raggiungere un obiettivo che magari gli è sfuggito quando pareva essere lì, a portata di mano. Il valore dell'impegno e del lavoro esce ancora forte dalle Olimpiadi.

Ecco perché vanno salvaguardate, dai doping di stato come dalle spese esagerate per organizzarle. Roma si faccia sotto per il 2022 e non sperperi denari. Sarà al centro del mondo in un modo positivo.