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Redazione

Caro Capuano, non è il caso di proseguire così

Gli appunti dai quali traggo questo pezzo li ho scritti nell'intervallo di Arezzo - Lucchese, cioè quando la partita era in parità (0-0). E' importante sottolinearlo perché non voglio in alcun modo che sia il risultato dell'ultimo incontro a...

Gli appunti dai quali traggo questo pezzo li ho scritti nell'intervallo di Arezzo - Lucchese, cioè quando la partita era in parità (0-0). E' importante sottolinearlo perché non voglio in alcun modo che sia il risultato dell'ultimo incontro a condizionare le mie considerazioni, che non sono legate a un match, ma al comportamento della squadra amaranto in generale.

Il tasso tecnico dei calciatori dell'Arezzo di quest'anno, rispetto a quello dello scorso campionato, è effettivamente e mediamente superiore, ma non in misura tale da potersi permettere di giocare senza il coltello tra i denti. Tra l'altro la squadra regala frequentemente un paio di calciatori agli avversari (Tremolada e Bentancourt, quando gioca) senza che questi producano la differenza che occorrerebbe per poterseli permettere. Non bastano due mossette esteticamente appaganti o due lanci azzeccati in novanta minuti, per guadagnarsi la pagnotta in Lega Pro, e nemmeno un gol ogni dieci partite (se va bene). Se i due devono essere quelli che abbiamo visto fino a oggi, allora è meglio tornare a una formazione più modesta e operaia, dove due giocatori di maggiore sostanza (anche se dai piedi peggiori) tengano a bada gli avversari e si propongano ogni tanto in avanti.

Il duo Erpen - Dettori dello scorso anno faceva la differenza e i gol, questi no (e purtroppo anche l'infortunato Defendi ha convinto solo per un paio di tempi).

Fare ciò comporterà il fallimento di un tentativo, quello di dominare il gioco grazie alla qualità tecnica dell'undici amaranto, ma servirà a non rischiare la retrocessione. Occorre umiltà.

Tra l'altro gennaio è ancora lontano e prima non si potrà intervenire sul mercato (magari anche liberando il posto occupato in rosa da De Martino, checché ne pensi il padre vice presidente).

PS: apprendo che dopo la partita Capuano si è detto delusissimo e ha asserito di aver sbagliato a costruire la squadra (pur con un budget limitato). Fatto il giusto mea culpa, abbia ora il coraggio di cambiare quel che può con la rosa a disposizione. A gennaio si vedrà...

PS2: all'uscita dalla tribuna centrale, una signora danarosa e agé, dalla capigliatura finto bionda (anni '70) gridava: "Ma che ce s'è venuto a fare qua, torna a casa tua!" e "Bisogna che tu vada da don Alvaro!". Non so esattamente a chi fossero destinate le due frasi, se a Capuano (più probabilmente) o a Ferretti (che non era presente). Don Alvaro, parroco della Cattedrale e della Pieve di Arezzo, è noto per i suoi esorcismi, in città e anche molto oltre...

NB: La foto di copertina serve a sottolineare che la cosa più divertente della domenica pomeriggio allo stadio è stata bere il caffé Borghetti...

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Caro Capuano, non è il caso di proseguire così

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