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Martedì, 30 Aprile 2024
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Discoteche, tra musica trap e 16enni: il nuovo volto dei locali aretini e quella nostalgia dei fantastici anni '90

Sempre meno locali, clientela diversa e la grande nostalgia di quei locali punto di riferimento di una intera generazione

C'era una volta la febbre del sabato sera. Quando migliaia di ragazzi nell'Aretino a mezzanotte si trovavano in coda per entrare nei locali. Quando la musica commerciale o techno faceva ballare fino all'alba, le cubiste erano regine della notte, e ospiti e vip animavano serate già ricche di divertimento. C'era una volta la discoteca. Quella degli anni Ottanta e Novanta, rappresentata da locali bellissimi e curatissimi, costellata da serate a tema. Poteva chiamarsi Mirage o Roxy Rose, Porto o Casa Cantoniera. La lista è davvero lunga. C'era una volta un divertimento che oggi non esiste più: il tempo ne ha cambiato il volto, anche - come è giusto che sia - il ritmo e la musica.

Quello che resta, vividissimo, è il ricordo. Perché dire discoteca oggi non è la stessa cosa di ciò che si intendeva almeno due decenni fa. I locali con gli anni hanno cambiato aspetto, si sono trasformati: in molti casi, ad esempio, le piste si sono ristrette per lasciare spazio ai tavoli dove servire anche cene prelibate. Laddove le piste restano grandi, a farsi più piccola è spesso l'età degli avventori. Ebbene sì, il sabato sera è dei 16enni. A raccontare questo cambiamento poi ci sono i numeri: dal grande exploit degli anni Novanta, quando se ne contavano numerosi in ogni vallata, a oggi, che si contano sulle dita di una mano. 

"Negli anni '90 - spiega Stefano Lanini, vicepresidente interprovinciale del Sindacato dei locali da ballo di Arezzo e Firenze di Confcommercio e titolare del River Piper -, siamo arrivati a 44 locali iscritti. È stato l'apice. Oggi ce ne sono 15, dei quali quelli che sono esclusivamente discoteca sono rimasti 6: due in città, il Principe e il Class 125, uno in Casentino, Il River Piper, uno in Valtiberina, Lo Scorpione, e tre in Valdarno, ovvero Fitzcarraldo, Nivana e Molino". 

Le notti aretine sul web

Un po' di storia

Se dici discoteca, nella memoria degli aretini viene subito in mente il Principe di viale Michelangelo. Quello degli anni Ottanta,  che i ragazzi  hanno amato profondamente e la cui parabola si chiuse tragicamente nel 1991, con una terribile esplosione nella quale perse la vita Leonia Rossi. Al suo posto anni dopo aprì un altro locale frequentatissimo: il Roxy Rose. Ma la musica in quelle sale si è ormai spenta da anni.

Poi Le Mirage: musica commerciale, ospiti (da Argentero a Benigni passando per Cucinotta e Ferilli), nottate a tema. La discoteca di Monte San Savino è stata per lustri punto di riferimento dei giovani della provincia e - data la sua vicinanza al casello autostradale - anche per coloro che provenivano da altre città. Anche in questo caso una storia finita: al suo posto oggi c'è un supermercato. Per i più alternativi c'era il Fitzcarraldo, mentre chi alla musica commerciale preferiva la techno progressive aveva come riferimento il Blue Kaos (nella struttura delle piscine Crocodile). Alzi poi la mano chi, tra i 40enni di oggi, non ha ballato sui tavoli di El Sol: è stata una delle mete per un periodo molto amate dagli aretini. 

Altri locali hanno cambiato nome più volte e accolto generazioni di ragazzi. Un esempio su tutti: quello che negli anni 80 era Le Roi, in via Madonna del Prato, oggi si chiama Class 125. Ma in questi 40 anni si è chiamato anche Zed, Capogiro, Grace. Dalla domenica pomeriggio dei più piccoli, alle serate degli attuali fine settimana. Stessa pista, stesso divertimento, ma pubblico e musica diversi. 

E poi ci sono i locali storici, quelli che hanno resistito al correre del tempo: Lo Scorpione a Sansepolcro, il River Piper a Castel San Niccolò, il Dolce Verde a Castiglion Fibocchi, continuano a far ballare i giovani. Quelli di oggi e quelli di ieri, con le serate dedicate agli over 35.

Quella volta che Lucio Battisti cantò al Tartana

Era la fine gli anni Settanta, le discoteche erano agli albori. In pratica i dj subentravano nelle serate quando le orchestre si fermavano per riposare. Solo pochi anni dopo le discoteche avrebbero cambiato volto. Ma ancora si suonava dal vivo e Arezzo visse una serata speciale. Al Tartana, dove d'estate la facevano da padrone gli scivoli e i tuffi in acqua nelle piscine, ci fu un ospite di livello altissimo: Lucio Battisti. Il cantautore, che pochi lustri dopo si ritirò dalla scena pubblica, quell'anno calcò il palco aretino: in tanti accorsero a vederlo. Forse non tutti si resero conto di aver partecipato a un evento così unico. Ecco le foto della serata gentilmente concesse da Livio Bichi.

Lucio Battisti al Tartana

L'età che si abbassa

"Cosa è accaduto? È cambiata la società aretina e non solo - spiega Enzo Muscinelli presidente del Silb Umbria, che insieme al fratello Giuseppe dal 1980 lavora nel settore, ed è proprietario dello Scorpione e della discoteca umbra Formula Uno -, e di conseguenza le discoteche sono cambiate in tutta Italia.  Prima erano il punto di riferimento della notte. Se volevi incontrare qualcuno andavi nella discoteca che solitamente frequentava. Era un luogo di aggregazione, come lo erano i bar e le piazze. Oggi invece gli incontri si sono fatti digitali. Vuoi sapere dove si trova una persona che vuoi incontrare? Le scrivi un messaggio o la segui sui social". 

E poi l'altra grande variabile: l'età. "Adesso vanno bene le serate a tema anni 80 o 90. Ma ci sono anche serate per i ragazzi tra i 15 e i 18 anni. Sono tanti e hanno gusti musicali definiti. Compresa la musica trap. Ma bisogna fare attenzione perché questo genere si porta dietro un pubblico non facile, a volte scoppiano risse. Va valutato tutto molto bene". 

Di fatto il mercato delle discoteche si è "frammentato", come spiegano gli addetti ai lavori. "Oggi molti locali assomigliano a discoteche - dice Tito Ghezzi, titolare del Dolce Verde e della celebre, ormai chiusa, discoteca Le Mirage - , i bar sono divenuti disco bar, i ristoranti si sono trasformati in ristoranti musicali, dove si può mangiare e ballare. Il ballo quindi non è più prerogativa della discoteca: questa frammentazione ha contribuito a minare il prodotto discoteca".

Poi la questione dell'età: "Anni fa le discoteche erano aperte la domenica pomeriggio per i giovanissimi - dice Ghezzi -. Oggi invece è tutto più precoce, a 16 anni non si va a ballare il pomeriggio, ma il sabato sera. A quell'età i ragazzi sono emancipati come lo erano i ventenni degli anni Ottanta.  Le serate del venerdì sono spesso dedicate ai più grandi, tra i 18 e i 30 anni. Ma attenzione, non è un fenomeno che riguarda solo le discoteche. Se usciamo la sera, nelle piazze, sulle strade possiamo notare lo stesso fenomeno. Questo implica che i locali devono essere gestiti diversamente: ad esempio devono vigilare molto di più sul fronte degli alcolici, che ai minori non devono essere serviti".

Nelle grandi città i locali per adulti hanno ancora un loro pubblico. "La realtà di provincia - spiega Lanini - è diversa, anche perché non c'è più quello spazio che i più giovani si ritagliavano nella domenica pomeriggio. Al River Piper abbiamo provato in più occasioni a riproporlo: ogni volta siamo andati avanti alcune domeniche ma poi abbiamo dovuto constatare che non c'era interesse". 

Le tendenze

Negli anni 90 a farla da padrona c'era la musica commerciale, che si contrapponeva alla techno-progressive. Chi non ricorda il dualismo tra le Mirage e il Blue Kaos? E poi la reggaeton, l'hip hop. Oggi la tendenza va verso la musica trap. Ma nonostante ci siano molte produzioni di questo nuovo genere musicale, spesso nei locali aretini ad andare per la maggiore restano remix degli anni 90, affermano gli addetti ai lavori. E poi "funzionano" le serate per over 35. Sull'onda della nostalgia. E del divertimento. 

Cosa resta dell'esperienza disco aretina? Ghezzi lo ha scritto durante la pandemia nella pagina facebook AREZZO The Night Life 80/90/2000: "La night life aretina ha formato Dj’S/ artisti importanti che si sono fatti conoscere e apprezzare in tutta la penisola e anche all’estero; ma non solo, anche promoter e pr che dopo aver lavorato in mezza Italia oggi sono regolarmente stabili all’estero a svolgere questa professione".

Quella volta che Benigni "ballò" a Le Mirage Ci sono serate rimaste nella storia dei locali. Ospiti dei quali ancora oggi, a distanza di anni, si ricordano i tanti clienti dei locali. Come quando Roberto Benigni, non ancora insignito dell'Oscar per La vita è bella, fu ospite de Le Mirage. "Era a Gargonza - racconta Ghezzi - dove stata lavorando alla scrittura de La vita è bella. Lo incontrai in un supermercato di Monte San Savino ma declinò l'invito. Ma non mi arresi: il sabato sera lo videro in un ristorante savinese, allora mandai due ragazze dello staff a rinnovare l'invito. Lo convinsero e poco dopo lo vedemmo arrivare". Benigni trascorse la serata in discoteca, fece foto con i ragazzi, si divertì. "Mi disse: 'Era una vita che volevo venire, ma nessuno mi ci aveva mai portato'"

Benigni e Tito Ghezzi a Le Mirage

Col senno di poi, viene da pensare che le discoteche - come sempre - hanno colto precocemente i segni del cambiamento della società. Poi è arrivata la pandemia: i luoghi di aggregazione, e quindi anche i locali da ballo, sono stati i primi a chiudere. Molti non hanno più riaperto. 

"E pensare - conclude Lanini - che la discoteca, quella degli anni più belli, è nata in Italia, tra Rimini e Riccione. In tutta Italia il Silb era arrivato a contare circa 6mila 300 aderenti. Oggi siamo poco più di 2300. Di quell'esperienza degli anni Ottanta e Novanta rimane il ricordo, ed è un peccato. Perché ci sono luoghi, come Ibiza, dove i locali c'erano, ci sono e continuano ad aumentare. E luoghi come Berlino dove le discoteche sono sempre piene e sono state inserite tra i locali culturali, perché vi si fruisce musica. In Italia invece è andata diversamente. È un rammarico". 

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