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Da dirigente bancario ad amministratore unico di Coingas. Sergio Staderini e le "consulenze gonfiate"

La Procura della Repubblica gli imputa il reato di peculato per aver sottoscritto illecitamente incarichi dai compensi spropositati

La nomina di Franco Scortecci ad amministratore unico di Coingas sarebbe frutto di un accordo tra Comune, Estra spa e Sergio Staderini. Perché? Per "tentare di sanare la gestione amministrativa" tenuta sino al suo ingresso. La tesi è quella sostenuta dalla Procura della Repubblica che giustifica così la vicenda giudiziaria più scottante dell'estate che vede nove indagati per peculato, abuso d'ufficio e favoreggiamento. Di fatto dunque, Scortecci sarebbe subentrano per rimediare a quei "pasticci" commessi da Staderini che, come sostenuto dalla Procura, avrebbe agito anche sotto la diretta influenza di Francesco Macrì, presidente di Estra spa. Ma facciamo un passo indietro.

Staderini viene nominato il 15 settembre 2017 amministratore unico di Coingas. Impiegato bancario prima della vecchia Etruria e poi responsabile di mercato Toscana sud per la Popolare di Vicenza nel periodo più recente della propria carriera è stato assunto presso Intesa SanPaolo. Sarebbe durante gli anni all'interno della Bpel che incontra il commercialista Marco Cocci. Il rapporto prosegue anche quanto Staderini approda alla Popolare vicentina dalla quale il commercialista ottiene un finanziamento di 401.250 euro in cambio dell'acquisto di azioni subordinate che, come ampiamente noto, sono andate in polvere con l'approvazione del 'salvabanche'. Azione quest'ultima della quale, secondo l'accusa, sarebbe responsabile Staderini reo di aver consigliato un affare sbagliato al contabile. Nel giugno del 2018 l'ex amministratore unico informa il collegio sindacale di aver "sciolto il mandato di service con Estra" averlo "rivisto economicamente e assegnato tutte le funzioni contabili, fiscali e di pagamenti ad uno studio esterno, ovvero quello di Marco Cocci". Contestualmente è il presidente del collegio dei revisori, Giovanni Minetti, a richiedere "l'atto di scioglimento del contratto con il vecchio commercialista, la copia del nuovo mandato professionale con il dottor Cocci e copia di tutti i mandati professionali sottoscritti durante l'anno". Ma niente, nessun riscontro. Il 25 gennaio 2019 Sergio Staderini si dimette in quanto la carica risulta incompatibile con il suo ruolo di quadro direttivo presso Intesa SanPaolo. Al suo posto subentra Franco Scortecci. Sarà quest'ultimo a richiamare in servizio la funzionaria Mara Cacioli per tentare di appianare tutte le incongruenze lasciategli in eredità dal suo predecessore.

Ma perché poco dopo la sua nomina ad amministratore unico Staderini incarica Cocci di occuparsi della contabilità di Coingas? Secondo la Procura la spiegazione affonda le proprie radici nel crac della Popolare e nella perdita di valore dell'obbligazioni subordinate. In poche parole, Staderini avrebbe voluto ristorare Cocci di quanto perso. Un gap che il manager avrebbe tentato di colmare gettanto l'ancora di Coingas a Cocci. L'incarico nell'azienda partecipata del commercialista, stipulato attraverso una scrittura privata, va dal 1° giugno 2018 al 31 dicembre dello stesso anno. Sei mesi durante i quali lo studio contabile ha emesso fatture per 119.500 euro

Cifre, stando anche a quanto riscontrato dal collegio dei sindaci revisori, completamente spropositate per l'attività svolta dal commercialista.
In questo senso la procura riporta la versione del collegio dei sindaci revisori che avrebbero sottolineato come Coingas, essendo "una sorta di cassaforte e svolgendo attività di holding di partecipazione in Estra ... è priva di personale dipendente, distribuisce gli utili prodotti da Estra tra i propri soci... In conseguenza la sua gestione contabile risulta di estrema facilità tanto da apparire anomala l'assunzione di un commercialista assunto senza un procedimento di evidenza pubblica ma con chiamata diretta". 

L'altra consulenza anomala è quella riguardante lo studio legale Olivetti Rason.
Il primo contatto tra Coingas e lo studio fiornetino è datato 2017. Negli anni le fatture emesse dagli avvocati ammonterebbero a 304mila euro. Denaro richiesto per attività che spaziano fino ad arrivare alla consulenza per la quotazione in Borsa di Estra.
"Quotazione che non è avvenuta e per la quale viene avanzata l'ipotesi che la dirigenza di Estra Spa (Macrì Francesco) fosse al corrente, fin dall'inizio che non sarebbe alla fine concretizzata". 

Accertamenti ulteriori hanno fatto emergere che "anche i componenti dello studio legale associato e destinatario dei dubbi del collegio dei sindaci revisori circa l'entità delle fatture presentate... sono risultati soci della banca Popolare di Vicenza".

Ma non è ancora tutto. Secondo la procura "per quanto concerne la sproporzione degli altri mandati professionali dell'esercizio 2018 rispetto all'attività di gestione caratteristica di Coingase in particolare, quelli riferibili allo studio delll'avvocato Rason, si può avanzare l'ipotesi per cui Coingas, a seguito di un rapporto tra Macrì e Staderini, abbia pagato spese fatte da Estra. Tra queste quella per l'ingresso in Borsa". 

Tutte le consulenze dello studio Rason

A margine di tutta la storia, anzi a corredo delle teorie formulate dagli inquirenti, ci sono poi le intercettazioni telefoniche che cristallizzano una situazione di piena consapevolezza della scarsa opportunità e legalità dell'operato di tutti gli attori. In aggiunta c'è anche quella "febbrile attività, abbondantemente monitorata dalle intercettazioni telefoniche, che vede tutti i soggetti coinvolti, impegnati nel predisporre ex post documenti di puro schermo".

Un intrigo di giochi di potere e di meccanismi con incastri ideato, secondo la procura, per favorire vari soggetti tra i quali, spicca il nome di Francesco Macrì, descritto nelle carte come il "regista".

Le intercettazioni: "Certe cose non si potevano fare"

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