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Cronaca

Tragedia all'Archivio di Stato, processo al via: 11 imputati per la morte di Bagni e Bruni

Sul banco degli imputati, accusati di duplice omicidio colposo, anche il direttore dell'archivio Claudio Saviotti e l’ex direttrice Antonella D’Agostino e il vicecomandante dei vigili del fuoco dell'epoca Antonio Zumbo

La prima udienza verrà celebrata questa mattina, 7 luglio, al Tribunale di Arezzo. Inizia il processo per la morte di Filippo Bagni e Piero Bruni, i due dipendenti dell'Archivio di Stato che persero la vita mentre stavano lavorando, a causa delle esalazioni di gas argon fuoriuscito dal sistema anti incendio. Sul banco degli imputati, accusati di duplice omicidio colposo, saranno in 11. Tra loro, di fronte al giudice Giorgio Margheri, anche il direttore dell'archivio Claudio Saviotti e l’ex direttrice Antonella D’Agostino oltre al vicecomandante dei vigili del fuoco dell'epoca Antonio Zumbo.

Nessuno degli imputati aveva chiesto di essere giudicato con rito abbreviato, parte quindi per loro il procedimento ordinario. Nella giornata di oggi verrà incardinato il processo: saranno calendarizzate le udienze e potranno essere presentate altre richieste di costituzione di parti civile oltre ai familiari delle vittime, che hanno già visto accolta la loro istanza durante l'udienza preliminare. Ancora dunque il procedimento non entrerà nel vivo di quella vicenda che scosse Arezzo. 

La tragedia 

Filippo Bagni e Piero Bruni morirono il 20 settembre del 2018 intossicati dal gas argon fuoriuscito dall'impianto antincendio. Fatale, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti durante le indagini, una serie concatenata di eventi legati al malfunzionamento dello stesso impianto.

I due impiegati quella mattina erano da poco entrati al lavoro quando si accorsero che la spia dell'impianto si era accesa. I testimoni raccontano che Bruni e Bagni sentirono anche il rumore tipico di una fuoriuscita di gas. Così corsero nel seminterrato e aprirono la porta dello stanzino dove si trovava l'impianto. L'area era però già satura di gas (argon e anidride carbonica) e loro rimasero senza ossigeno.

Nulla, stando a quanto ricostruito durante le indagini, avrebbe messo in allerta sul pericolo i due dipendenti: non era stata installata nessuna spia che indicasse una presenza minima di ossigeno. Allo stesso tempo una valvola montata al contrario - sostengono i periti - "non era collegata a nessuna tubatura che convogliasse all'esterno del locale di stoccaggio bombole" il temibile gas, portando alla saturazione.

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