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L'anoressia, il bullismo e il desiderio di riscatto. La storia di Rachele: "Ora voglio tornare a sorridere"

Nel passato della giovane, come lei stessa racconta, sono stati numerosi i momenti di dolore e ostacoli particolarmente difficili da superare

Rachele è una guerriera. Lei forse non lo sa ancora ma è una donna forte. Sì perché ha avuto il coraggio di chiedere aiuto e intraprendere così, un passo dietro l’altro, un percorso dove nulla sarà facile ma tutto sarà possibile.

23 anni, aretina, diplomata in biotecnologie all’Itis, Rachele da oltre 10 anni combatte contro l’anoressia. “I primi disturbi - racconta - si sono manifestati quando avevo 8 anni a causa di forti stress emotivi ai quali sono stata sottoposta in quel periodo. Mio padre aveva tentato di togliersi la vita e sono stata vittima di bullismo. In terza media poi le mie condizioni fisiche erano talmente tanto evidenti che mia mamma si è accorta di quello che mi stava accadendo e così, insieme, abbiamo chiesto aiuto”. Col tempo la situazione si è ulteriormente complicata tanto che l’anoressia l’ha trascinata in una spirale di insicurezze, paure, depressione e sofferenza. “Durante gli anni delle superiori - spiega ancora - non sono potuta andare a scuola. Per me sarebbe stato un dispendio di energie troppo pesante e dunque, come consigliato dai medici, ho studiato da sola, riuscendo poi a conseguire il diploma. Mi piacerebbe pensare ad un futuro lavorativo anche se molti si lasciano impressionare dalla mia condizione”.

Ancora oggi Rachele segue un percorso terapeutico specifico e, a causa delle problematiche riscontrate, le è stata riconosciuta l’invalidità. “Questo non significa che non posso fare niente - aggiunge - posso e vorrei inserirmi in un ambiente produttivo. È evidente che ci sono determinate condizioni che, al momento, devo rispettare, però per me e per la mia affermazione personale sarebbe gratificante trovare una realtà nella quale inserirmi. Ho fatto molte domande ma, ripeto, chi ho di fronte forse resta frenato”. Nel passato di Rachele, come lei stessa racconta, sono stati numerosi i momenti di dolore e ostacoli particolarmente difficili da superare. Quando aveva 19 anni è stata ricoverata d’urgenza a causa di un’importante setticemia per la quale i medici non hanno avuto altra scelta che sottoporla ad un delicato intervento di rimozione di tutti i denti. “Poi l’anno successivo - spiega - mio padre ha tentato nuovamente il suicidio ed è riuscito nel suo intento. Da quel momento sono sprofondata in un buco nero di depressione dal quale faccio fatica ad uscire. Il fatto poi di non avere più una dentatura normale non mi è di alcun aiuto. Se prima avevo l’illusione di potermi imporre sulla malattia mi sono resa conto che è lei a comandare me come un burattino. Potrò mai avere una vita sociale normale?”.

Sebbene si sia già sottoposta a numerosi interventi per realizzare una protesi dentaria purtroppo ha riscontrato anche in questo caso ulteriori difficoltà. “A causa dell’anoressia soffro di osteoporosi - spiega - dunque è necessario che realizzi un impianto mobile che possa essere più compatibile con le mie necessità ortodontiche”. Ed è proprio per quest’ultima ragione che Rachele ha avviato una campagna di raccolta fondi su gofundme.com. “Ho bisogno di aiuto perché purtroppo con il solo sostegno di mia mamma non riuscirò mai a compiere questo passo - sottolinea - Pertanto ho pensato di rivolgermi alle persone che mi conoscono e a tutte coloro che vivono condizioni simili alla mia per ricevere, se possibile, una mano. Certo, non è stato semplice compiere questo passo perché mi sono sentita in colpa vista le grandi difficoltà che l’emergenza Covid ha creato a tutti. Però, allo stesso tempo, anche col sostegno e supporto di alcuni amici, ho pensato che uscire allo scoperto e raccontare la mia storia potesse far comprendere meglio quello che io, come molte altre persone con la mia stessa problematica, stiamo vivendo”.

Per chi volesse sostenere la causa può farlo su "Doniamo un sorriso nuovo a Rachele"

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