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Cronaca

Venti anni senza Enzo Droandi: partigiano, scrittore, uomo di cultura. Fu il primo dg di Banca Etruria

Nato a San Giustino Valdarno il 27 luglio del 1928, fu attivo tra i primi ribelli di Vallucciole (1943) e diventò partigiano sul Pratomagno (1944); ottenne numerosi riconoscimenti: Croce al merito di guerra. Fu Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana

Ricorrono oggi i 20 anni dalla scomparsa di Enzo Droandi, partigiano, scrittore, ultimo direttore generale Banca Mutua Popolare Aretina e primo di Banca Etruria: morì infatti il 19 giugno 2001.

Nato a San Giustino Valdarno il 27 luglio del 1928, fu attivo tra i primi ribelli di Vallucciole (1943) e, poi, diventò partigiano sul Pratomagno (1944); ottenne numerosi riconoscimenti: Croce al merito di guerra, decorato, fra l’altro, della Medaglia d’argento ai benemeriti della cultura e della Médaglia garibaldina, fu Grande Ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica Italiana.

Nel lavoro è stato l’ultimo direttore generale della Banca Mutua Popolare Aretina (1969), progettò e guidò la costituzione della Banca Popolare dell’Etruria, della quale fu il primo Direttore Generale (1971 – 1981), per passare poi alla dirigenza centrale della Banca Popolare di Novara (1982 – 1989). "In molti ricordano che la Popolare dell'Etruria sotto la sua direzione ebbe una gestione sana, florida e redditizia", spiegano i familiari.

E’ stato consigliere di amministrazione dell’Abi (Associazione Bancaria Italiana), dell’Istituto Centrale delle Banche Popolari e sindaco della Centrobanca di Milano.

"E' stato un profondo conoscitore di numismatica e filatelia. Ha scritto - spiegano ancora i familiari - in merito alla zecca di Arezzo (XIV – XV secolo) che coniò i 'grossi' della città tra i quali quelli da venti e sei denari che nel 2004 hanno trovato pubblicazione anche nella rivista cronaca numismatica. Apprezzato storico e scrittore, fu autore dell’'Itinerario Inglese', scritto nel 1961 e pubblicato nel 1974, de 'La Battaglia per Arezzo – 1944' (1984) che in una trattazione scientifica è stato annoverato fra le fonti della moderna storia aretina, di 'Castiglion Fiorentino – 19 dicembre 1943 ore 13,24', che fa giustizia di una memoria collettiva fuorviata e ristabilisce la verità documentale sul bombardamento che ferì profondamente una cittadina di dignità storica (1993).Ha pubblicato testi assunti come base dei moderni studi della storia della città come 'Guido Tarlati di Pietramala, ultimo principe di Arezzo' (1993), con il quale presenta in modo nuovo la sconcertante figura del Vescovo che risuscita la monarchia degli Antistiti defensores civitatis nell’Arezzo tardo Medievale; 'Arezzo Distrutta 1943 – 1944' (1995 e 2005) nonché 'Le stragi del 1944 nella Toscana Orientale' (2006) con i quali, l'impegno come difensore dell'attività partigiana e del suo significato ideale trova sufficiente spazio narrativo e l'utilizzo accorto di materiali dagli archivi militari tedeschi consente di confutare l'interpretazione di molti episodi di strage come inesatte quanto datate prospettive di rappresaglia per atti di violenza partigiana. Importante per l’apporto documentario il volume si segnala, tra l’altro, per la puntuale registrazione di materiali d’archivio soprattutto tedeschi e britannici. Per un saggio inedito 'Eserciti Resistenza Armata Resistenza Passiva e deportazioni nel tratto Tosco Romagnolo della Linea Gotica' sulla resistenza passiva ed armata nella Linea Gotica conseguì il Premio Appennino 1986. Ha lasciato i saggi 'Viva Maria! Radici e contenuti di un'insurrezione popolare plagiata dall’aristocrazia', 'Storia del Palio di San Donato di Buratto e della Giostra del Saracino' nonché molti racconti, tra i quali 'L’uomo d’oro', 'Un rogantino tricolore', 'Una tomba al mio paese', 'Una vecchia Rendigote', 'Fegato Fritto per Gnich ed allegrezze al Tegoleto', 'Trippa e zampa', 'Una sera, di primo buio', “ì'Quella volta che presi … 9!', 'Perché al Bachera fu mozzata la testa'. Incompiuto uno studio sul tema della peste del 1631. Ha partecipato in qualità di relatore, a numerosi convegni di storia medioevale e del 900 presentando spesso relazioni che hanno fornito notizie e interpretazioni innovative, modificative o originali nelle materie trattate. Profondamente devoto ad Arezzo e alla propria numerosa famiglia i figli lo ricordano con affetto e gratitudine".

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